“Mi manchi, mio eroe”: la lettera di Benedetta a papà Stefano nel giorno del 18esimo compleanno

Una lunga lettera nel giorno del suo compleanno e a un mese dalla morte del papà. L’ha scritta Benedetta Colasanti, figlia di Stefano, il vigile del eroe che è morto nell’esplosione dell’autocisterna sulla Salaria per salvare la vita di almeno 20 persone. RietiLife lo ha nominato personaggio dell’anno 2018.

Una lunga lettera nel.giorno del.suo compleanno e a un mese dalla morte del papà. L’ha scritta Benedetta Colasanti, figlia di Stefano, il vigile del eroe che è morto nell’esplosione dell’autocisterna sulla Salaria per salvare la vita di almeno 20 persone.

Precisamente un mese fa, la vita mi ha tolto tanto, quasi tutto: mi ha tolto la voglia di sorridere senza uno specifico motivo, mi ha tolto la voglia di scherzare, di giocare, mi ha portato via la persona più importante della mia vita. Precisamente un mese fa il destino ha deciso di giocarmi un brutto scherzo, irrimediabile, a cui forse ancora non riesco a credere appieno.
Nel pomeriggio di un mese fa, mentre intorno a me passavano tanti secondi, dentro di me scorrevano tanti progetti, tanti sogni, tanta voglia di crescere piena di felicità. In questi tanti secondi è diventato tutto nero, il cuore ha battuto più forte di sempre, ho avuto tanti brividi, e sensazioni che non so spiegare e che spero che nessuno possa mai capire, soprattutto alla mia età.

Precisamente un mese fa il mio papà è volato via, e con sé ha portato tutto quello di cui una ragazza di 18 anni ha bisogno: amore, comprensione, discussioni o chiacchierate. Ha portato con sé gran parte della mia solarità, della mia voglia di vivere. Ha portato con sé il suo buonumore, il suo essere carismatico, la sua allegria. Da quel giorno, tante parole sono state sostituite da “Perché a me? Perché papà?”, domande poste, a cui però non riuscirò mai a dare una risposta.
Precisamente un mese fa, però, ho iniziato a crescere davvero. Ho iniziato, da subito, a capire che cosa significhi veramente VIVERE, godersi ogni momento, fare in modo di non avere mai rimpianti e mai rimorsi.

Ho capito quali siano le cose importanti, le persone che davvero contano nella mia vita, che non ringrazierò mai abbastanza.
Oggi compio 18 anni, entro in quello che dicono sia “il mondo della maturità”, e solo un mese fa, in chiesa, mi sono trovata a parlare, davanti a tantissima gente, della persona che la parola MATURITÀ l’ha sempre elogiata.
Non è scontato dire che fosse il suo dovere: tante persone non hanno avuto, come me, la fortuna di avere un padre protettivo, geloso di me, una persona dai mille consigli e sempre sorridente. Parlo di fortuna, perché nonostante tutto, il mio papà è stato onnipresente, e davvero credo che sia il dono più importante che un figlio, a qualsiasi età, possa ricevere.
In questi giorni, io e la mia famiglia abbiamo ricevuto tanti riconoscimenti, tanti premi, e io credo che senza rendermene conto il premio più importante della mia vita sia la mia educazione, la mia solarità, il mio sorriso che schiero anche semplicemente per un “ciao”.

Questo era lui: con il sorriso di fronte a ogni difficoltà, amico di tutti, sempre disponibile, sincero, schietto quanto bastava. Tante volte ho detto “Pa’ che palle, lasciami stare”, perché alla mia età si è così, un po’ menefreghisti e anche un po’ superficiali, o almeno io qualche volta lo sono stata. Alla mia età non si dovrebbe mai pensare al peggio, fino a quando poi ci si ritrova a fronteggiare un dolore più grande di se stessi.
Oggi io compio 18 anni, e invano, mi ritrovo a voler tornare indietro di qualche giorno, ed a ringraziare mille volte mio padre, per essere riuscito a farmi essere quella che sono adesso. Mi ritrovo a volergli chiedere scusa per essere rientrata troppo tardi, per avergli risposto male, per non aver messo in ordine la mia stanza, per avergli detto qualche bugia.Penso di non avergli detto mai abbastanza “Grazie” per avermi insegnato a vivere, ma ad oggi, sento che VIVE dentro di me, in tutto quello che penso, che faccio.

Sembra stupido, ma mi sento più sicura di sempre, e l’ho scritto qui, perché VOGLIO CHE TUTTI SAPPIANO che se spesso sorrido, se cammino a testa alta, se sono una persona più forte, più determinata, è perché me l’ha insegnato lui.
Oggi compio 18 anni, e oggi più di qualsiasi altro giorno mi manca la sua voce, la sua presenza in una fotografia, la sua risata rumorosa, il suo odore, il suo essere buono. Mi mancano tante piccole cose, che nella loro banalità, non riavrò indietro mai. Sono piccole cose che però, insieme, facevano di me e papà due complici insuperabili, quasi amici.
Mi manca il mio papà, e sono consapevole che niente potrà ridarmelo indietro.

Oggi compio 18 anni, e soltanto grazie a lui, oggi mi sento la ragazza più potente su questo mondo: mi ha insegnato ad AMARE e soltanto per questa semplice parola, spesso sottovalutata, devo tutto alla grande persona che è stata, e che continua ad essere.

A questo punto solo di una cosa sono certa: oggi compio 18 anni, sono relativamente pochi, e nei miei “pochi anni” sento che per tutta la vita non mi mancherà mai la forza, il coraggio di vivere appieno ogni giorno, perché il mio papà è questo, e sono certa che in questo giorno importante, mi avrebbe augurato tutto ciò. Precisamente un mese fa, la vita mi ha costretta a pensare molto, a crescere più in fretta di quanto pensassi, ad avere un animo che non si piegherà mai più di fronte a nulla.

Non avrei mai creduto di essere così forte, di trasmettere un po’ di forza a chi mi è stato vicino, ma per una volta nella vita sono davvero fiera di me stessa, del sorriso che porto avanti, sono fiera del fatto che non mi sono mai persa del tutto.
Per questo, dopo 18 anni, con tutta la voce che ho, urlo fiera “Grazie” a mio padre, per quello che mi ha dato quando era vicino a me, e per quello che continuerà a darmi ora che è dentro di me, per sempre.

Non mi abituerò alla sua assenza, ma farò in modo di essere la persona migliore su questo mondo, perché tutti sappiano ciò che è stato in grado di insegnarmi, ed è tanto, davvero tanto. Ho scritto questo, perché ho sentito parlare di papà come il “vigile del fuoco-eroe”: papà non era un vigile del fuoco, ne tantomeno un eroe.

Papà era il MIO vigile, vigile in tutto, vigile nei miei sbagli, nei miei comportamenti, nelle mie emozioni. Era il MIO eroe, che mi ha asciugato le lacrime, che nonostante fossi cresciuta non rinunciava mai a cinque minuti di solletico, l’eroe che mi prendeva sulle spalle e che mi faceva vedere il mondo da tutt’altra prospettiva, anche in senso metaforico. Ecco questo era il mio VIGILE-EROE.

Quindi grazie pa’, perché a stare con i denti stretti, mi hai abituata tu.
Inciamperò mille volte senza te, ma d’ora in poi non cadrò, mai più. Se tutto succede per una ragione, io la renderò visibile agli occhi di tutti, perché credo che la ragione sia stata quella di lasciarmi questo grande testimone per continuare a vivere fiera, come lui, credo che sia questa grande eredità affettiva, che mai nessuno potrà più togliermi. Con le lacrime, i brividi, con tutto il mio cuore, giuro che oggi mi manchi più che mai.

“Ti cerco nei sorrisi degli altri, che non sorridono mai come te”

B.

Foto: RietiLife ©

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