Coronavirus, il progetto di Iss e Nato che sviluppa kit diagnostici: c’è anche la ricercatrice reatina Chiara Acchioni

(ch.pa.) “Sviluppare kit diagnostici rapidi per il dosaggio di anticorpi e antigeni specifici del coronavirus nei fluidi biologici”. Questo è l’obiettivo che si pone il lavoro dell’ISS , Istituto Superiore di Sanità (realizzato in collaborazione con l’Ospedale universitario di Basilea e l’Ospedale universitario di Tor Vergata) presentato alla piattaforma “Science for peace and security” della NATO,  uno dei più importanti programmi di partenariato per la ricerca sulla cyber defence, le tecnologie avanzate, l’antiterrorismo, la sicurezza energetica e la difesa contro agenti chimici, biologici, radiologici e nucleari.

Una sfida ambiziosa e prestigiosa che si colora di amaranto-celeste grazie alla ricercatrice reatina Chiara Acchioni, parte dello staff a capo del progetto: “È una straordinaria esperienza di collaborazione scientifica – racconta orgogliosa – uno stimolo incredibile a dare il massimo e a fare sempre al meglio questo lavoro, ogni giorno di più”. Dal 2011, a testa bassa tra le provette e i microscopi dell’Istituto, prima come stagista poi come collaboratrice, Chiara non nasconde l’emozione: “Questo lavoro mi appassiona ma, soprattutto, mi permetterà di dare un contributo importante in un momento così difficile per il nostro Paese”.

Dietro gli ostici termini, rigorosamente scientifici, una grande opportunità, quella di sviluppare test diagnostici COVID19 altamente affidabili: “produrre proteine strutturali ricombinanti codificate da SARS-CoV-2 e anticorpi monoclonali (mAb) – si legge sul sito dell’Istituto – specificamente in grado di riconoscere queste proteine. I reagenti saranno utilizzati per sviluppare affidabili i test diagnostici attraverso un approccio coordinato e multidisciplinare che combina esperienza in immunologia, virologia e biologia molecolare”.

“Sono molto fiduciosa – continua Chiara, laureata in Farmacia con 11o lode all’Università di Perugia ed un Dottorato di Ricerca in Malattie Infettive, Microbiologia e Sanità Pubblica in tasca – è un progetto che dispone dell’altissima qualità scientifica e della grande esperienza del gruppo di lavoro in ambito immunologico, virologico e della biologia molecolare. Spero che l’impegno che stiamo portando avanti, tutti insieme – conclude – possa consentire di ottenere diagnosi più rapide e accurate e di porre, anche, le basi precliniche per lo sviluppo di un vaccino efficace e sicuro”.

Un progetto di enorme importanza, un primo passo verso quello che potrebbe essere il vaccino anti-COVID19: “la procedura di immunizzazione che verrà utilizzata per generare anticorpi monoclonali – prosegue ISS – fornirà anche un modello preclinico di immunogenicità di un vaccino anti-COVID-19. L’identificazione di anticorpi anti-virus potrebbe rappresentare un primo passo nello sviluppo di immuno-terapie basate sulla somministrazione di anticorpi per il trattamento di pazienti infetti”.

“I fluidi biologici analizzati – conferma Roberto Nisini, del reparto Immunologia dell’ISS e coordinatore del progetto – saranno il sangue ma anche la saliva e le secrezioni naso-faringee da tampone e il risultato si potrà conoscere in un lasso di tempo variabile da pochi minuti a un’ora. Il test sarà strumentale per lo screening iniziale in un triage o in una comunità. I kit diagnostici sviluppati – inoltre – consentiranno un rilevamento più rapido dei SARS-CoV-2 rilasciati nei fluidi corporei umani nell’ambiente e l’identificazione sensibile della risposta immunitaria”.

Lo studio coinvolgerà i ricercatori di diversi dipartimenti e centri ISS in un modello collaborativo che si auspica possa continuare anche quando l’emergenza COVID-19 sarà superata: le proteine ricombinanti di SARS-COV-2, prodotte da Paola Di Bonito, Maria Vincenza Chiantore, Felicia Grasso, Antonio Capocefalo e Angelo Iacobino, saranno la base per i test sierologici. Chiara Acchioni, Marco Sgarbanti, Andrea Cara, Donatella Negri, Silvia Sandini, Maria Franca Pirillo e Martina Borghi hanno, invece, disegnato e prodotto vaccini sperimentali a DNA e mRNA per la generazione di MoAb specifici per il virus che saranno selezionati da Sabrina Mariotti e Raffaela Teloni.

Lo studio della capacità neutralizzante l’infettività del virus da parte dei mAb sarà curato da Fabio Magurano, Antonella Marchi, Melissa Baggieri e Paola Bucci.

L’ISS collaborerà con il gruppo di ricerca del prof. Gennaro De Libero dell’Università di Basilea e con l’equipe di medici del Policlinico Universitario di Tor Vergata diretto dal prof. Massimo Andreoni, i dottori Loredana Sarmati, Giusella Moschese e Marco Iannetta.

Foto: RietiLife ©

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