Poggio Nativo, un tuffo nel cuore della Sabina con “Paese che vai”

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina Grillotti) Un tuffo in Sabina nel nuovo appuntamento con “Paese che vai”: c’è Poggio Nativo.

DOVE SI TROVA? – Poggio Nativo è un borgo di origine medievale che sorge a 415 metri sul livello del mare su uno sperone di roccia sulle propaggini meridionali dei monti Sabatini. Il territorio comunale, che dista da Rieti quasi 29km, conta più di 2500 abitanti e si estende per una superficie di 16,5 km quadrati. 

QUANDO NASCE? – Il territorio del comune sembra essere stato abitato già durante l’età del bronzo, infatti in località Casali furono ritrovati, presso due piccole grotte, reperti di ceramica databili all’età del Bronzo antico e medio. Nonostante questi ritrovamenti, il primo nucleo abitativo si data nell’alto medioevo e si doveva trovare in quella che è oggi la parte più alta del paese, un luogo che fu certamente sicuro quando gli abitanti del contado dovettero cercare riparo dalle truppe dei saraceni.

Meglio conosciuto come Podium Donadei, nella metà del XII secolo questo appartenne a Rainaldo Senibaldi e fu proprio questi che lo donò al Papa. Il territorio rimase sotto il controllo della curia fino al 1400, periodo in cui passò ai Savelli, fu con questi che il borgo fu protagonista di un episodio ricordato da Papa Pio II nei Commentarii: Poggio Nativo dopo aver ospitato le truppe di Piccinino per ordine di Jacopo Novelli, fu messo sotto assedio dalle truppe pontificie di Antonio Piccolomini, il castello si arrese ma quando le truppe pontificie varcarono l’accesso al centro trovarono le porte chiuse, a questo l’esercito papale reagì facendo irruzione e sottoponendo l’intero paese a saccheggio e distruzione. dopo vent’anni da questo tragico evento, nel 1480, Poggio Nativo, tornato da quel momento sotto il controllo del Papa, tornò nuovamente possesso dei Savelli finché passò ai Borghese nel XVII secolo. Fu sotto il secondo controllo dei Savelli che il castello venne costruito e con esso furono ricostruite anche le fondamenta della chiesa di San Paolo, con annesso convento, ma furono anche fatti considerevoli miglioramenti all’assetto urbano. Della rocca-palazzo rimane ben poco conseguentemente al terremoto del 1915 che lo rase al suolo quasi nella sua interezza: ne rimangono al centro del paese due livelli di finestre e un bastione poligonale. Dalla famiglia Savelli, il comune passò, come abbiamo visto ai Borghese, questi ne divennero duchi e ne esercitarono i diritti fino all’abolizione della feudalità, nel 1816, sotto di loro il paese raggiunse una certa floridezza economica testimoniata anche dalla presenza degli edifici che ancora oggi esistono all’interno del paese. Particolarmente intensa fu nel XIX secolo la partecipazione degli abitanti di Poggio Nativo agli eventi nazionali che portarono all’avvento della Repubblica Italiana.

COSA VEDERE? – Appena fuori dal centro abitato possiamo trovare il complesso monastico di San Paolo che risale al XIII secolo, questo fu fondato per volere di Farfa per essere sede del monastero delle monache benedettine che vi rimasero fino al 1460, anno dell’assedio delle truppe papali, in quella occasione Pio II ordinò il loro trasferimento a Roma. Il complesso fu lasciato a se stesso per molti anni e solo successivamente fu ricostruito e ingrandito dai frati francescani a cui fu dato dal Papa nel 1471. Dai frati la vecchia chiesa fu trasformata in Coro e questo fu arredato con scanni in legno intarsiati che si conservano bene ancora oggi. L’attuale chiesa invece fu ricostruita ex novo e al suo interno è possibile ammirare l’altare maggiore ornato di marmi di gran pregio e affiancato da due statue, di San Giacomo e San Filippo, l’altare è inoltre sormontato da una tela seicentesca rappresentante “L’Apparizione del Santissimo Sacramento e due frati francescani”. Nell’unica navata sono presenti sei cappelle, concesse in patronato alle nobili famiglie del luogo, i cui stemmi gentilizi sono tutt’ora visibili negli archi. Nella terza cappella di sinistra sono presenti due affreschi risalenti al 1560, raffiguranti San Biagio e San Giovanni Battista e nella terza cappella di destra è conservata una tela ovale con la Madonna in trono con Bambino e tre Angeli. Il convento, ricostruito nel ‘400, è stato ripetutamente rimaneggiato: l’ampio chiostro è decorato da lunette rappresentanti episodi della vita di San Francesco. Il portale della vecchia chiesa, utilizzato per la nuova costruzione, conserva ai lati delle pitture murali rappresentanti la decollazione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro. Nei primi anni del ‘900 fu per caso trovato un trittico dipinto dal pittore Antoniazzo Romano attualmente esposto alla Galleria Nazionale di Roma. Accanto al nucleo storico di Poggio Nativo si trova la chiesa rurale dedicata a San Rocco, di questa chiesa non si conosce la data esatta di costruzione ma era sicuramente già presente nel 1713, anno riportato sull’epigrafe posta sopra all’architrave che rappresenta l’anno del restauro ad opera della compagnia del SS. Sacramento. Alla chiesa si accede da un piccolo portone in legno, è costituita di una pianta rettangolare ed è coperta con una volta a botte, mentre l’interno si presenta intonacato e presenta un pavimento in cotto antico e un altare in stile barocco con al centro un dipinto figurante la Madonna con San Rocco e San Sebastiano. La popolazione è inoltre molto legata alla chiesa della SS. Annunziata, questa sarebbe stata eretta, secondo alcuni storici in sostituzione di un’antica cappella dedicata alla Beata Vergine, a quella primitiva cappella appartengono il portale e il fonte battesimale. Questa fu ampliata nel 1576 e riccamente ornata, la campana che è tutt’ora ben conservata nel campanile fu donata dal Borghese. La chiesa fu restaurata dopo il terremoto del 1915 e al suo interno si può ammirare la tela della fine del XVI secolo rappresentante San Francesco di Paola, tela di scuola umbro-romana.  C’è infine da ricordare la curiosa storia della Chiesa della Madonna dei Peschi, conosciuta anche come Madonna della neve, questa chiesa si trova fuori paese, in campagna, e fu costruita a seguito di un evento miracoloso, ovvero un’incredibile nevicata in Agosto. La chiesa è a navata unica. Ha un bell’altare con sopra una statua della Madonna. Nella parete dell’altare c’è un grande affresco che raffigura la Madonna con Bambino e due Santi. La chiesa è interamente affrescata, anche nelle pareti laterali e sul soffitto. Nei dipinti dell’edificio sacro vi sono raffigurati vari Santi: San Vito, Santa Lucia, San Pietro e Paolo, Sant’Antonio Abate, Sant’Agata, Sant’Apollonia.  Davanti al luogo di culto c’è uno spiazzo, e ci sono anche alcuni ruderi di costruzioni ed un fontanile. La piccola chiesa, già appartenuta alla famiglia dei baroni Brunetti è molto venerata dalla popolazione.

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – I primi 15 giorni di agosto sono tradizionalmente vestiti di festa nel comune di Poggio Nativo, infatti la popolazione in questi giorni si riunisce in paese per onorare l’Assunta ma anche per la tradizionale Sagra della Ciambella che terrà in questo 2020 la sua 49a edizione. I festeggiamenti sono animati da musica e stand enogastronomici per tutta la durata dei festeggiamenti, vi sono spettacoli e concerti, il tutto accanto anche alle manifestazioni religiose che il calendario comunale prevede.

Foto: Fabrizio MEI ©

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