“Signora, siamo amiche di suo figlio” e rubavano le fedi e la pensione alle anziane reatine: tre donne arrestate

(da comunicato dei Carabinieri) I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cittaducale, supportati dal personale delle Compagnie di Alba Adriatica e Pescara, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Rieti, nei confronti di 3 donne, con dimora nelle province di Pescara e Teramo, ritenute responsabili di aver compiuto in concorso diversi furti in abitazione in aree rurali in danno di ultra ottantenni.

L’attività di polizia giudiziaria, diretta dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rieti Luana Bennetti che ha formalizzato la richiesta di misura cautelare emessa dal Gip Porro, ha preso avvio a seguito della commissione di un furto in abitazione commesso ai danni di una 85enne di Antrodoco. Le giovani donne, con grossa abilità, spacciandosi per amiche del figlio e della nuora, erano riuscite a carpire la fiducia della anziana signora facendosi accogliere in casa: qui una volta distratta l’anziana, hanno ripulito la camera da letto portando via oro, gioielli e denaro.

La modalità esecutiva del furto – all’esame dei militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Cittaducale, che hanno svolto le attività investigative – ha presentato importanti analogie con altri furti commessi ai danni di anziani nel reatino e con altri colpi messi a segno nelle aree rurali delle limitrofe regioni che, da subito, hanno fatto desumere l’esistenza, a riguardo, di una “ben organizzata” banda costituita da uno scaltro terzetto di donne dal gradevole aspetto e dalla buona dialettica, le quali, solo nel 2018, hanno colpito tutto il centro Italia, commettendo sempre furti in danno di ultra ottantenni.

Le scuse per entrare in casa delle indifese vittime erano svariate: la ricerca di una casa in vendita o in affitto presenti nel tranquillo vicinato, la consegna di posta urgente per un figlio o un nipote, fornire spiegazioni per la raccolta differenziata dei rifiuti da parte del comune. In almeno un’occasione addirittura, un’indagata è riuscita a convincere la propria vittima di essere una vecchia badante che aveva servito in quella casa, passata di lì casualmente per fare un saluto e per sincerarsi delle condizioni di salute della anziana ex cliente.

Il provento dei furti attribuiti all’abile banda è cospicuo e in alcuni casi ha superato i 12.000 euro ottenuti in un unico colpo. La spregiudicatezza delle tre donne finite in manette, le ha portate a sottrarre tutto ciò che veniva trovato in casa violando l’intimità, i ricordi e i più cari affetti delle fragili vittime alle quali veniva portata via la magra pensione, il bancomat e importanti oggetti di famiglia quali catenine, braccialetti e l’insostituibile fede nuziale.

Solo dopo ore le anziane vittime si accorgevano di essere state derubate e molto spesso, superato il disagio e l’incredulità per essere state così abilmente raggirate, riuscivano a avvertire figli e parenti e a denunciare l’accaduto solo dopo che le astute ladre avevano effettuato prelievi con i loro bancomat nei pressi di vicini sportelli bancari.
Lazio, Marche e Abruzzo le regioni più colpite, territorio nel quale gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, grazie ad una intelligente e lunga attività tecnica ed una capillare raccolta di testimonianze riuscivano a ricostruire gli spostamenti della banda e ad attribuirgli ben 10 furti per circa 50.000 euro complessivo di bottino.

A seguito dell’attività, in esecuzione della misura cautelare che ha visto impegnati oltre venti militari dei reparti dipendenti, venivano tratte in arresto:
G. D. classe 1999, domiciliata a Pescara;
G.D. classe 1991, domiciliata a Martinsicuro (TE);
Queste sono state condotte presso il carcere femminile di Teramo
S.C. classe 1979 è stata sottoposta a regime degli arresti domiciliari presso la propria abitazione in Martinsicuro (TE). Le donne, tutte pregiudicate per reati di analoga natura, dovranno ora rispondere di svariati episodi di furto aggravato in concorso.

S. C., tratta in arresto in un appartamento di Pescara, così come emerso in modo collaterale dalle indagini effettuate, dovrà rispondere inoltre di centinaia di casi di spaccio di cocaina, ceduta dalla stessa nel territorio di Alba Adriatica nel 2018 a giovani consumatori locali. La donna, anche grazie all’investimento della propria parte dei proventi dei furti, era riuscita a moltiplicare i propri guadagni mettendo in piedi una robusta rete di spaccio che le ha permesso di cedere centinaia di grammi di cocaina per cifre che si aggirano intorno a i 3000 euro per singolo cliente.

Foto: RietiLife ©

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