THE DAY AFTER DI FRANCO MONTORRO

La terza sconfitta consecutiva è la peggiore, perché senza giustificazioni  e lo dico soprattutto per togliere alibi ai giocatori. Che non vuol dire assolvere a priori l’allenatore, che ha colpe di cui riparlerò, vuol dire mettere ognuno di fronte alle sue colpe. Questa poteva anche essere una squadra bella e poco combattiva, più da fioretto che da sciabolate: non è mai diventata “cattiva” e non è mai stata piacevole. Anche quando ha vinto non ha mai convinto. Più semplicemente non è mai diventata una squadra e la responsabilità è dei singoli. Particolarmente di quelli che in allenamento fanno tutto bene e in partita tutto male e guardate che la partita con Potenza era stata preparata nei minimi dettagli e invito i critici specializzati nel commento solo delle partite ufficiali (magari nemmeno viste dal vivo) a considerare non solo la pratica della domenica ma anche la teoria dal martedì al sabato. Opinione di chi ha visto certe preparazioni e le clamorose smentite di ieri a Roseto (della serie: faccio tutto il contrario di quello che mi avevano chiesto di fare). La squadra era e resta forte, al di là dell’importanza delle assenze che qui ed ora, per la prima ed ultima volta, ricorderemo: con Sottana e Bagnoli non si sarebbe persa nessuna delle ultime tre gare. Ma non c’erano e quelli che c’erano avrebbero potuto vincere con Agrigento, Roseto e Potenza. Se solo… Se solo… Se solo avessero più orecchio e cuore: mi dispiace dirlo e farlo generalizzando mettendo tutti nello stesso calderone eppure non do la sufficienza a nessuno dei giocatori scesi in campo ieri, nemmeno a Luca Rossi che almeno si è sbloccato in attacco, perché anche lui ha sbagliato scelte in attacco e patìto in difesa. In difesa, già: 101 punti subiti, 57 solo nel primo tempo. Aiuto cosa sono gli aiuti? Lezione settimanale sugli scivolamenti dimenticata in un amen, aggressività questa sconosciuta, spazi siderali concessi a Rossi e Cozzoli che pure erano bene stati descritti in fase di preparazione. lato oppostodel campo : Busca che commette infrazione di 8 secondi è roba da “Scherzi a parte”. Che dire di certe penetrazioni con giocatore reatino a mezzo metro dal canestro e inspiegabilmente portato a scaricare per un giocatore da fuori l’arco? 43 tiri liberi a 20 per Potenza: un’enormità, ma non mi sento di gettare addosso la croce agli arbitri, per questo; comunque sia andata, Potenza è entrata di più e meglio ad attaccare il ferro. Rieti no. In una delle ultime azioni a Rossi è stato consentito di pompare palla per un tempo infinito. Altra realtà, già anticipata e qui confermata: squadra bellina, anche nel compiacersi dei propri muscoli; per niente aggressiva (a parte Laudoni, a volte). Squadra che a tutte le difficoltà, finora, non ha saputo rispondere. Torniamo dall’allenatore: è evidente che il dialogo fra Avenia e la squadra è difficile, in alcuni casi probabilmente impossibile. E non è una questione di tecnica, forse nemmeno di pallacanestro in senso lato. Ma di trasmissione di concetti e di differenza di atteggiamento generale verso il basket. Mentre scrivo queste note non so quale possa essere il futuro immediato di Avenia, ovvero se la sua panchina sia a rischio e se e come la società intenda invece affrontare la questione nel suo complesso, ascoltandolo sulla sua gestione e subito dopo sull’atteggiamento dei giocatori. So che questi ultimi, in caso di esonero del coach, non avrebbero però più alibi. Siamo in una fase spartiacque, soprattutto in una fase in cui nessuno – ad ogni livello – può nascondersi e in cui ogni elemento deve essere giudicato non per quello che si sente di essere, ma per quello che dà. Voce del verbo “dare”. Che in inglese significa “osare” e non so quanti lo abbiano fatto, finora. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 28 Novembre 2011

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