Piano Regolatore, Ludovisi: “Patto sociale firmato da tutta la città”

L’assessore all’Urbanistica Giovanni Ludovisi interviene sul Piano regolatore affermando che “non è né del centro-destra né del centro-sinistra, è un patto sociale firmato da tutta la città”. Di seguito le sue parole.

 

“Il Piano regolatore non è né del centro-destra né del centro-sinistra, è un patto sociale firmato da tutta la città. Per me il nostro Prg è sbagliato, ma sono sufficientemente adulto da capire che oggi è legge. Dunque tutti dovrebbero prendere atto di ciò anche per individuare il vero senso del confronto che da tempo sollecito sull’atto di programmazione che stiamo proponendo. Per evitare strumentalizzazioni propagandistiche, su un tema tanto delicato e attenzionato, è necessario pretendere, innanzitutto, onestà intellettuale e responsabilità. E questo credo di fare, non certo per virtù personali, ma per il ruolo che con serietà ricopro in questo momento, a nome dei cittadini di destra, di centro e di sinistra”.

 

“Un Prg è un patto tra cittadini e istituzioni e in esso sono ben chiariti i doveri e i diritti: per tale patto sono i cittadini a pagare l’Imu e a vantare diritti in solido su terreni che un piano regolatore di vecchia generazione codifica come edificabili; in virtù dello stesso patto è il Comune che deve decidere e programmare i servizi da restituire alla città e da realizzarsi con gli introiti degli oneri”

 

“Il Programma pluriennale di attuazione è una programmazione soprattutto finanziaria, non una pianificazione. Sarebbe auspicabile che questo aspetto venisse colto e magari affermato, quando si interviene pubblicamente, altrimenti si rischia di portare avanti argomentazioni, a volte anche caotiche, che appaiono solo pretesti per perdere ulteriore tempo a danno della città”.

 

“Tra le sciocchezze più grandi sento ricorrere la geniale intuizione che noi, forza di governo cittadino, avremmo dovuto fare una proposta incompiuta per poi condividerla: si tratta di un’accusa sterile, quanto inutile, che non onora l’impegno di chi ha lavorato con attenzione a predisporre una proposta concreta; sembra un’accusa formulata da chi non coglie le possibilità di confronto predisposte, il tempo e lo spazio che si sta cercando di dare alla discussione nella speranza che il percorso sia completo in ogni sua parte”.

“Le forze politiche tutte, se vogliono davvero contribuire, devono e possono mettere nero su bianco proposte concrete per alimentare il dibattito. Possono farlo sia in Commissione, come sarebbe meglio, sia in Consiglio comunale. La nostra idea è di attivare questo Prg, come dovuto e previsto dalla legge, per poi poter finalmente iniziare una fase di pianificazione più adeguata”.

 

“Rieti, la sua economia, le sue necessità di fabbisogno e le dinamiche demografiche, in questi venti anni sono profondamente cambiate; occorre ripensarne il futuro. A tal riguardo ho dichiarato più volte che il quadro normativo ci sta dando una mano e che il nuovo Testo unico dell’urbanistica, tra l’altro già adottato dalla Regione e che a breve andrà in discussione in Consiglio, permetterà davvero un ripensamento profondo di cosa voglia dire “pianificazione”. E’ l’occasione giusta e necessaria per fare un nuovo Prg e lo faremo. Sarebbe sciocco e inopportuno non cogliere l’occasione. Però, prima, è giusto chiudere e fare i conti con il passato”.

 

“Sento alludere, poi, ad altrettanto improbabili errori tecnici presenti nella stesura dell’atto; considerazioni vuote e sempre rilasciate alla stampa e mai nei luoghi opportuni. Senza timore alcuno, e certo della capacità tecnica di chi ha tradotto in proposta concreta una chiara e evidente proposta politica, posso dire che fino ad oggi abbiamo registrato solo errori nella lettura del Ppa da parte di alcuni consiglieri di minoranza. Posizioni a tratti anche imbarazzanti, forzate e talmente inefficaci, che fanno pensare che nascondano altri interessi e poco inclini a tenere a mente il bene comune”.

 

“Il Ppa è approvato ai sensi e per gli effetti dell’art. 9 della L.R. n. 72/1975, dell’ art. 13 della L.N. 10/1977, nonché della L.R. n. 35/1978. In questi articoli si chiarisce, senza fraintendimenti, che la programmazione possa essere dai tre ai cinque anni. Ma è banale la cosa: ogni programmazione finanziaria infatti non può che rispondere a esigenze che l’Amministrazione per voce del Consiglio ritiene proprie. Non potrebbe essere altrimenti. Basta leggere tre semplici leggi per evitare inutili polemiche e lasciare finalmente spazio ai contenuti. Sono le scelte politiche che interessano davvero la città. Questo piccolo sforzo è chiedere troppo?”.

 

“A breve il Ppa andrà in Consiglio e ci andrà per la città e con la città che ha più volte invocato questo momento. Ai consiglieri chiedo di dare contributi positivi e concreti in modo da poter darne accoglienza e risposta esaustiva. Un primo contributo, attraverso un ordine del giorno, potrebbe ad esempio sensibilizzare l’Amministrazione comunale affinché chi rimarrà escluso da questa programmazione sia interessato da una rimodulazione al ribasso dell’aliquota Imu. Fatelo per la città.”

 

Foto (archivio) RietiLife ©

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