Il comune di Sant’Oreste pronto a diventare “reatino” | ECCO PERCHÉ

(di Paolo Giomi) Il Comune di Sant’Oreste “migra” dalla provincia di Roma a quella di Rieti, seppure in sola forma “associata” e “funzionale”, e non in maniera prevalentemente geografica. Dal primo gennaio 2019, infatti, Il Municipio situato sulla sponda romana della Sabina tiberina lascerà l’Unione dei Comuni Valle del Tevere-Soratte – della quale fanno parte anche i Comuni di Ponzano Romano, Filacciano, Nazzano, Torrita Tiberina e Civitella San Paolo – per approdare, almeno secondo quanto di ufficioso sta trapelando in queste ore, nell’Unione dei Comuni della Bassa Sabina, che invece è tutta “domiciliata” in provincia di Rieti.

 

Un passaggio confermato anche dalle parole del sindaco di Sant’Oreste, Valentina Pini, che non nasconde neanche come, a compromettere definitivamente un rapporto istituzionale tra Enti già deteriorato, abbiano contribuito e non poco le divergenze legate al contestatissimo progetto di realizzazione della centrale a biogas di Ponzano Romano.

 

“Con l’approvazione della delibera di recesso unilaterale dall’Unione dei Comuni Valle del Tevere-Soratte, votata dalla maggioranza più metà della minoranza, siamo usciti dall’Unione di cui eravamo capofila – spiega la prima cittadina del borgo sabino – sono due anni che cerchiamo di far funzionare un’Unione che ha fallito ogni suo intervento programmatico e ideologico, e io personalmente ho espresso più volte, in sede consiliare comunale e dell’Unione, le mie perplessità in merito alla nostra permanenza in una unione che non ha intenzione di lavorare alla condivisione dei servizi tra i comuni appartenenti. Credo che essere leader o capofila di qualcosa che non vuole andare da nessuna parte non abbia alcun senso. Quando questa Unione nacque i fondi le arrivavano a pioggia – prosegue la Pini – e probabilmente questo era uno dei motivi che determinava comunque la volontà di portarla avanti. Oggi l’oggettiva carenza in termini di risorse umane e finanziarie rendono l’obiettivo pressoché irraggiungibile. Non posso nascondere che il progetto del biogas abbia influenzato questa decisione  – conferma il sindaco di Sant’Oreste –  vedendo, tra l’altro, il Comune di Ponzano Romano assente ormai da mesi. L’Unione che rappresentavo non è stata in grado di produrre un solo atto da dove si evincesse contrarietà a tale progetto, e questo atteggiamento ha fatto sì che maturasse in me la consapevolezza che quei Comuni uniti sotto un unico nome avessero in fondo poco in comune dal punto di vista ideologico e della salvaguardia del territorio”.

 

Poi la conferma anche dei contatti avviati con l’Unione dei Comuni della Bassa Sabina, presieduta dal sindaco di Stimigliano, Franco Gilardi: “Ho parlato con loro – dice ancora la prima cittadina di Sant’Oreste – e parlerò con altre realtà esistenti, ma sarà il consiglio a valutare l’eventuale ingresso in realtà già esistenti, o a promuovere la nascita di realtà inedite con la condivisione degli stessi intenti.
Il “salto” eventuale sulla sponda reatina del fiume Tevere ha diviso il consiglio comunale, con la votazione favorevole del gruppo di minoranza “Coraggio e idee”, che ha sostenuto la tesi dei consiglieri di “Sant’Oreste in Movimento” e della squadra del sindaco Valentina Pini, e la ferma contrarietà manifestata dal gruppo “Riprendiamo il cammino”, che ha considerato il provvedimento “sorprendente e ingiusto, che ha mancato di rispetto a tutto il consiglio comunale, i cui esponenti non hanno avuto alcun modo di prendere visione dei relativi documenti al fine di verificare una decisione che arrecherà dei danni a tutta la cittadinanza. Senza contare l’imbarazzo generato negli altri Comuni dell’Unione, che non si aspettavano una repentina uscita dall’Unione del nostro Comune”.

Foto: dal web ©

 

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