RIETI CALCIO, A CHE SERVE IL SILENZIO STAMPA?

Silenzio stampa di ben due settimane per i giocatori ed il tecnico del Football Club Rieti. Parleranno solo il presidente Riccardo Curci, il diesse Franco Tempesta ed il team manager Ivo Gentile. Per il resto sarà silenzio. Tutto ciò perché? Domenica, come noto, gli amarantocelesti sono stati sconfitti 2-1 – malamente, c’è da dirlo – dal Città di Monterotondo. Seconda (su undici giornate!) sconfitta nell’avvio di stagione dei reatini, sempre primi a 21 punti: tra campo annacquato e decisioni della terna discutibili il derby della Salaria l’ha strappato il club eretino. Straripanti in trasferta (lì non hanno mai perso), i reatini in casa trovano qualche difficoltà e su 18 punti messi in palio dallo Scopigno, ne hanno raccattati appena 8. Pochini, è vero, ma le perdite sono compensate dall’ottimo rendimento esterno. E allora dove sta il problema, tanto da dover prendere una decisione così seria, come appunto il silenzio stampa? Da nessuna parte. Una decisione che lascia tutte le testate un po’ disarmate, senza grosse spiegazioni. Come – coi dovuti rapporti –  se la Juventus, dopo la strabiliante striscia di 49 vittorie filate e dopo esser incappata nella sconfitta per mano dell’Inter, si fosse ritirata sull’eremo dell’informazione. Impensabile. “Tale decisione scaturisce dal tentativo di ritrovare la necessaria concentrazione in vista dei prossimi importanti incontri di campionato” dice la nota del club di via De Gasperi. Che il problema sia un’intervista o un virgolettato in più? Il presidente Riccardo Curci, ha tenuto a precisare che “non si tratta di qualcosa contro la stampa” rassicurando chi lo incalzava. L’Italia, nel 1982, sulla scia del cattivo inizio di Mondiale e relativamente a pressioni lesive dall’esterno – c’entrava pure il gossip, visto che si vociferava di feeling “particolari” fuori dal campo per alcuni giocatori – annunciò il silenzio stampa. Sì, è vero, dopo quella decisione gli Azzurri vinsero il Mondiale. Era, però, una competizione internazionale e le pressioni dai giornali c’erano realmente. Ma il Rieti (che ricordiamo milita in Eccellenza) non ha mai avuto “pressioni” – termine pure eccessivo sostituibile con traguardi – se non le stesse declamate il 25 luglio, all’inizio della preparazione, dalla società stessa (e nessun’altro!) che chiedeva al team di vincere il campionato. Da quel dì, i parametri di giudizio si sono fisiologicamente innalzati, rendendo la critica ancor più attenta e costruttiva, mai deleteria. Dunque a che serve il silenzio stampa? Quasi a niente o meglio, a privare i lettori dei punti di vista e delle parole – entrambi importantissimi – dei diretti interessati quali giocatori e tecnico. Il silenzio stampa è unilaterale e le testate, tuttavia, continueranno a parlare del Rieti per informare gli appassionati. Come da sempre accade. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 13 Novembre 2012

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