SGARBI AD ANTRODOCO OMAGGIA LIN DELIJA E PARLA DI PITTURA E EXPO

(di Sabrina Vecchi) Molta curiosità e afflusso di pubblico per la visita del Prof.Vittorio Sgarbi ad Antrodoco. Il celebre critico d’arte è arrivato ieri in paese intorno alle 19 per presentare il catalogo “Lin Delija pittore del novecento”, di cui ha curato la presentazione, realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Lin Delija , VI Comunità Montana, e il Comune di Antrodoco.

Il pittore albanese Lin Delija, scomparso nel 1994, fu costretto a fuggire dalla terra d’origine e si trasferì nella “terra delle aquile”, dove condusse un’esistenza totalmente dedita alla pittura in un rapporto talvolta di diffidenza reciproca con la comunità antrodocana.

Il professor Sgarbi ha magistralmente illustrato le caratteristiche espressive di Delija inquadrandolo nel contesto storico della pittura del ‘900 ed esaltandone le qualità espressive di artista perfettamente calato nell’avanguardia che seguì il romanticismo. Un pittore colto, vicino ai temi della grande pittura novecentesca ed ai suoi massimi esponenti, artefice di opere palesemente accostabili all’espressionismo di Munch e Matisse con riferimenti al tardo Cezanne.
Nonostante la palese presenza di Dio non fosse consueta nella pittura del ‘900, Lin Delija fu tuttavia aperto e disponibile a rappresentare soggetti religiosi, affrontandoli però con una personalità artistica così marcata da non risultare antiquato ed accademico.
Interpellato sulla questione Expo, – per cui ha curato la mostra “Tesori d’Italia” presso il padiglione Eataly di Oscar Farinetti , una vera e propria sintesi dei gioielli dell’arte italiana che sta letteralmente conquistando il mondo -, Sgarbi definisce l’Esposizione Universale in corso a Milano nata in “una felice concezione generale”, seppur con alcuni vizi di fondo.
La polemica principale nasce intorno al Padiglione Italia costato 100 milioni di euro, oggettivamente troppo per una struttura architettonica che rimarrà in piedi anche ad Expo terminato, ma non sarà più contornata dai padiglioni degli altri Paesi che andranno smaltiti. Il rischio sottolineato con vigore da Sgarbi è quello di lasciare una vera e propria “cattedrale nel deserto” nella periferia milanese. Foto: Renzi ©
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