Mille studenti reatini potrebbero rimanere senza scuola. Spunta l’ipotesi Micioccoli: “Intervenga il Governo”

(dal Corriere di Rieti) Ad oltre tre anni dal sisma che ha portato Rieti a dover fare conti con l’emergenza della sicurezza delle scuole non sono chiare tempistiche e organizzazioni alternative per i lavori di adeguamento sismico che interesseranno alcuni edifici cittadini. A dover condividere lo stesso destino saranno infatti la scuola media Basilio Sisti e l’I.C. Marconi. Lavori che potrebbero anche svolgersi in parallelo e che quindi creerebbero notevoli disagi per la dislocazione di oltre 1.000 alunni.

“In un momento come questo, in cui sappiamo che dovremo lasciare la scuola ma non sappiamo quando – sottolinea la dirigente scolastica dell’I.C.Minervini Sisti, Mara Galli, sarebbe quanto mai opportuno riaprire il tavolo tecnico fermo a maggio 2018 e riattivare una procedura di confronto con le istituzioni e tutti gli attori coinvolti, con numeri ed esigenze alla mano, per arrivare preparati. La scuola non deve pagare ancora”.

In merito a ciò l’assessore comunale all’Urbanistica e lavori Pubblici, Antonio Emili ha ribadito la volontà di riaprire tale strumento di confronto ma “quando avremo i progetti dei tecnici incaricati, per condividere il contenuto e le scelte da fare con soggetti interessati”. Il Comune a luglio 2017 inoltrò al Miur la prima richiesta per avere dei moduli. Poi ancora a gennaio e infine a giugno 2018 come sottolinea Emili che aspetta una risposta. A gennaio 2019 l’Ufficio speciale ricostruzione faceva sapere che 5 erano i pareri favorevoli dell’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, e tutti su edifici scolastici di Rieti. Interventi di adeguamento sismico per il Marconi, per la ‘Sacchetti Sassetti’, due per la Sisti (palestra ed edificio scolastico) e poi la costruzione di un nuovo edificio a sostituzione del Maiorana dichiarato inagibile. Una pioggia di milioni per la città. Ma chi lavora nella scuola sa cosa significa riorganizzare una didattica in altri luoghi, spesso inadeguati, e dover affrontare problematiche legate ad una mancata organizzazione dell’amministrazione. I bandi per le progettazioni sono stati ormai chiusi. L’iter sta andando avanti ma non si è ancora stabilito dove andranno a fare lezione gli studenti di queste scuole.

C’è solo l’ipotesi di un’area in località Micioccoli dove posizionare gli attesi moduli ma come ribadisce Emili “una scuola modulare per le esigenze reatine viene a costare 4 milioni e un Comune in predissesto come Rieti non può permettersela e necessita dell’aiuto del Governo”. Anche il ‘Gruppo Genitori Filippo Sanna’ torna a far sentire la sua voce, pretendendo dalle istituzioni locali una assunzione di responsabilità “mettendo da parte opportunismi politici sul tema della sicurezza scolastica e avendo il coraggio e la pazienza di spiegare alla cittadinanza le proprie scelte” e contestualmente sollecitando il Governo a prendere in mano la situazione.

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email