L’indagine di Federlazio: “Imprese, passo indietro. Torna la cautela e l’incertezza”

La Federlazio ha presentato la consueta Indagine Congiunturale sullo stato di salute delle Pmi della provincia di Rieti. L’indagine, svolta su un campione rappresentativo di imprese associate, è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Federlazio di Rieti, Riccardo Bianchi, e dal Direttore Davide Bianchino. Per l’occasione è intervenuto anche l’Assessore al Lavoro della Regione Lazio Claudio Di Berardino che ha commentato i risultati dell’indagine davanti ai membri del Consiglio Direttivo di Federlazio e ha annunciato sostegno al lavoro nel reatino (leggi).

“Gli indicatori di performance aziendale presi in esame nella nostra indagine relativamente al secondo semestre 2018, confermano che le nostre cautele nel leggere i dati del semestre scorso erano fondate. Il quadro che appare oggi è quello di una decisa instabilità. L’incertezza del mondo politico ed economico nazionale, prima ancora che regionale, hanno portato le aziende reatine ad allinearsi all’andamento generale che appare tutt’altro che positivo. ‘Cautela’ è forse la parola che meglio descrive l’attuale situazione dell’economia reatina. Una fase di studio, propedeutica a verificare se ci sono le condizioni per tornare a guardare con più ottimismo al futuro” scrive Federlazio.

BIANCHINO – “Le rilevazioni dello scorso semestre ci avevano regalato finalmente dei numeri positivi per la nostra provincia. Anche le previsioni tendevano a consolidare questo nuovo trend. In questo ottimismo generalizzato, avevamo però dichiarato che i dati poco confortanti del Lazio erano un campanello di allarme per la nostra provincia. E così è stato. La situazione generale tutto sommato non è negativa in assoluto, ma appare alquanto incostante. Quello che però preoccupa maggiormente sono i dati relativi alle previsioni sul futuro prossimo (primo semestre 2019). In questo caso i numeri crollano, soprattutto se confrontati con quelli fortemente ottimistici rilevati lo scorso semestre. Anche gli investimenti subiscono un forte calo, altro indicatore fondamentale riguardo le prospettive future. Non è però solo l’analisi degli indicatori e il loro confronto col semestre precedente a mostrare questo andamento, ma è anche il sentiment stesso degli imprenditori a rafforzare questa convinzione. Le imprese intervistate tornano ad essere nuovamente preoccupate per un equilibrio che avvertono oggi essere più precario. Ed è proprio su questo punto che dobbiamo riflettere. Le imprese hanno bisogno di fiducia sul futuro ed oggi, invece, regna l’incertezza. Incertezza per l’economia mondiale ed europea; incertezza per il quadro politico internazionale e nazionale; ma anche incertezze per un tessuto produttivo locale che non sembra avere più lo smalto di un tempo. E l’incertezza, come è noto, non è la condizione migliore per consentire ad una economia di esprimere tutto il potenziale di cui è capace. Oggi le nostre imprese hanno invece bisogno di toccare con mano la presenza di condizioni ideali per sviluppare l’impresa da qui al prossimo futuro. Per impedire la fuga di aziende dal nostro territorio, ma anche per attrarne di nuove. Le imprese hanno bisogno di poter tornare a contare su un clima di fiducia che è alla base del quotidiano lavoro imprenditoriale. Senza fiducia vengono a mancare investimenti, crescita, occupazione e ricchezza. Senza fiducia muore l’idea stessa di imprenditorialità”: questa la dichiarazione del Direttore di Federlazio Rieti, Davide Bianchino.

BIANCHI – “Dopo l’entusiasmo dei mesi scorsi, dove i numeri ci davano finalmente conforto e speranza, siamo tornati nuovamente a confrontarci con una realtà che appare oggi meno rosea. Soprattutto le previsioni degli imprenditori sul prossimo futuro, decisamente ottimistiche sei mesi fa, si sono fortemente ridimensionate ed è proprio questo dato che ci preoccupa maggiormente. Quando un paese trasmette incertezze sul futuro, difficilmente gli imprenditori sono propensi ad investire. E a proposito di incertezze, Rieti oggi è penalizzata anche dalle note vicende riguardo lo stallo della Camera di Commercio da una parte, e del Consorzio Industriale dall’altra. Se anche due figure economicamente tanto importanti come queste subiscono un rallentamento, è scontato che il territorio ne risenta. Auspichiamo in questo senso che si sblocchi quanto prima e definitivamente sia il tema dei ricorsi per la CCIAA, sia la questione della nomina del nuovo Commissario del Consorzio Industriale. Rieti ha vissuto un periodo rigoglioso molti anni or sono, dove aziende del calibro di Texas Instruments, Alcatel, Merloni hanno contribuito ad accrescere il valore economico stesso della nostra provincia, oltre che a dare lavoro a centinaia di persone. Dopo lo smantellamento di queste grandi imprese, al di là di alcune poche aziende di calibro internazionale ancora attualmente presenti, oggi il nostro territorio è costituito in prevalenza da un tessuto imprenditoriale di piccole dimensioni che ha resistito agli stravolgimenti dell’economia tra mille difficoltà. Oggi c’è sicuramente l’esigenza di non far scappare questo patrimonio rappresentato da micro e piccole imprese, ma anche di operare affinché si riesca a far tornare a Rieti i grandi colossi industriali. In una economia che funziona ormai su scala globale, una provincia come la nostra ha bisogno di poter contare su grandi investimenti che permettano il rilancio dell’intero territorio. Abbiamo un esempio di efficienza in questo senso a noi molto vicino, rappresentato dal Polo della Logistica. Infrastrutture, collegamenti diretti con autostrada e rete ferroviaria, sono elementi imprescindibili per fare impresa. Rieti, invece, sconta oggi più che mai un totale isolamento territoriale non solo dalla Capitale, in linea d’aria tanto vicina, ma anche dal resto del paese. Salaria, collegamento ferroviario inadeguato e mancanza di infrastrutture sono i macini contro i quali le nostre imprese combattono quotidianamente. Se vogliamo sperare di far tornare Rieti ad essere competitiva con il resto d’Italia, dobbiamo porre in essere le condizioni per rendere di nuovo economicamente vantaggioso investire sul nostro territorio”: questa la dichiarazione del Presidente di Federlazio Rieti, Riccardo Bianchi.

L’INDAGINE FEDERLAZIO

Il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi ricevuti dal mercato nazionale arretra notevolmente rispetto al semestre precedente, tornando oltretutto ad un saldo negativo: da +3 a – 5,6. Sono in ogni caso positive le previsioni per la prima metà dell’anno in corso (+5,4).

Anche gli ordinativi dal mercato UE subiscono una brusca contrazione con il saldo di opinioni che passa da 0 a -6,3. Ottimistiche anche in questo caso le previsioni sul prossimo semestre (saldo uguale a zero). Positivo invece il saldo registrato sul mercato Extra UE (da +12,5 a +17,4), ma con delle previsioni meno rosee sul prossimo semestre: +1,5.

Per quanto riguarda il fatturato dal mercato nazionale, rimane pressoché invariato rispetto allo scorso semestre e ancora di segno negativo (da -5,8 a -5,6). Positive le previsioni sul secondo semestre con un saldo di +4,6.

Buono il fatturato derivante dal mercato UE che passa da +0,5 a +8,1, ma con una previsione sul secondo semestre estremamente negativa: -16. Sale anche il saldo Extra UE (da 0 a +11,3), ma anche in questo caso le previsioni sul prossimo futuro non sono ottimistiche (+1,4).

Sale leggermente il dato del saldo sulla produzione (da -3,7 a +0,5). Anche in questo caso, però, le previsioni sul prossimo semestre non sono positive (-3,3).

Subisce un forte calo il dato sugli investimenti: solo il 28,2% delle imprese intervistate ha dichiarato di averne effettuati nel secondo semestre 2018 (era il 44,2% nel semestre precedente). Anche le prospettive future confermano questo trend tendente al pessimismo (16,7%).

Il dato sull’occupazione delle imprese reatine mostra un aumento rispetto al precedente semestre (da +7,8 a +16,2), sicuramente aiutato dalla “onda lunga” dell’ottimismo registrato nella scorsa rilevazione. Anche in questo caso, però, tornano negative le aspettative di assunzioni sul prossimo semestre: +2,7.

Il questionario della nostra indagine da due anni affronta il tema dello sviluppo delle risorse umane e degli investimenti in formazione. In particolare si è voluto verificare se le imprese di Rieti e provincia hanno usufruito delle opportunità di finanziamento rappresentate dai fondi interprofessionali e degli altri fondi pubblici.

Federlazio, proprio da un paio di anni, ha iniziato una massiccia campagna rivolta alla conoscenza e all’utilizzo tra le imprese dei Fondi Interprofessionali. Le interviste svolte negli scorsi semestri ci hanno mostrato che il lavoro che stiamo facendo sta portando buoni frutti. Nel primo semestre 2018 la percentuale di imprese che ha fatto utilizzo di questi Fondi è passata dal 6 al 7,8% (rispetto al II semestre 2017). Nel secondo semestre 2018 questa percentuale è salita all’11,4%.

C’è ancora molto da fare, ma il segnale è decisamente positivo e dimostra la forte ricettività in questo senso da parte delle aziende reatine.

Dal 2017 sono state introdotte nel questionario alcune domande relative alla presenza sui mercati esteri. Dalle risposte emerge che la maggior parte delle imprese di Rieti (84%) non è internazionalizzata, un valore in aumento rispetto allo scorso semestre (68,1%). Questo perché, di contro, è diminuita molto la percentuale di imprese che invece ha dichiarato di essere significativamente (7,7%) e moderatamente (8,3%) internazionalizzata.

Tra i motivi per i quali l’azienda non opera sui mercati internazionali, la maggior parte (64,4%) risponde “perché la struttura aziendale non è attrezzata per affrontare i mercati esteri”, un valore in deciso aumento rispetto allo scorso semestre (45,5%). Segue “perchè il mercato nazionale assorbe completamente la produzione” con il 30,6% e “le opportunità sono inferiori ai costi” (5%).

Anche questo semestre abbiamo voluto cogliere la percezione delle imprese sull’attuale situazione economica, secondo il loro punto di vista. Le opinioni raccolte tra le imprese della provincia confermano una visione un po’ più pessimistica rispetto al semestre precedente. Infatti, la somma delle due risposte di carattere pessimista (“la situazione è di grave difficoltà” e “l’equilibrio è ancora precario”) ci dà un valore superiore a quello registrato nel semestre precedente (63,8% contro 58,8%). Diminuiscono, di conseguenza, le risposte sui due indicatori ottimisti: “si stanno realizzando le condizioni per un discreto equilibrio economico” (da 28,9% a 25%) e “si può guardare con tranquillità al futuro” (da 12,3% a 11,1%).

 

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