Una reatina nella Turchia del golpe: “Io dentro la guerra. Ho visto le esplosioni”

Questo è il racconto scritto per RietiLife dalla Turchia da una giovane reatina, Marta Barbante, 27 anni, che per motivi personali si trova nella capitale turca Ankara in questi giorni di estrema tensione che seguono il tentato (e fallito) colpo di Stato da parte dell’Esercito. Con grande emozione e altrettante lucidità, Marta ripercorre le sensazioni di quella notte e descrive il suo stato d’animo attuale mentre intorno a sé vede consumarsi uno scenario di guerra.

È davvero difficile descrivere o anche solo analizzare le sensazioni che ho provato, sicuramente preoccupazione ma soprattutto incredulità ed impotenza. Quella del golpe è stata una notte lunghissima, passata a rispondere ai tanti messaggi per rassicurare amici e parenti, a seguire le notizie e tentare di capirci qualcosa. Appena ho sentito trattarsi di un colpo di stato sono rimasta del tutto stordita: militari, carri armati, spari che vedevo e sentivo in diretta, come se fossi dentro un film, leggi marziali, aeroporti bloccati, genitori che chiedevano incessantemente notizie. Ogni volta che decido di partire per venire qui mi colgono mille dubbi e sto sempre lì lì per rinunciare ma una volta arrivata è tutto diverso. E anche questa volta è stato tutto strano, ho provato mille sensazioni ma tutte ovattate, tutte filtrate da una certa dose di incoscienza e dalla consapevolezza di esserci e non poter più tornare indietro, pensare di non partire o di rimandare il viaggio.

Hanno detto di stare attenti, che stava succedendo qualcosa, ma non si era ancora capito cosa e quindi ho iniziato a cercare su internet e mi sono cominciata ad allarmare vedendo che la connessione e i social network non funzionavano bene, come sempre accade dopo un attentato. E ho ovviamente pensato a quello. Ero in sala di fronte ad una grande finestra che affaccia proprio sul centro di Ankara ma non si percepiva niente di strano. Dopo un po’, insieme alle prime notizie, ho iniziato a sentire i rumori dei caccia volare molto bassi e veloci proprio sopra di me, poco dopo ho visto anche l’esplosione al parlamento.

I caccia hanno sorvolato il cielo infrangendo il muro del suono per tutta la notte e ogni volta tremava tutto e sembrava che una bomba esplodesse vicinissima a me. La prima volta mi sono molto spaventata e istintivamente allontanata dalla finestra e nascosta dietro il divano.

Stavo giusto in questi giorni progettando dei weekend in Cappadocia e a Pamukkale, e forse sarà il caso di rinunciare. Quando ti ritrovi nel mezzo di scenari di guerra, l’unica cosa che pensi realmente è a quanto sia tutto surreale, non hai né il tempo né il modo di realizzare e di agitarti realmente. Almeno per me è stata così la scorsa notte. Non ho chiuso occhio, ho guardato la tv fino alle 5 di notte, ho pensato alle cose più assurde e magari sciocche, come al fatto che avrei dovuto fare una scorta di acqua e di cibo in scatola, ho tentato di consolarmi e di non buttarmi troppo giù ripetendomi cose del tipo: “Ci pensi che magari, se tutto andrà bene, potrai raccontare di essere stata qui il giorno del colpo di stato in Turchia?!”.

Nella foto, una vista di Ankara dalla finestra dell’appartamento in cui alloggia. Foto: Barbante ©

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