Costini: “La mia riflessione sull’emergenza e la politica. Impressionato dalla debolezza dell’opposizione”

“Una delle stranezze più impressionanti di questa crisi è la debolezza politica dell’opposizione”: lo scrive Chicco Costini, leader di Area Rieti.

“La paura di scendere in piazza, con un atteggiamento altalenante, dovuto più al timore di fallire l’appuntamento che alla preoccupazione del rispetto delle misure di sicurezze, è l’indice di una fragilità dei movimenti sovranisti istituzionali, consapevoli di non riuscire a ‘raccogliere’ la rabbia diffusa degli italiani. Eppure mai come in questo momento le condizioni dovrebbero essere favorevoli a chi si pone come alternativa ad un governo, ad un estabilishement incapace di dare risposte concrete alle esigenze del popolo. Il governo Conte ha fallito nell’emergenza sanitaria, seguendo pedissequamente gli input di scienziati ed esperti che si sono mossi come dilettanti allo sbaraglio, incardinati nella loro arroganza universitaria, che gli ha impedito di comprendere quanto stava avvenendo realmente; ancora peggiore è stata la risposta all’emergenza sociale ed economica, dovendo la maggioranza giallorossa muoversi nei confini ristretti della tecnocrazia europea, unico vero sponsor di questo governo”.

“Ma nonostante tutto questo Salvini e la Meloni si sono concentrati in tatticismi parlamentari, più preoccupati di tenere unito un centrodestra, incuranti della volontà palese di Forza Italia di smarcarsi assumendo un atteggiamento francamente istituzionale, in preparazione del futuro governo di unità nazionale. Nella realtà questa pandemia, che ha accelerato il processo di implosione della globalizzazione, ha reso palesi i limiti di una classe politica incapace di elaborare un modello economico e sociale alternativo a quello liberista, con dei leader il cui principale obiettivo sembra essere quello di fare la concorrenza alla Ferragni e a Fedez nella popolarità sui social. Ed oggi questo modo di agire è del tutto insufficiente rispetto ai cambiamenti epocali che stanno avvenendo” dice Costini.

“Mentre leader mondiali come Trump e Putin non hanno timore di dichiarare la fine della globalizzazione, e ne mettono in discussione dogmi fino a ieri incontestabili, come la libera circolazione delle merci e gli organismi sovranazionali, mentre l’ordoliberista Germania fa intervenire la propria Cassa e depositi e prestiti per aiutare l’impresa nazionale, e si prepara a ridisegnare un’economia incentrata sul consumo interno, e non più sull’export, i sovranisti di casa nostra continuano a ripetere slogan e parole d’ordine antichi e oramai privi di qualsiasi energia. Salvini strilla sulla difesa della libertà di impresa, dimenticando che oggi per aiutare piccoli e medi imprenditori, che dovrebbero essere il suo principale target elettorale, è necessario un forte intervento dello Stato, tale da arginare le speculazioni delle multinazionali, che sfruttano la crisi per guadagnare sulla pelle di chi fallisce; parallelamente la Meloni si aggrappa alla difesa del made in Italy, che di italiano non ha più nemmeno il nome, essendo nella gran parte nelle mani di fondi cinesi ed arabi, e che cresce sfruttando schiavi africani ed asiatici, con strategie imposte dalla grande distribuzione trans nazionale affamando i piccoli produttori italiani, impossibilitati a reggere una concorrenza troppo più forte di loro” continua il leader di Area.

“E così mentre multinazionali e speculatori ridisegnano il nuovo mondo post Covid, rispondendo alla fine della globalizzazione con l’instaurazione del Grande Fratello sanitario, riducendo al nulla la possibilità di scelta dei popoli, ricattati dall’emergenza sanitaria, convinti ad accettare un controllo pervasivo della propria vita in nome della difesa della propria salute, legando il destino dell’umanità a vaccini prodotti dai colossi di big pharma, in Italia alimentiamo il conflitto tra meridionali e settentrionali, ci accapigliamo su quattro spicci dati ad una categoria piuttosto che ad un’altra. Mai come oggi sarebbe necessario un laboratorio politico capace di elaborare nuovi modelli economici e strategie, capace di un’analisi profonda della società, in grado di rendere comprensibile a tutti quanto sta avvenendo. Ed invece, mentre le vecchie elite sembrano aver ben chiaro come affrontare la nuova fase, e stanno disegnando un progetto finalizzato alla creazione di un mondo in cui sempre di più la distanza tra popolo e classi dominanti sia consolidata, ed in cui il controllo sociale sia ancora più puntuale e sicuro, coloro che a parole si oppongono, continuano a leggere la nuova epoca con vecchie categorie, più preoccupati di non essere marginalizzati dalle centrali di potere, accontentandosi delle briciole che il potere gli concede, adagiandosi in uno strapuntino dei palazzi dove vengono prese le decisioni. Essere politicamente scorretti è diventato una forma di conformismo in cui si confonde il turpiloquio alla Sgarbi, con la reale opposizione al pensiero unico” continua.

“Mai come oggi il popolo avrebbe bisogno di leader realmente rivoluzionari, capaci di immaginare e combattere per un mondo nuovo, dove identità, sovranità, comunità tornino ad essere linee di vette di un agire concreto, e non vuoti slogan da declamare in inutili convegni. Mai come oggi il popolo avrebbe bisogno di ideali per cui combattere, di strade nuove da percorrere, ed invece si ritrova ancora spettatore di talk show in cui come nel wrestling finti lottatori si affrontano tra urla e smorfie, senza dire nulla. Ed il tempo per cambiare sta drammaticamente finendo” conclude Costini.

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email