Tsm 2, Fare Ambiente: “Non si può dire no a prescindere. Necessaria cultura d’ambiente realista e non fondamentalista”

“Cultura d’ambiente realista e non fondamentalista”. Fare Ambiente nasce dall’iniziativa di un gruppo di docenti universitari, esperti in politica e gestione dell’ambiente, insieme a molti giovani, lavoratori, professionisti, imprenditori, cittadini, che hanno deciso di unirsi per contrastare una metodologia anacronistica per tutelare l’ambiente e l’ecosistema. Come in ogni altro settore della nostra vita, ogni fondamentalismo finisce per nuocere alla causa, risultando spesso irrazionale e fideistico. Nel programma del movimento si legge: Fare Ambiente vuole affermare che non è possibile negare le forme equilibrate e razionali dello sviluppo. L’ambiente come valore generale è trasversale e deve essere considerato come parte integrante di tutte le politiche nazionali e globali.

Per tale motivo, stiamo ponendo molta attenzione al progetto di ripristino, ammodernamento e ampliamento dell’insieme degli impianti di risalita del comprensorio terminillese con la consapevolezza che non è possibile dire “NO” a prescindere ma usare il buon senso tutelando sia l’ambiente sia la qualità della vita di residenti, operatori e turisti attraverso uno sviluppo equo e razionale.

In Italia, oggi, è necessaria una cultura d’ambiente realista e non fondamentalista. È necessario, pertanto, tener conto di cosa rappresenta il Terminillo in termini di turismo e di impatto socio economico. Siamo consapevoli di essere di fronte ad un mutamento climatico ed al fatto che la destagionalizzazione del turismo sia ormai scontata. E nel caso terminillese, “destagionalizzare” vorrebbe già dire aprire ad orizzonti estivi con gli stessi strumenti invernali, come avviene da anni in tutto il panorama turistico montano. Gli impianti di risalita utilizzati in inverno per sciare, sono regolarmente aperti in estate per attività altrettanto redditizie, meno impattanti ed infinitamente più economiche. Mi riferisco ad esempio ai bike park, ai fun bob o agli alpine coaster che vogliono dire adrenalina, discesa, vento nei capelli, scendendo da una montagna a tutta velocità attraversando boschi intricati, sorvolando prati, curvando su pendii stretti, immersi nella natura e i suoi panorami meravigliosi. Dal Friuli, al Trentino, all’Alto Adige, al Piemonte, al Veneto abbiamo decine di esempi di queste strutture che sostengono l’economia montana. Non di secondo ordine, inoltre, il fatto che mettere mano all’impiantistica significherebbe rimuovere gli ammassi di ferraglia (impianti da anni fuori uso) attualmente presenti su tutta la montagna.

E poi, perché negare un meraviglioso panorama, un tramonto affascinante o la volta celeste senza alcun inquinamento luminoso a chi magari non è in grado di raggiungere una vetta con le proprie gambe perché avanti con l’età o disabile?

Firmato Simona Muccioli coordinatrice provinciale e Alessandro Festuccia laboratorio verde di Rieti

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email