“Quell’anno della macchia nera…” | LA LETTERA

Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata alla redazione.

Cara Redazione, sono Walter.

Ieri è stata per me una giornata un po’ dura: sai, con questa quarantena diventa tutto più difficile, anche una semplice festa del papà, mia nipote che ha compiuto 2 anni e abbiamo festeggiato in videochat il soffio della candelina, amici che sento spesso che vivono a Bergamo e mi raccontano le loro giornate… insomma, ieri è stata più dura del solito… Così, come forse ricordi, ho ripreso dopo tanto tempo carta e penna e ho buttato giù qualcosa.
Non voglio pubblicità ma solo che la gente si sensibilizzi di più sull’argomento. Che sia più attenta e rispettosa verso gli altri. In fondo è una storia di come fra tanti anni immaginerò di ricordare questo periodo….
Fammi sapere che ne pensi, se puoi.

QUELL’ANNO DELLA MACCHIA NERA 

E mi ricordo

quando tanto tempo fa

quell’anno che era iniziato

con quei giorni strani.

Non c’era stato l’inverno e le stagioni

sembrava mescolarsi senza sosta.

C’erano quasi sempre le stelle

e a notte fonda soffiava

solo un fievole vento.

Per strada vagavano foglie

e qualche cane randagio

e si sentivano risate dalle finestre.

Mi ricordo

che tutto era iniziato in sordina,

in giorni di sole che la gente

bramava per la sua serenità.

Poi all’improvviso

ad ogni alba e ogni tramonto

nuove disgrazie e nuove leggi

vibravano nell’aria e nell’etere

e sulle bocche di tutti.

E il sapore di quei giorni assolati

cominciava a sapere di terrore.

Quando lo chiamarono quarantena,

nemmeno allora la gente capì.

Tutti si convincevano che 

sarebbe andato tutto bene,

con canzoni, bandiere,

disegni e inni alla patria

ma l’unica cosa che prima doveva guarire

era la mente e l’ignoranza.

Mi ricordo tutto questo:

quando la Terra si era fermata a respirare,

quando era diminuito lo smog,

l’inquinamento, i consumi… 

quando era tornata l’importanza

di un abbraccio mancato,

e ci restava solo una telefonata,

per fortuna anche la tecnologia.

Ma le persone cedevano a questa piaga

e molti ci lasciavano, e noi inermi

piangevamo in casa.

Che quei muri ormai

erano la nostra protezione, il nostro specchio:

le persone si ritrovarono faccia a faccia

con se stessi, le loro vite, i loro cari.

Ed era questa la paura peggiore.

Eppure l’unico raggio di sole che si vedeva

era filtrato dalle persiane

o dallo schermo di un telefono.

Parole vane e lacrime amare.

Paura e pandemia.

Morte e silenzio.

Mi ricordo ancora

il sapore di quell’aria che si respirava,

di guanti di plastica e candeggina.

E da dietro una mascherina,

un’aria che sapeva di polvere.

E nessuno si avvicinava più, nessuno

osava salutarti con la mano.

Restate a casa, dicevano,

ma le persone non capivano

anche se ormai c’eravamo tutti dentro.

E mi ricordo

che dopo dieci giorni

mi mancava più un abbraccio sincero

che una boccata d’aria.

Sere solitarie in silenzio

a scrivere ad amici lontani,

a parlare con persone che temevi

non avresti più rivisto,

di cose che avresti preferito non sapere.

Mi ricordo

che passó parecchio tempo,

ricordo che tutto il mondo lottó

e che gravi furono le perdite.

Infine venne la pioggia e lavó via tutto.

E quando ritornó il sole

i fiori erano gia sbocciati

e le api erano tornate al lavoro.

Cosi quella macchia nera morì,

sgretolando i muri di ogni casa

e facendo spazio ad aria nuova.

Si sentiva che la natura stava

rigenerando se stessa.

La Terra era purificata.

E così anche noi.

E mi ricordo

quando dissero alle radio

che restare a casa non era più un obbligo!

E piansi.

E scesi in strada.

C’era così tanta gente che era tutta una festa.

E abbracciai tutti, tra lacrime e risate.

Rividi la mia famiglia.

I miei amici.

I miei cari.

Vidi per la prima volta

che le persone non nascondevano

delle lacrime di gioia.

Era una giornata bellissima.

Era l’inizio dell’estate.

La nostra ripresa.

C’era ancora il sole e si stava benissimo.

E quell’aria nuova sulla pelle

la ricorderó per sempre.

Formichetti Walter ©

19.03.2020

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1 Commento

  1. Congratulazioni. E’ molto bella e veritiera. Grazie