THE DAY AFTER DI FRANCO MONTORRO

Una prestazione scellerata, nell’ultimo quarto di una partita tutta ad elastico con vantaggi anche di dieci lunghezze sprecati. La più brutta sconfitta collezionata finora, peggiore di quella con Martina Franca perché allora qualche perché c’era. Qui, due assenze che però non valgono come giustificazione, visto che quello che ha fatto più male è stata la forma, non la sostanza della debacle a Roseto. E mai come in questa occasione le cifre spiegano solo parzialmente cosa è accaduto in casa della Mec Energy. Formazione che se passa dal 0 su 7 del primo tempo nel tiro da tre al 7 su 13 della ripresa modifica di molto il suo stare nella partita. Mancavano Sottana e Bagnoli e non a caso i pariruolo Busca e Pugi sono stati i più impiegati, per 39 e 38 minuti; impossibile non pensare che la gestione speso caotica degli ultimi possessi lungo l’asse play-centro non sia stata condizionata dal sovraccarico di lavoro. Gallea e ferri si sono spesi come hanno potuto nel supportare Leo, mentre per ragioni diverse né Vian né soprattutto Politi hanno potuto dare un appoggio concreto a Federico vicino canestro. E se alla fine dei conti il rimbalzista numero uno è Laudoni con 9 palle arpionate si capisce che qualcosa non ha funzionato a dovere. La difesa ha sofferto molto, la zona non è stata efficace pur contro un attacco, quello rosetano, che per un lungo periodo ha preferito soluzioni perimetrali anziché penetrazioni e questo nei momenti degli allunghi reatini. Arbitraggio attivo, fin troppo, con molte infrazioni fischiate e ancora più falli. Morale: 23 falli per Rieti e 16 per Roseto; ma purtroppo 21 palle perse per noi (ed alcune gridano vendetta, come diversi tentativi da 3 che hanno avuto come pregio solo quello dell’… originalità). La squadra è apparsa a tratti stupita dalla sua stessa confusione, massima nei cinque minuti che hanno portato il risultato dal 63-62 per gli amaranto celeste al 67-79 finale. Attese novità di mercato già da oggi, quando dovrebbe essere ufficializzata la trattativa per un 3 di mano calda, ma si aspettano apporti anche in altri settori, in prima battuta per dare respiro a Busca e permettere così ad esempio al buon Gallea di oggi di occuparsi di altre mansioni. Per sfortuna o altro, a due mesi dal via del campionato la Sebastiani si ritrova ad essere una squadra corta (ma lo era già) e dall’identità di difficile definizione. I nuovi inserimenti sono necessari, ma obbligheranno ad allungare un periodo di rodaggio che si sperava concluso. Ed ancora restano dificoltosi da valutare limiti e potenzialità di cikascun elemento della rosa attuale. Tornando a ieri, se da Politi non c’era da aspettarsi molto di più, dopo nemmeno un allenamento intero con i nuovi compagni, perdura invece la crisi di Luca Rossi: 2 su 8 dal campo e nessun fallo subìto, quindi limitatissimo apporto offensivo. Pubblico rosetano prodigo di affetto per gli ex, ma abbastanza imbufalito con gli arbitri a cavallo del terzo e dell’ultimo quarto: offese, minacce e palle di carta in campo; assai più che non a Rieti al termine della gara con Agrigento. Detto giusto per amore della verità. Per finire un saluto a Luca Sottana, che nei momenti più importanti della gara chiedeva informazioni via telefono: avercene di giocatori, ma soprattutto di uomini, così. Ne hai conferma proprio in gare come quella di Roseto, mentre lui è centinaia di chilometri distante, ma con la mente lì. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 21 Novembre 2011

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