“PASQUALE DA CITTADUCALE”, BENVENUTO PAPA FRANCESCO!

Nuovo intervento di Pasquale da Cittaducale, stavolta dedicato all’elezione del nuovo Pontefice, Jorge Mario Bergoglio.

Bacia i bambini, stringe la mano di tutti, si ferma dai disabili, rompe i protocolli come e quando dice lui, non ha l’oro addosso ma ce l’ha nel cuore. Poche fumate per conquistare lo scettro di capo della Chiesa cattolica, poco meno di una settimana per far innamorare miliardi di persone. Incredibile la marea umana che oggi nel posto più bello del Mondo ha assistito all’intronazione dell’ex cardinale di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio: che non è un attaccante del Boca o del River ma è il Papa, Papa Francesco. Un uomo votato ad aiutare i poveri, che in tutta la vita ha rinunciato ai tanti privilegi che, in qualche caso, hanno costraddistinto in modo negativo la Chiesa. Un uomo che in quasi una settimana ha pronunciato migliaia di volte parole come fratellanza, preghiera, cammino, custodire, perdono… parole e valori che spesso non fanno parte del vocabolario di ciascuno di noi ma che con il suo avvento dovremmo tornare ad usare. Un uomo che sta sconvolgendo positivamente il mondo e che dal mondo attende risposte concrete e non solo parole. Papa Francesco è forse il Papa che tutti avrebbero voluto e che, quasi per incanto, si è insediato sul trono di Pietro con naturalezza e simpatia, ma con le idee chiarissime: sia per l’evangelizzazione che per il cammino spirituale di ogni essere umano. Un personaggio che fa tornare alla mente alcuni suoi predecessori, forse superati per l’impatto talmente positivo che ha sprigionato sessanta minuti dopo la fumata bianca dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, da una settimana al centro del mondo. Un uomo che fino ad una settimana fa saliva in metropolitana nella capitale argentina, tifava per il San Lorenzo e che, oggi, non vuole salire sulla più celebre Papamobile SCV 001. Un uomo che ha rifiutato la croce d’oro, che ha pagato con gli abiti da Papa il conto dell’albergo che lo ha ospitato nei giorni del conclave. Un uomo che ha pregato i suoi connazionali di rimanere in Argentina e devolvere i soldi del viaggio verso Roma a chi davvero ne ha bisogno. Un uomo che ha speso la sua vita nelle opere di aiuto e conforto. Personalmente sono rimasto colpito da questo cardinale che non conoscevo e che subito dopo la sua proclamazione mi è sembrato uno di famiglia, uno del quale fidarsi, uno al quale offrire e affidare la propria anima. Sembra come volesse cambiare in fretta il corso millenario di una Chiesa spesso chiusa, restìa e piena di contraddizioni, sembra come volesse far luce e chiarezza sulle tante ombre che ne hanno offuscato il buon nome, tornando a quell’umiltà che dovrebbe essere il credo fondamentale appartenente solo ed unicamente alla Chiesa e i suoi fedeli. Papa Francesco, con tutte le dovute proporzioni, somiglia a Rino Gaetano che col suo modo dissacrante di fare ha, in un certo senso, cambiato lo stile di vita e i modi di comportamento di una certa generazione. Papa Francesco è apparso così, fuori dagli schemi, senza un compito scritto e con l’aria di chi usa più i fatti che le parole. Di sicuro avrà spiazzato quei cardinali molto più gettonati, glamour e spesso al centro di giornali e tv. Uno che sceglie di chiamarsi Francesco, il primo dei 266 eletti finora, non lo fa tanto per, lo fa per far capire dall’inizio quale sarà la sua missione, il suo mandato, la sua missione. Guidare il Ministero Petrino ed essere Vescovo di Roma, per Papa Francesco non sarà come prendere la metro a Buenos Aires, ma se tanto mi dà tanto e dopo aver fatto due conti, credo che per quest’uomo dal sangue italiano, dalla faccia buona e dal cuore gonfio d’amore, portare avanti questo Ministero sarà molto più semplice del previsto. Vuole portare avanti una Chiesa che si nutra d’amore e di fratellanza, una Chiesa che non vorrà più sporcarsi le mani, una Chiesa che abbia al centro della sua missione degli obiettivi ben precisi. Un dialogo d’intenti che ha sottoscritto con i suoi fedeli in meno di una messa. Da oggi il cardinale Jorge Mario Bergoglio è ufficialmente Papa Francesco, un Papa umile, un Papa buono, un Papa che speriamo riesca a cambiare qualcosa. A lui, al nostro Papa, arrivi davvero, così come richiesto, la preghiera di tutti. Una preghiera che lo faccia rimanere sul soglio di Pietro il più a lungo possibile. Il tempo necessario per rifondare la Chiesa e i suoi fedeli. Benvenuto Papa Francesco! Foto: Emiliano GRILLOTTI © Città del Vaticano, 19 Marzo 2013

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