Presentato Disincatos, il libro di Claudio Scorretti

Si preannunciava come un evento e lo è stato. A Palazzo Vecchiarelli in una nobile ed elegante sala, un ammaliante Claudio Scorretti ha raccontato il suo “Disincantos”, il libro scritto per divertito relax, tra voli aerei e sale di attesa negli aeroporti.  Il noto gallerista e art advisor originario di Vasche di Castel S.Angelo confessa che non riesce a distaccarsi completamente da queste terre, da questi luoghi della sua infanzia, della sua giovinezza, dove ha incontrato amici come il pubblicitario Bruno Targusi e nemici, relazioni piene e solide che lo hanno portato a dire, davanti ad un pubblico attento ed incuriosito: “Ciò che tu veramente ami rimane, il resto è scoria” rinnovando il dialogo con il poeta americano del Novecento, Ezra Pound con cui l’autore duetta in alcune parti del libro.

Ha scelto infatti Rieti per la prima presentazione del suo nuovo libro, una presentazione suggestiva ed attraversata da sentimenti veri non di circostanza, perché il libro di Scorretti racchiude la vita di un uomo che incarna “l’american dream”. Quel ragazzo ribelle partito da un anonimo paesino di provincia, oggi è  tra i più stimati art advisor nel mondo dell’arte contemporanea. I suoi occhi azzurri, che hanno già visionato 35 mila opere di artisti, non smettono di ricercare la bellezza, infatti anche in un comune reatino, proprio i suoi occhi hanno riconosciuto inaspettatamente, l’arte pura.  Come un Virgilio, l’autore ci ha accompagnato in un viaggio non già dantesco ma “ scorretto”, iniziando dalla Romania post comunista che conosce molto bene, passando in Etiopia-Eritrea all’indomani della guerra etnico-tribale appena conclusasi ma pronta ad esplodere di nuovo, per poi arrivare a New York, la città degli eccessi, delle sfide, dei successi. Tante esperienze, che sembra impossibile siano state vissute da un solo uomo.

Da buon affabulatore Scorretti cattura i presenti per circa un’ora parlando, con una visione mai scontata e non comune, di  economia, debito, viaggio, società, fratellanza, bellezza e soffermandosi sulla città di Rieti, puntualizza: “Mi dà rabbia questa città, che ha un grande potenziale ma continua a non avere una Cultura condivisa – evidenza Scorretti – qui e in generale in Italia le politiche culturale vengono fatte da “vecchi” e le proposte sono fallimentari. La cultura deve essere gestita dai giovani, sennò non c’è sviluppo né futuro. Rieti può essere un interessante cantiere artistico- culturale.”

Sorride mentre racconta il capitolo surreale del ritrovamento dell’Arca di Noè dentro il lago di Paterno, quello specchio d’acqua che sin da bambino lo ha inquietato ed incuriosito. Tra “pugni nello stomaco”, esilaranti situazioni, frizzanti avventure, il viaggiatore Scorretti ci ricorda che il disincanto è l’unica bussola con cui procedere per non perdere la rotta e, soprattutto, per non fare naufragio”. Presente in sala anche il direttore della casa editrice GOG. Lorenzo Vitelli che ha editato il libro la cui copertina è stata realizzata da Selcuk Demirel, vignettista di punta di Le Monde e la prefazione affidata alla prestigiosa firma de Il Giornale, Stenio Solinas. Un prolungato applauso ha chiuso la presentazione del libro, al termine della quale l’autore ha voluto ringraziare i suoi amici fraterni di Rieti, la sua famiglia e i lettori presenti con i quali si è intrattenuto per il firma copie.

All’indomani della presentazione, Claudio Scorretti ha voluto visitare la Rieti Sotterranea per poi ripartire per la Svizzera per un impegnativo lavoro nella prestigiosa Fiera d’arte internazionali Art Basel, che quest’anno conterà sulla partecipazione di ben 290 gallerie provenienti da 34 paesi del mondo. Il viaggio nel disincanto continua.

Foto: RietiLife ©

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