Federazione Medici di Famiglia a protezione dei dottori: “Applicare le regole per il Coronavirus”

La Federazione Italiana Medici di Famiglia, settore continuità assistenziale, ha scritto hai direttori generali delle Asl, agli assessori regionali alla salute e ai prefetti inviando una lettera con l’oggetto “Procedure di tutela Medici di Continuità assistenziale per emergenza sanitaria nazionale”.

“La scrivente organizzazione sindacale – si legge nella nota FIMMG – in relazione all’Emergenza sanitaria nazionale da Covid-19, preso atto della Circolare del Ministero della Salute numero 5443 del 22 febbraio 2020 con disposizioni in materia di prevenzione e gestione dei casi di SARS-Cov-2, vista l’ordinanza del Ministro della Salute del 21 febbraio 2020 pubblicata in gazzetta ufficiale al numero 441 del 22 febbraio 2020, preso atto delle segnalazioni pervenute dai Medici di Continuità Assistenziale richiede la fornitura ai Medici di Continuità Assistenziale dei dispositivi di sicurezza personale diffida – scrive FIMMG ai destinatari – dall’omettere la fornitura dei dispositivi di protezione personale, indicati dalle linee guida per il Coronavirus, ai medici di continuità assistenziale che devono essere resi disponibili in numero sufficiente al numero di medici e adeguato al carico di visite effettuato nonché dall’omettere la fornitura ed il ritiro dei contenitori necessari allo smaltimento degli stessi e la disinfezione degli ambienti secondo quanto indicato dalle linee guida. Inoltre diffida dal consentire l’accesso incontrollato di pazienti alle sedi di Continuità Assistenziale senza prevedere un triage telefonico che impedisca a soggetti sintomatici di venire a contatto con altri cittadini e con i medici e dal consentire lo svolgimento di attività ambulatoriale in sedi di Continuità Assistenziale prive dei requisiti richiesti dal Decreto Legislativo n. 81/2008 Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

FIMMG, così, richiede “l’immediata sospensione dell’attività ambulatoriale a libero accesso alle sedi di Continuità Assistenziale che non sia preceduta da un triage telefonico; l’individuazione di sedi rispondenti ai requisiti di sicurezza dei requisiti richiesti dal Decreto Legislativo n. 81/2008 Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro; la divulgazione delle nuove procedure di accesso al servizio mediante apposita cartellonistica nelle aree di accesso alle sedi e comunicazioni attraverso i media locali”.

Foto: RietiLife ©

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