Curci: “Sì, sono un folle che ama il Rieti: tutto sulle mie spalle. Imprenditori della città, sostenetemi” | VIDEO

(di Christian Diociaiuti) Il “fate passà Sant’Antonio” è un po’ come “Ha da passà ‘a nuttata” di ‘Napoli Milionaria’. Solo che a pronunciarla non è un attore fedele al copione del grande Eduardo, ma Riccardo Curci, patron del Rieti. Tradotto: ho iscritto il Rieti in C; su quanto è accessorio e legato a ciò, fatemi riflettere qualche giorno. È il patron a convocare una conferenza stampa allo stadio – a cui presenziano pure i tifosi – per illustrare il futuro o almeno, come il Rieti da un potenziale rischio iscrizione, sia passato a presentare tutti gli incartamenti necessari – insieme ai soldi – per partecipare ad un altro anno in C. Parla chiaro Curci su alcuni aspetti, mentre su molte cose rinvia, pur pungolato: “Gli obiettivi? Sono conti in ordine, linea verde, una squadra fatta di gente che vuole lottare”. Quindi squadra giovane (e valorizzazioni facendo di necessità virtù, ndr) per la C e conti a posto. Perché, prima non lo erano, sono stati buttati soldi? “Questo lo dovete dire voi addetti ai lavori – replica Curci – certo è che siamo andati sopra al budget stabilito”.

APPELLO – Curci in queste settimane ha trattato per vendere e ricevuto diversi due di picche: “Proposte scritte? Una. E non era del gruppo Felleca. Loro l’ho incontrati due volte. E dopo il secondo incontro mi dissero con un whatsapp che erano interessati al Carpi ”. Allora Curci, pur “ferito”, ha iscritto comunque la squadra e conferma di averlo fatto da solo: “Follia, solo follia. Ecco cosa è cambiato dal momento delle trattative (poi saltate, ndr) all’iscrizione. La follia che ho in testa io. Sfortunatamente ho fatto tutto da solo. Nessun aiuto. Ma da oggi sono più sereno – aggiunge Curci – devo ringraziare qualcuno che non posso nominare, che mi è stato vicino per accelerare alcune situazioni. Dico grazie a chi ha lavorato fino all’ultimo per garantire l’iscrizione al Rieti. E ora? Con serenità e senza cappi al collo – dice il patron, 60 anni – mi auguro che dall’imprenditoria arrivi un aiuto. Fosse un reatino, darei tutto. Altrimenti da fuori, purché sia serio. È chiaro, la ricerca a un sostegno è ancora in corsa. Ma ora è serena, senza le scadenze”. E se Curci non trovasse nessuno, rimanesse da solo, è sostenibile una C così? “Molto difficile, ma si può. Spero che qualcuno… Non aspetto altro”.

“RESTARE IN C” – “Vedere tanta gente qui mi inorgoglisce. Certo, mi sarei aspettato qualche chiamata in più, non dai tifosi. Dagli amici…. Non sono stati giorni facili per quello che si è creato, c’è stato un grande sacrificio mio e della mia famiglia. Quello che ho vissuto in questi giorni è una cosa che non vorrò vivere più. Ora voglio tornare ad essere Riccardo Curci di 15 giorni fa” aggiunge il patron. “Sì, ci sono stati dei momenti in cui ho avuto più paura- ammette -Ma c’era un obiettivo da raggiungere, a cui tenevo tanto, tantissimo. Mi sono reso conto che bisogna tracciare una linea diversa, basata sulle potenzialità della nostra città” e qui scatta l’appello agli imprenditori, anche reatini: “Auspico nel sostegno di commercianti e cittadini. Per me questa squadra deve rimanere in C, è importante che ci sia. C’è un indotto interessante attorno alle partite di C, sarebbe un peccato per il nostro commercio. Gente che mangia, dorme, prende un caffè. Se lo vogliamo mantenere diamoci una mano. Sognerei una fatta società da tutti reatini”. E parlando di imprenditoria reatina, Curci non può dimenticare un amico grande: “Non posso non tributare un saluto e un ricordo, nonché un applauso a Mario Grillo (recentemente scomparso, ndr). Lui mi ha sempre aiutato”. E ancora: “Riccardo Curci ha fatto tanto, troppo. Me lo auguro arrivi qualcuno a sostenermi, ma non c’è fretta. Contatti ne ho avuti”. Poi aggiunge: “Non ho mai fatto investimenti piccolissimi, anche in D. Rifarei tutto, sarei solo più accorto su un’operazione dell’anno scorso. Voglio dire che non è fare calcio e io non sono così capace. Sono capace, però, ad amare questa città”.

GIOVANILI, SCUOLA CALCIO – La Lega chiede come “clausola” per la licenza nazionale in C, l’affiliazione a una scuola calcio, la partecipazione alle giovanili (Berretti, U17 e U15) e calcio femminile, anche affiliato: “Con Mancini dovremo risentirci, ha fatto un buon lavoro. Sarà lui il responsabile? Non è che non voglio dirlo, devo occuparmene. Per la scuola calcio, credo che con Andrea Zamporlini non ci siano problemi. Lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per me in passato e sempre” dice Curci, riferendosi anche a un discorso di affiliazione con la nuova realtà di scuola calcio, il Football Club Rieti FD18.

SOCIETÀ E ALLENATORE – A Curci si chiede una organizzazione societaria definita, precisa, con deleghe definite: “Vero, l’anno scorso non è stato così. Ma prima lo è sempre stato. Facciamo dei distinguo. Di Santo? Ho cominciato con lui, è una persona di mia fiducia”, dice Curci, che non chiarisce cosa ne sarà del dg delle due promozioni in C del Rieti e se avrà una carica ufficiale. “I dipendenti hanno retto una situazione difficilissima – continua – però, se permettete, questa cosa l’ho presa io tutta sulle spalle. Ho delle idee come strutturare, ho una linea da seguire. Vorrei ragionarci, più rilassato e non preso dall’ansia. Fabiani? È un amico, è Angelo è quello che mi ha messo in questa situazione. È stato amico anche quando non ero in maggioranza. Su Angelo farò affidamento per farmi dare qualche consiglio. Già la sua vicinanza anche solo per acquistare un giocatore è importante. Mi ha aiutato a non mollare. Capuano? Mi piacerebbe ripartire da lui. Ma la mia e la sua idea potrebbero non coincidere. Ma a lui affiderei la nuova squadra. Dovremo confrontarci”.

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