ANDREW HOWE LASCIA MAMMA RENE’ E CAMBIA ALLENATORE: “HO BISOGNO DI NOVITÀ”

Svolta per Andrew Howe. Dopo il secondo posto nella trasmissione di Raiuno Ballando con le stelle, ha deciso che non si allenerà più con il suo tecnico storico, la mamma Rene’ Felton. Il 29enne dell’Aeronautica, trent’anni il prossimo 12 maggio, vuole provare a dare un cambio netto alla sua carriera, negli ultimi anni costellata da infortuni e avara di successi. Questa l’intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale ha annunciato il cambio di allenatore a partire dalla prossima stagione: le opzioni sono Roberto Pericoli, il tecnico del bronzo olimpico Fabrizio Donato, e lo svedese Yannick Tregaro, allenatore del campione olimpico, mondiale ed europeo Christian Olsson.
Velocità o lungo?
“Nessun dubbio: lungo. Con lo sprint ho chiuso. Ho insistito troppo. E mi sono infortunato a ripetizione. Forse avrei potuto decidere di fare il velocista a 19 anni, quando corsi i 200 in 20″28. Ora non ha più senso”.
Come si gestisce, dunque, in pedana?
“Sono a un bivio: ho chiesto a Roberto Pericoli, allenatore di Fabrizio Donato e consulente di Daniele Greco, di seguirmi. Nel mentre, tramite un amico italiano che vive in Svezia, ho sondato un’altra pista: porta a Yannick Tregaro, già coach tra i tanti di saltatori quali Christian Olsson, Kajsa Bergqvist e della moglie Emma Green”.
Come si organizzerà?
“Nel primo caso, a Roma, mi dividerei tra Castelporziano, dove fa base Pericoli, che anche nel suo ruolo di advisor federale farebbe da supervisore al progetto, e la Farnesina, dove lavora Stefano Serranò, tecnico della mia Aeronautica e di un gruppo che comprende Tremigliozzi e Boni. In più, all’Acquacetosa, avrei a disposizione una struttura medica e non solo collaudata. Nel secondo non so con precisione: con Tregaro non ho ancora direttamente parlato”.
Comunque svolta vera…
“E non solo in pedana. Da quando è cominciato “Ballando” mi sono trasferito da Rieti a Roma, vicino al Foro Italico. Ora, sempre in città, sto cercando una nuova sistemazione. Non nego che la prima ipotesi di lavoro sarebbe logisticamente più semplice da realizzare. Ma la seconda mi attrae anche perché lassù sarei isolato, non il “ballerino” o il “ragazzo della pubblicità””.
Perché tutto questo?
“Devo ricominciare da zero. Una volta che avrò deciso quale opzione scegliere, dovrò fidarmi in toto di chi mi accompagnerà nel nuovo percorso”.
Quindi, tecnicamente parlando, con mamma chiude?
“Ci sono atleti che cambiano coach ogni anno, io sono stato con lei dal primo giorno. Ho bisogno di novità. E anche a mamma serve un cambiamento. E’ felice. E le sarò riconoscente in eterno, come spero altri”.
Potremo ritrovarla ai massimi livelli?
“Il tendine è a posto. L’ho capito proprio a “Ballando”, dove l’ho sottoposto a stress continui, anche se l’atletica è un’altra cosa. Ci vorrà tempo: per questo più che ai Mondiali di Pechino 2015 punto all’Olimpiade di Rio 2016″.
E le sue molteplici attività parallele?
“Dopo Rio vorrei provare a far qualcosa nel mondo del cinema o dello spettacolo, studiare recitazione. L’esperienza di “Ballando” mi ha aperto le porte a un nuovo mondo. Poi continuo a suonare coi miei Lags, mentre con la produzione artigianale di biciclette a scatto fisso ho un po’ rallentato. Ma un domani, chissà… Prima voglio tornare a saltare. E a vincere”.

Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©

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