Poulinakis si presenta: “Resteremo in C, non sono a Rieti per business”. E su Curci: “Se ama il club…”

(di Christian Diociaiuti) “Puntiamo a una salvezza più rapida possibile e a rimanere tra i professionisti stabilmente”. Ecco l’idea di Manthos Poulinakis per il Rieti nei prossimi due-tre anni. Il nuovo presidente – e già proprietario del Rieti da questa estate – fissa i paletti della stagione. E non solo: lo fa in una conferenza stampa di quasi un’ora con doppia traduzione (greco-inglese, inglese-italiano), a oltre due mesi da suo arrivo in città e alla guida del club. Il rapporto con Marini, il futuro dell’ormai ex presidente, i campi, lo staff (“rimangono tutti”), il rapporto con Curci: Poulinakis ha parlato di tutto. A partire dalla stretta attualità (leggi): è facile immaginare, ma rimaniamo nel campo delle ipotesi, che Marini rimanga in società con altro ruolo e non vada via.

“NON SONO QUI PER FARE BUSINESS” – “Non sono qui per pubblicità – dice Poulinakis – Non ho interesse a fare business in città. Il motivo principale per cui sono qui perché tutti lavorino per il bene della squadra: il calcio è la nostra passione e il Rieti è la mia grande passione in questo momento. Un’altra ragione per cui non ho fatto conferenze stampa finora – spiega – è perché l’acquisizione del team e la fase di transizione, si sono chiuse molto tardi. È stato fatto tutto molto di corsa, abbiamo dovuto allestire di una squadra da zero, sono usciti fuori dei problemi di cui non si sapeva l’esistenza prima dell’acquisizione. Il più serio, è quello dello stadio e dell’agibilità per la C” specifica il greco.

MARINI RIMANE? “SENZA LUI…” – Il tema di maggiore interesse è il futuro di Marini: di lui si era parlato come futuro direttore generale dopo le dimissioni da presidente (“ruolo transitorio” aveva specificato). Ad oggi non c’è una posizione del club e del patron: “Voglio ringraziare l’ex presidente Marini, perché Marini è colui che ha parlato a me del Rieti e mi ha portato a Rieti. Se non fosse stato per Marini non ci sarebbero stati i giocatori, l’iscrizione e le pratiche fatte in fretta – aggiunge Poulinakis, 39 anni – Marini è stato spesso negativo sulla mia idea di entrare nel calcio italiano. Ma nella scorsa primavera mi ha detto che c’era un club vicino ai miei ideali. Ed eccomi qui”. Sulle richieste di Marini (le aveva fatte in diretta tv: 4-5 figure attuali, non ben specificate, via dal club per rimanere in seno alla società), Poulinakis non commenta e taglia corto: “Sono stato tutto il giorno con Marini. Dopo la gara di sabato si è preso 4-5 giorni vacanza dopo un periodo stressante. So bene in che modo Gianluca potrà essere utile alla squadra e Gianluca farà per la squadra quello per cui è portato” ha spiegato. Insomma, come sarà possibile leggere più avanti, non va via nessuno mentre per Marini si apre il capitolo direzione sportiva (slot occupato attualmente da Malù Mpasinkatu), con Panagiotis Katsattis (“Panos”, braccio destro di Poulinakis) pronto ad assumere la direzione generale. Questo un possibile scenario. Sempre che la direzione generale non venga affidata direttamente a Marini. E Panos rimanga come “messo” di Poulinakis.

SALVEZZA – “Voglio dire ai reatini del mio progetto e della mia filosofia – ha detto ancora Poulinakis – La prima cosa è che ho voglia di avere il Rieti stabilmente tra i professionisti nel calcio italiano, nelle prossime due-tre stagioni. Per la stagione corrente, tornando a parlare di sport, vogliamo una salvezza tranquilla nella categoria. Abbiamo una squadra giovane, ma dopo le prime gare abbiamo fatto vedere che possiamo tenere il campo e migliorare di partita in partita. Il nostro allenatore è giovane, ma un’ottima esperienza: non dimentichiamoci che è il più giovane ad aver allenato un team pro in Portogallo. C’è bisogno di tempo e di partite per amalgamarci. Può succedere di poter vincere con una squadra come la Casertana e di perdere con una squadra di livello inferiore. Non mi vedrete mai saltare in aria alle vittorie o, se la squadra dovesse perdere, parlare male della squadra e del gioco. Il girone C è il più difficile della C italiana – continua – un girone che attualmente ha diversi problemi. Ci sono alcune squadre senza documentazione, altre che non giocano e la nostra, il Rieti, che ad esempio viaggia dieci ore per andare a giocare. Pensiamo che non dovevamo essere in questo girone. E ancora non sappiamo se saremo 19 squadre, 15, o se rifaranno i raggruppamenti”.

CURCI – A Poulinakis una domani sui rapporti con Riccardo Curci, socio di minoranza (ha il 15% delle quote): “Rispetto per chi è stato presidente o vice o ha avuto altri ruoli ufficiali, perché ha dato qualcosa alla squadra. Curci sa che tipo di persona sono e conosce il mio carattere. Se ama la squadra, sa cosa deve fare. Cosa mi aspetto? Non voglio commentare su questo, lasciamo le cose come sono…” ha tagliato corto, pur incalzato, Poulinakis, rispetto al rapporto con il suo socio ed ex patron del Rieti, imprenditore reatino che ha riportato il club tra i pro appena la scorsa stagione.

BILANCIO – Un passaggio della conferenza è stato dedicato anche al bilancio: “Non lo firmo perché riferito alle gestioni passate” aveva detto nelle scorse ore l’ex presidente Marini, motivando le dimissioni. “Sono cose da commercialisti – ha specificato Poulinakis –  i vari professionisti lavoreranno insieme e si scambieranno le informazioni. Gianluca è più informato riguardo queste cose. Non mi piace avere problemi, la cosa migliore è risolvere subito”.

CAMPI – Il Rieti è alle prese con il tema (e spesso, problema) le infrastrutture. Il presidente: “Voglio ringraziare il sindaco Cicchetti e il consigliere con delega allo sport Donati, sono qui tutti i giorni e danno un reale supporto alla squadra. Ci hanno già rassicurato che per la gara del 16 ottobre non avremo problemi ad avere i tifosi e le porte aperte. So che c’è un contratto (di gestione dello stadio e delle strutture, ndr) che scadrà il prossimo anno, stiamo parlando con il Comune per prolungarlo. Così avremo tempo e modo per migliorare le infrastrutture esistenti” ha precisato Poulinakis. Infatti, oltre alla grana stadio il Rieti non ha “un campo di allenamento. Stiamo cercando un modo (ad esempio per sistemare il Ciccaglioni, ndr), ma ci siamo trovati davanti  diversi problemi. Prima lo stadio, poi il resto. Step by step”.

RESTERANNO TUTTI – “Voglio costruire una squadra in cui i calciatori giochino col cuore, per la maglia che rappresentano. Ma una squadra non è fatta solo di giocatori – aggiunge Poulinakis – ma anche di tutti coloro che lavorano nel Rieti, dal magazziniere, al team manager fino al segretario. Hanno una buona esperienza, ma la maggior parte delle persone che ho incontrato nel club non aveva ancora lavorato in contesto. Le persone che stavano qui resteranno qui – rassicura il greco – perché sono parte integrante del club, sono persone che vivono a Rieti. Ovviamente riceveranno tutto l’aiuto che gli si può dare per stare con la squadra e crescere in seno al Rieti”.

PRIMO PATRON STRANIERO – “C’è sempre una prima volta, spero che vada tutto bene – dice il presidente del Rieti quando gli si fa notare che è il primo presidente straniero del Rieti – Tutto quello che verrà fatto, lo faremo in modo responsabile. Spero di entrare nella storia del Rieti calcio: certamente gli errori possono capitare. Chi lavora può sbagliare: speriamo che le cose buone siano più degli eventuali errori”.

ACQUISTI – Dopo le parole di Marini di ieri sera, che aveva invocato un paio di acquisti utili al Rieti per centrare addirittura i playoff, a Poulinakis viene chiesto del mercato: “In questo momento la squadra ha 29 giocatori: è impossibile che tutti siano all’altezza  – specifica – ma finora stiamo avendo ragione delle scelte fatte. Già tre o quattro dei nostri ragazzi hanno ricevuto richieste da squadre di categoria superiore alla C. C’è un giocatore in Nazionale (Dabo con la Guinea Bissau, ndr) e c’è la possibilità che un altro venga chiamato. Cerchiamo calciatori che sposino la filosofia della squadra. Chi non reputeremo a livello della squadra, sarà mandato via. Guardate la rosa della Juventus o quella dell’Udinese  – aggiunge – ci sono molti stranieri. Il calcio, ormai, è internazionale. Anche se in questa squadra abbiamo giocatori italiani molto talentuosi, ad esempio Maistro e Cericola, ma non voglio far nomi per non dimenticare nessuno”.

“NON SIAMO IL BARCELLONA” – Il neopresidente del Rieti chiede alla stampa (e di nuovo alla città) di star vicino alla squadra e specifica chi lo rappresenterà a Rieti in sua assenza: “Non ci sarò sempre, quando non ci sarò io, ci sarà Panos (Panagiotis Katsattis, ndr): sa cosa penso e sarà più facile interfacciarsi a livello linguistico. La cosa più importante non è chi o la faccia di chi, ma che si lavori come squadra in tutte le aree, non solo in campo, in modo che qualsiasi persona sappia cosa fare per crescere col Rieti. Il lavoro di squadra porti le maggiori soddisfazioni e i maggiori traguardi. Non abbiamo bisogno che dopo una vittoria ci paragoniate al Barcellona o che dopo un ko la squadra venga derisa. Stateci vicino: so che Rieti è appassionata di sport, atletica, calcio, basket. La città deve amare la sua squadra: i reatini stiano vicini alla squadra e quando possibile vengano a supportarla allo stadio. Il Rieti rappresenta la città a livello nazionale e internazionale”.

Foto: Gianluca VANNICELLI / Agenzia PRIMO PIANO ©

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