“Disoccupato grazie al Decreto Dignità”, anche a Rieti il provvedimento miete la prima vittima

(c.p.) Con 155 sì125 no e 1 astenuto il decreto legge 12 luglio 2018 n° 87  ottiene il via libera definitivo dall’Aula del Senato:  il cosiddetto “Decreto Dignità” completa, così, la sua conversione in legge.

Un 7 agosto che in pochi dimenticheranno. Ad un solo giorno dall’approvazione, il provvedimento miliare del Governo giallo-verde raccoglie già i primi mesti risultati: “Non potranno rinnovare il mio contratto perché, a detta dell’azienda, con questo nuovo decreto la situazione è confusa e non sanno cosa fare né, tantomeno, se potranno sorreggere altro personale a tempo indeterminato”.

A parlare, intervistato da RietiLife, è D.N, 36 anni, dipendente di un’attività della zona che, con un misto di ironia ed amarezza, si definisce come “la prima vittima reatina del Decreto Dignità”: “Dopo due anni di lavoro la notiziona: fai le tue ferie, non verrai rinnovato”.

Facciamo chiarezza.

Il decreto Di Maio sarà valido per tutti solo a partire dal 1 novembre. E nel frattempo? E nel frattempo il caos. Aziende, attività e lavoratori allo sbando. Come dargli torto. In attesa di una circolare ministeriale (annunciata dal ministro Di Maio) che chiarisca come destreggiarsi, tutti i lavoratori a tempo determinato rimarranno “spacchettati” in tre regimi di assunzioni differenti: il primo, quello che ha preso avvio dal 14 luglio – data di entrata in vigore del Dl – alla conversione in legge nel quale vale il decreto dignità; il secondo – che partirà dal giorno successivo alla pubblicazione della legge nella  Gazzetta ufficiale fino al 31 ottobre – durante il quale varrà il “periodo transitorio” ed infine un terzo regime che prenderà avvio il 1 novembre, giorno a decorrere dal quale varranno le nuove regole e – quindi – proroga con causale dopo i 12 mesi, tetto massimo per la durata dei contratti ridotto a 24 mesi e un aggravio contributivo dello 0,5% sui rinnovi.

Le conseguenze di questo ingarbugliamento? Ciao ciao lavoro. Tra l’entrata in vigore del decreto – il 14 luglio – e l’entrata in vigore della legge di conversione, infatti, vale già il decreto dignità, con tutte le sue nuove soglie massime e causali obbligatorie dopo i 12 mesi. Almeno fino a che la famosa circolare Di Maio non farà luce sulla farraginosa querelle. Non va però dimenticato che una circolare ministeriale è un atto amministrativo e che, in quanto tale, potrà solo indirizzare, interpretare. Tra le pieghe di questo periodo “terra di nessuno” si inserisce la storia di D.N. che termina il suo rapporto di lavoro proprio in questo lasso di tempo: “Ci saranno altri tagli, non sarò l’unico. Non possono sobbarcarsi contratti a tempo indeterminato visto che per un altro determinato, la causale, a questo punto diventa obbligatoria”, ci racconta D.N.

E non manca la beffa finale: “Ho 36 anni – conclude D.N. – non posso nemmeno beneficiare degli incentivi per le assunzioni degli under 35. Ma non mi abbatto. Trasformerò questa sconfitta in un’opportunità”.

Foto (archivio): RietiLife ©

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