Ex Scia e stadio, bollette da saldare per 7000 euro. Donati: “Pagare o stracciamo la convenzione”

(di Christian Diociaiuti) A naso sarà un’altra settimana difficile per il Rieti, che inizia dopo una debacle (5-1) a Vibo Valentia e con la questione stipendi ancora da risolvere. E mentre si riprende domani (e nell’aria c’è la voglia di non tornare ad allenarsi se non saranno saldate le spettanze, come è successo giovedì scorso) già c’è una questione a dir poco spinosa da dipanare, che non riguarda direttamente la squadra, ma la società sì.

Si tratta del Ciccaglioni: l’impianto ex Scia di via del Terminillo, già oggetto di attenzione in estate (leggi), torna agli onori delle cronache. Perché? Perché il Rieti – che lo gestisce, mentre il proprietario è il Comune che lo ha concesso al club tramite apposita convenzione – non ha pagato le ultime bollette. Non le ha pagate per il Ciccaglioni e pure per lo stadio: circa 7000 euro di corrente da pagare. Risultato: intanto il Ciccaglioni è chiuso dalla metà della scorsa settimana, con diversi sportivi rimasti senza allenamenti (e lo stadio rischia ugualmente). Eh sì, perché quel campo su cui non si possono giocare gare ufficiali (manca l’omologazione, non è rinnovabile dagli organi competenti perché il manto va rifatto, è di fatto finito) ospita almeno gli allenamenti di tre realtà: le giovanili del Rieti (Berretti, U15 e U17, coi genitori infuriati perché i loro ragazzi non possono allenarsi), la scuola calcio del Rieti (che, badate bene, è una realtà a se stante dal Football Club Rieti) e pure il Piazza Tevere che sì gioca al Gudini, ma in settimana “scalda i motori” per il weekend in via del Terminillo.

Tutti in mezzo a una strada – è il caso di dirlo – per colpa delle bollette non pagate dal Rieti. E mentre è già iniziato lo scaricabarile tra vecchia e nuova gestione – con la querelle che si estende agli stipendi, alla vendita e non solo – pure lo stadio rischia di rimanere senza corrente, proprio perché la bolletta degli ultimi due mesi – inclusa nei 7000 euro di cui parlavamo prima – non è stata saldata. Formalmente la corrente ancora non è stata staccata, ma se dovesse esserlo i rischi sono tali e quali a quelli del Ciccaglioni. Diffida ad adempiere e, qualora non venisse mantenuta la promessa, revoca della gestione.

Il consigliere comunale con delega allo Sport Roberto Donati, alla domanda sulla grave – e permetteteci, inaccettabile situazione –  risponde: “In mattinata incontro dirigenti comunali e parlo con la Rieti calcio per capire il da farsi. Stiamo verificando con la ditta che eroga il servizio – le utenze sono a carico e a nome della Rieti calcio – se c’è l’ufficialità della sospensione formale del servizio, noi dobbiamo applicare l’articolo 7  della convenzione, che provvede la diffida ad adempiere. Altrimenti c’è la rescissione del contratto. C’è una convenzione in atto firmata dalle parti che regola chi deve fare cosa. Noi abbiamo sempre fatto nel bene la nostra parte, se costretti la faremo anche nel male a tutela degli impianti del Comune di Rieti e quindi di proprietà dei cittadini”.

Nella baraonda del Rieti, ci si mette anche questo (una situazione notissima e nata lontano, sia chiaro). E intanto le realtà che usano questo campo – il quale ci preme sottolineare è a mezzo servizio non potendo disputare le partite ufficiali, un controsenso anche questo inaccettabile – sono alla ricerca disperata di un campo dove allenarsi. Le giovanili del Rieti, certo, ma pure quella scuola calcio nata sulle ceneri di quella “in house” del Rieti tramite una “fusione” con Cantalice e il Piazza Tevere, che in tutta questa storia (come la scuola calcio del Rieti) non c’entra niente e vorrebbe solo fare quel paio di train a settimana per arrivare lucido e pronto alle partite.

Ma in fondo, perché indignarsi o prendersela tanto. È solo un campo di calcio, mica deve avere la possibilità di essere omologato per le gare ufficiali e avere le bollette in regola per permettere agli sportivi di entrarci… 

Foto(archivio): RietiLife ©

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