Le associazioni: “Già raccolte 6000 firme per la sanità reatina. Nessuno sfascismo, ecco cosa chiediamo”

“La raccolta firme del coordinamento diritto salute continua per tutto il mese di marzo”: lo annuncia il Coordinamento per il diritto alla Salute. “Oltre 6.000 cittadini – spiegano – hanno già sottoscritto la petizione in soli 14 giorni e sono ben consapevoli del motivo per cui hanno firmato, poiché sono stati correttamente informati sulle richieste avanzate alla Regione Lazio”.

“Dopo la seduta del Consiglio comunale, dopo le interviste (tra cui quella del deputato Melilli che ha parlato di Sanità a RietiLife Tv – guarda, ndr) e gli articoli apparsi in questi giorni, riteniamo importante fare chiarezza, ancora una volta, sui punti fermi che porta avanti il Coordinamento Diritto Salute e Politiche Sociali: semplicemente si chiede di rispettare, e quindi applicare,  le leggi che tutelano  i nostri Servizi sanitari: Sospensione degli effetti della legge Lorenzin n. 70/2015 per la Sanità reatina, analogamente a quanto ha fatto la Regione Abruzzo per il sisma dell’Aquila; Revoca dei decreti emanati dalla Regione Lazio relativi al laboratorio analisi, al centro trasfusionale, e blocco di quello in via di emanazione dell’anatomia patologica che depotenziano qualitativamente le strutture citate a vantaggio del S. Filippo Neri; Applicazione, da parte della Regione Lazio, dell’art.17/bis inserito nel decreto Legge per le aree terremotate n. 8 del 9.2.2017 convertito in legge il 7 aprile 2017 n. 45, dove è scritto chiaramente che non si applicano le disposizioni del decreto ministeriale Lorenzin n. 70/2015 che ci lascia in balia del “piano di rientro”, e di conseguenza con limitazioni di risorse professionali e Decreti che trasferiscono a Roma le nostre prestazioni, con conseguente declassamento dei Servizi interessati. Queste non sono chiacchiere, ma Decreti scritti e quindi,  purtroppo, da applicare” dice il coordinamento.

“Non abbiamo fatto quindi ‘allarmismo’ o ‘sfascismo’,  ma solo una corretta e trasparente informazione con una civilissima assemblea, ove l’ospedale non è stato minimamente criticato. Chi ha partecipato lo ha apprezzato, chi non ha partecipato forse non è stato ben informato – continua il Coordinamento per il diritto alla Salute – Precisiamo che non stiamo chiedendo un ‘ospedale  in zona disagiata’ o un ‘ospedale per zone interne’, sapendo bene che, nell’equivoco lessico tecnico della legislazione attuale, penalizzerebbe la Sanità reatina. Non abbiamo mai detto che l’ospedale sta chiudendo o chiuderà, essendo l’unico della Provincia, né tantomeno siamo entrati nel merito del suo funzionamento, non oggetto di questa campagna. I cittadini sanno bene come funziona, poiché ne usufruiscono tutti i giorni. Conosciamo gli sforzi che la Direzione Asl fa, sempre a corto di risorse, proprio a causa del piano di rientro previsto dalla legge Lorenzin. Continuiamo a non comprendere perché il Presidente della Regione Lazio e lo stesso Assessore alla Sanità, si ostinino a non voler applicare la legge che riconosce  ai cittadini di Rieti di avere un ospedale con tutti i Servizi che ha avuto negli anni passati, considerato che è l’unico ospedale rimasto” concludono le associazioni che fanno parte del coordinamento, Alcli, Amar, Anmic, Assoc. Partecip-Azione, Avis Rieti, Cittadinanzattiva Tdm Rieti, Rieticuore.

Foto: RietiLife ©

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