“Violenza contro le donne, bisogna denunciare di più”: la campagna della Polizia

(di Christian Diociaiuti) No, non è amore. Se ti minaccia, se ti mette le mani addosso, se ti perseguita. La Polizia scende in campo per informare e sensibilizzare sulla violenza di genere. Lo fa attraverso una campagna dedicata che domenica 25 novembre – Giornata contro la violenza sulle donne – vedrà gli agenti incontrare cittadini, soprattutto le donne, nelle principali piazze reatine.

PIONIERI – La Polizia di Stato con la la campagna “Questo non è amore” ribadisce il suo impegno nella lotta alla violenza, soprattutto di genere: “Vogliamo far capire alle donne oggetto di violenza quali sono i segnali di una situazione di sopraffazione – spiega il Questore di Rieti, Antonio Mannoni, che ribadisce il grande impegno da parte della Polizia già da diversi anni sulla tematica – si pensa che in una dinamica di coppia, violenza fisica e psicologica siano la normalità: non è così. La Polizia di stato è da sempre sensibile” ribadisce Mannoni, che elenca tutte le attività che la Questura e in generale la Polizia mette in campo a favore di donne, bambini e soggetti deboli, vittime a più titolo di violenza di genere. “Domenica saremo presenti in piazza per informare e sensibilizzare la donna, aiutare a riconoscere una situazione di violenza e nei casi più gravi, denunciare” aggiunge Mannoni.

PARLARE, DENUNCIARE – Insieme al Questore, per spiegare le iniziative della Polizia, Giuseppe Cerni e Antonella Maiali. La Polizia è già entrata nelle scuole (leggi) per parlare di violenza di genere, come conoscerla e contrastarla. La Polizia ha illustrato, insieme alle iniziative per la Giornata contro al Violenza sulle Donne, anche le altre attività a contrasto della violenza di genere. Come il Protocollo Eva, che permette alla Polizia – in via esclusiva – di intervenire, ad esempio in un caso di violenza domestica, conoscendo eventuali situazioni pregresse. Continuano, poi, le attività del Progetto Camper: la Polizia va nelle piazze, nelle scuole e nelle università per informare e sensibilizzare,soprattutto far emergere il sommerso. Tutto si inserisce in un ambito più ampio, in cui la Polizia contrasta la violenza di genere in maniera operativa con un ascolto protetto: donne e minori, vittime di violenza o che hanno assistito a violenza, trovano in Questura personale pronto ad ascoltare e ad agire per mettere fine.

TROPPO SOMMERSO – Il Questore, nei casi di violenza, ha potere di ammonimento, presentando una provvedimento amministrativo utile a redarguire aggressori e violenti; un step precedente alla denuncia e al percorso penale. Nel 2018 a Rieti sono stati trattati una quindicina di casi e spiccate 5 ammonizioni. “La reticenza non aiuta – spiega il capo della Mobile, Antonella Maiali – c’è ancora grande difficoltà a denunciare. Su 10 casi di atti persecutori, 8 vittime non denunciano. Una vittima si fa carico del dramma e non vuole sconvolgere le dinamiche familiari, non vuole essere giudicata. Così noi rispondiamo con operatori qualificati per farle superare la paura, aprirsi e denunciare. Importante dare spazio alla vittima, farla parlare e aspettare i suoi tempi. Nonostante questo impegno, il sommerso è sempre esistente e va combattuto”.

Foto: Christian DIOCIAIUTI ©

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