Maxi frode nell’accoglienza dei migranti: due indagati anche a Rieti

Ci sono due indagati nel Reatino, M.M. e M.M., per la vasta operazione che riguarda tutto il Lazio e non solo. Polizia e Guarda di Finanza hanno scoperto una frode nell’ambito dell’accoglienza dei migranti che vede coinvolte anche due persone del Reatino. Le accuse, a vario titolo per 25 persone, comprendono soprattutto l’appropriazione indebita di somme ingenti di denaro.
(dal Corriere della Sera) Truffa ai danni dello Stato nell’accoglienza dei migranti. Lo hanno scoperto in Ciociaria polizia e Guardia di Finanza al termine di una vasta indagine che si è estesa in tre regioni. L’inchiesta ha portato alla denuncia, a vario titolo, di 25 persone, tra cui il sindaco di Sant’Agapito (Isernia) e due ex sindaci di Rocca d’Evandro (Caserta) e di San Giorgio a Liri (Frosinone). Tra gli indagati figurano anche l’ex sindaco di Cassino, Bruno Vincenzo Scittarelli, e il figlio Daniele, entrambi difesi dall’avvocato Sandro Salera. Il gip del Tribunale di Cassino, su richiesta del sostituto procuratore Alfredo Mattei, ha emesso un’ordinanza di applicazione di undici misure cautelari personali – una riguarda il sindaco di Sant’Agapito -, dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, del divieto di esercitare attività imprenditoriali nei confronti di otto indagati, e disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta o equivalente per un importo di circa 3 milioni di euro.

Blitz fra Lazio, Campania e Molise

Cinque le province coinvolte dall’operazione denominata «Welcom to Italy» che ha portato a smascherare due sodalizi criminali attivi nell’accoglienza degli immigrati. I provvedimenti hanno interessato, oltre al Frusinate, le province di Latina, Rieti, Caserta e Isernia. Le indagini della procura di Cassino, coordinate dal procuratore capo Luciano d’Emmanuele e dal pm Alfredo Mattei, partite dalla Ciociaria, hanno permesso di scoprire un articolato sistema di frode che ha consentito ai due sodalizi di appropriarsi indebitamente di ingenti somme di denaro. Il tutto, spiegano dalla procura di Cassino che ha condotto l’inchiesta, anche grazie alla corruzione di pubblici ufficiali preposti ai controlli e sindaci.

Utilizzo di fatture per operazioni inesistenti

Le accuse vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di dipendenti pubblici o incaricati di un pubblico servizio, all’estorsione, alla truffa ai danni dello Stato ed enti pubblici, alla frode in pubbliche forniture, e ancora abuso d’ufficio, malversazione ai danni dello Stato, emissione e utilizzo di fatture false. Numerosi i comportamenti illeciti rilevati nella gestione dell’accoglienza dei rifugiati, sia nel sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), sia in quello dei centri di accoglienza straordinari (Cas) gestiti dagli uffici delle Prefetture. Accertato l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, allo scopo di ottenere rimborsi non dovuti, e scoperto un episodio di corruzione di un funzionario addetto alla rendicontazione del servizio Sprar, per contributi relativi a costi mai sostenuti. In alcuni casi, le spese fatte da cooperative sarebbero risultate due volte.

Nessuna procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento dei servizi

Il sistema di rendiconto dei costi avrebbe compreso spese che con gli immigrati non avevano nulla a che fare. Come, ad esempio, quelle sostenute per organizzare la festa in occasione del diciottesimo compleanno del figlio di un responsabile e finite nella contabilità del servizio Sprar. E, sempre a carico dello Sprar, sarebbero state inserite spese per la ristrutturazione della villa, con annesso campo da tennis, di un responsabile della cooperativa coinvolta. Per gli inquirenti, inoltre, il servizio di affidamento dei servizi da parte di alcuni Comuni nelle province di Isernia, Caserta e Frosinone sarebbe avvenuto senza alcuna procedura ad evidenza pubblica.

Un sindaco ha ottenuto come «compenso» l’assunzione di familiari

Il sindaco di un Comune coinvolto, sempre secondo l’inchiesta della procura di Cassino, era riuscito ad ottenere come «compenso» l’assunzione di familiari e conoscenti. Accertato pure il pagamento di rette per migranti non più in Italia. Durante le perquisizioni sono state trovate strutture fatiscenti con ambienti sporchi e blatte nelle cucine, mentre i responsabili dei centri di accoglienza utilizzavano due Suv della Bmw, acquistati in leasing dalla stessa cooperativa.

Foto: Lapresse ©
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