La Regione dimezza i fondi per l’Alzheimer: “Costretti a chiudere il centro di Cantalice o a ridurre servizi”

“La Regione Lazio ha ridotto drasticamente le risorse stanziate per l’Alzheimer. Si tratta dell’assegnazione 2019 delle risorse afferenti al Fondo nazionale per le non Autosufficienze, per le prestazioni assistenziali di cui alla Misura 3.3 Alzheimer”: lo scrive Presidente Amar, Andreina Ciogli.

“Nella provincia di Rieti l’assegnazione di fondi per l’anno 2019 passa da 400mila a 190mila: la cifra è stata più che dimezzata. Inoltre è stata già divisa a livello dei vari distretti sociali. Al Consorzio Sociale di Rieti che fornisce i servizi per il Distretto sociale 1 – Montepiano Reatino (città di Rieti ed i Comuni del comprensorio, con una popolazione di circa 70.000 unità) – i fondi sono pari ad Euro 82.274,41. Consideriamo che la spesa storica, stabilizzatasi negli anni, del Consorzio, è pari a circa 245mila euro/anno, destinata a finanziare i servizi attivati nel Centro Diurno Alzheimer di Cantalice che rappresenta una realtà ormai consolidata ed importante del territorio ed inoltre è l’unico CDA attivo nella provincia” continua Ciogli.

“Sappiamo tutti che le patologie neuro-degenerative croniche, quale è l’Alzheimer e le altre forme di demenza, sono in continua crescita; esse sono correlate all’età anagrafica e, se vi sono più anziani, vi saranno, di conseguenza, più malati di demenza; la popolazione della provincia di Rieti è la più anziana del Lazio; da noi si vive di più che negli altri territori della regione e, aggiungerei, d’Italia. Questo è, di per sè, una bella cosa ma, più si va avanti negli anni, più aumentano gli acciacchi e le malattie e le disabilità e la necessità di assistenza. Nella provincia i malati di demenza sono circa 3.000; per la maggior parte essi sono assistiti in famiglia. I servizi nel nostro territorio sono ridotti al lumicino; abbiamo il CDA (Centro Diurno Alzheimer) di Cantalice; Alzheimer Caffè a Villa Reatina; un centro a Canneto, Comune di Fara in Sabina. Di questi, il solo CDA gode di contributi regionali; gli altri due sono gestiti da Associazioni di volontariato e non godono di fondi pubblici. Inoltre ci sono caratteristiche specifiche demografiche e orografiche della provincia; i malati (e le famiglie che li assistono) sono dispersi sul territorio; inoltre questo è un territorio prevalentemente montano, con comunicazioni viarie difficili” dice Ciogli.

“Ed allora cosa bisognerebbe fare? Bisognerebbe supportare le famiglie fornendo loro ulteriori servizi, incrementando inoltre quelli già esistenti; ciò comporterebbe una migliore qualità di vita dei malati e delle famiglie, una riduzione della istituzionalizzazione dei malati, un minor accesso al SSN (visite medico di base- accessi impropri presso il pronto soccorso e riduzione ricoveri ospedalieri impropri); Una riduzione della spesa sia quella privata (delle famiglie) , sia quella pubblica ( enti locali e SSN)” dice la presidente Amar.

“Dunque, in un contesto di questo tipo, l’obiettivo sarebbe quello di aumentare i servizi e gli aiuti per le famiglie o, in una logica di difficoltà economica, non ridurre almeno i servizi già esistenti e creati con grande difficoltà. E che fa la Regione Lazio? Riduce i fondi per l’Alzheimer! La logica brutale ed incomprensibile è quella della riduzione della spesa fatta sulla pelle dei più deboli e dei più fragili! E chi è più fragile di una persona malata di Alzheimer? Considerando quanto detto in precedenza, non si riesce assolutamente a capire la ‘ratio’ di questi provvedimenti. Ciò comporterà, innanzitutto per l’anno in corso, o la chiusura del CDA di Cantalice o, una drastica riduzione dei suoi servizi (come una riduzione dei giorni di attività; adesso è attivo 5 giorni alla settimana con orari che vanno dalle ore 9.30 alle ore 16.30). Credo che tutto questo sia inaccettabile! Amar, Associazione Malattia Alzheimer di Rieti, chiede che tutti quanti, i familiari dei malati, le Associazioni di volontariato attive sul territorio, i Sindaci dei Comuni che fanno parte del Consorzio Sociale di Rieti, la locale Asl ed i suoi dirigenti non rimangano inerti ma facciano sentire forte il loro dissenso. Mi rivolgo anche ai rappresentanti regionali; innanzitutto a quelli che fanno parte della maggioranza ma anche a quelli dell’opposizione; essi devono rappresentare i cittadini e sostenere le loro istanze ( se le ritengono giuste); facciano qualcosa ! Facciano sentire per una volta, la loro voce in difesa dei diritti dei più deboli” conclude Andreina Ciogli.

Foto: RietiLife ©

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