“Condotta violenta e intimidatoria durante lo spareggio a Rieti”: Daspo di 5 anni al capo ultrà dell’Avellino

(da comunicato della Polizia) In data 8 luglio il Questore della Provincia di Rieti, a seguito di una particolareggiata attività informativa svolta dalla locale Divisione Polizia Anticrimine, ha inflitto nei confronti di D. M. di anni 55, censurato e capo ultras della squadra di calcio dell’Avellino, la misura preventiva del divieto di accedere a tutte le competizioni sportive calcistiche – Daspo – per anni 5. Nei confronti del tifoso irpino è stato altresì imposto l’obbligo di presentarsi, per 5 anni, presso la Questura di Avellino, 15 minuti dopo l’inizio dell’incontro di calcio e 15 minuti prima della fine di ogni partita, nei giorni in cui l’Avellino Calcio disputerà gli incontri agonistici casalinghi ed in caso di trasferta. Il prescritto obbligo di comparizione dell’uomo davanti alla polizia giudiziaria di Avellino è stato confermato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rieti.

L’applicazione di tale misura preventiva, quale risposta alle molteplici condotte antisociali che spesso si realizzano in occasione di manifestazioni sportive tra i tifosi, si è resa necessaria in quanto l’uomo, nel corso dell’incontro di calcio Avellino-Lanusei Calcio, valido per la promozione in Serie C, disputatosi il 12 maggio 2019, allo Stadio Centro d’Italia-Manlio Scopigno di Rieti, ha tenuto una condotta violenta, intenzionalmente volta a provocare turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica, poiché con modalità aggressive ha proferito reiterate frasi intimidatorie e facinorose nei confronti dei dirigenti della squadra del “Lanusei Calcio”, presenti in Tribuna, i quali, onde evitare ulteriori reazioni inconsulte da parte di D.M., sono stati costretti a non poter più parlare o tifare per la propria squadra.

L’uomo, già destinatario in passato di analogo provvedimento di divieto di accesso alle manifestazioni sportive, in ragione del suo comportamento è stato anche denunciato in stato di libertà alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rieti, per il reato di violenza privata.

Foto: PAGLIARICCI ©

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