SOSPETTO SUICIDIO AL LAGO DEL SALTO, IL PARERE DELLA CRIMINOLOGA

(di Matteo Carrozzoni) A seguito del ritrovamento nelle acque del lago del Salto del corpo senza vita di una persona dispersa (leggi), cresce il sospetto che possa trattarsi di suicidio, fenomeno silenzioso che lascia sempre profondo turbamento. In merito a questa possibilità, per approfondire l’argomento e fare un quadro generale, RietiLife ha sentito in esclusiva la criminologa reatina Jessica Occhipinti: “La notizia di un suicidio anche se solo presunto, lascia sempre un senso di smarrimento in chi la riceve –commenta la criminologa reatina – E la domanda spontanea che ci si pone è ‘perché?’. Il lago del Salto, in provincia di Rieti è conosciuto per attività leggere e ludiche, ma nel corso degli anni, le profonde acque hanno nascosto notizie ben più gravi. Nel non troppo lontano agosto 2011 un ragazzo di 24 anni si è suicidato gettandosi da un cavalcavia alto più di 100 metri sulla superstrada del Lago del Salto, oggi la notizia del ritrovamento del corpo esanime di un uomo di 57 anni originario di Contigliano scomparso da ieri pomeriggio. D’innanzi alla morte volontaria i pareri sono molteplici. Analizzando il fenomeno possiamo dare una prima risposta al ‘Perché una persona decide di congedarsi dal mondo’ dicendo che la volontà è quella di porre fine ai dispiaceri e alle difficoltà della vita. In questo particolare periodo di crisi economica i problemi quotidiani sono amplificati e il dato in ascesa del numero di suicidi dal 2013 ad oggi ne è un chiaro esempio. Facendo delle riflessioni dal punto di vista criminologico, c’è da sottolineare che ogni interpretazione deve essere strettamente riservata al singolo caso. Non è possibile fare una classificazione e una definizione scientifica ma, deve essere praticata una ricerca complessa, personale, arrivando a dare un senso della vita di ogni soggetto. Saranno quelle stesse motivazioni che potrebbero sembrare banali ad intrecciarsi con la scelta di ‘farla finita’ e a darci la giusta risposta a quel ‘perché’ tanto tormentato. Posso affermare – conclude Occhipinti –  che se verrà appurato che l’uomo abbia deciso volontariamente di gettarsi in piena notte nelle fredde acque del Salto, sicuramente non avrà agito in maniera repentina ed improvvisa. Il suicidio è programmato, analizzato, studiato ed immaginato.  Il passaggio dall’immaginazione alla pratica è molto più breve di quanto noi possiamo ipotizzare”. Foto (archivio) RietiLife ©

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