Davide Vecchi nuovo direttore del Corriere di Rieti: ex Fatto, ha indagato su morte David Rossi

Cambio alla guida del Corriere di Rieti e del gruppo Corriere dell’Umbria. Il nuovo direttore della principale testata cartacea della città, subentrato a Franco Bechis approdato al Tempo, è un altro nome importante del giornalismo italiano: Davide Vecchi, 43 anni, dal 2010 inviato del Fatto Quotidiano, si è occupato principalmente di cronaca giudiziaria e politica. Ha seguito, tra l’altro, la vicenda Monte dei Paschi di Siena, il caso Ruby, il fallimento del Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini, lo scandalo veneziano legato al Mose, Mafia Capitale e Banca Etruria. Ha svolto inchieste su Renzi e il potere renziano, fino all’inchiesta relativa a Consip. Prima del Fatto Quotidiano ha lavorato per AdnKronos ed Espresso. Ha scritto I barbari sognanti (Aliberti, 2012, con Elena G. Polidori), L’intoccabile. Matteo Renzi – la vera storia (Chiarelettere, 2014),  Matteo Renzi. Il prezzo del potere (Chiarelettere, 2016) e Il caso David Rossi, il suicidio imperfetto del manager Mps (Chiarelettere, 2017), presentato anche a Rieti il 16 marzo alla sala dei Cordari insieme ad Antonino Monteleone delle Iene e Fabrizio Colarieti (leggi – “Il caso David Rossi fa il pienone”).

Cosi Davide Vecchi ha dato la notizia sulla sua pagina Facebook: “Dopo otto anni lascio il Fatto Quotidiano. Lo aveva anticipato Dagospia – rischiando di far saltare tutto – ma ora è ufficiale. Ho ricevuto una proposta difficile da rifiutare, una crescita professionale importante: andare a dirigere i cosiddetti ‘corrierini’, Umbria, Siena, Arezzo, Rieti, Viterbo e chissà. Da lunedì sarò lì. Lasciare il Fatto è doloroso, una famiglia in cui ho vissuto anni fantastici sia professionalmente sia umanamente. Ho imparato moltissimo e molto ancora devo imparare ma le esperienze finiscono ed è giusto e necessario ogni tanto cambiare. Non ho idea di cosa significhi dirigere un giornale, non l’ho mai fatto. Ma seguo gli esempi avuti finora. E direttori bravi ne ho avuti molti. Da Giulio Anselmi all’Espresso fino ai più recenti: Peter Gomez, Antonio Padellaro, Marco Travaglio. Spero di aver recepito da ciascuno il più possibile e soprattutto di essere in grado a tradurlo nei fatti. Io ci provo e, come sempre, ce la metterò tutta”.

Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©

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