“Lucia Tempesta, un riferimento per il territorio” | IL RICORDO

Riceviamo e pubblichiamo un ricordo di Lucia Tempesta, sindacalista reatina ed ex sindaco di Borgorose, scomparsa in un incidente (leggi). 

Con 57 palloncini lanciati in aria durante il rito funebre sono volati via gli anni di vita di Maria Lucia Tempesta, una vita stroncata prematuramente a causa di un destino crudele che nel pomeriggio di lunedì 18 giugno ha visto un tir perdere il controllo sulla superstrada salto cicolana e investirla in pieno senza darle via di scampo.

Lucia è nata nella frazione di Corvaro di Borgorose la maggiore di 6 figli e questo l’ha resa responsabile e matura sin dalla giovane età. Terminati gli studi ha iniziato presto ad inserirsi nel mondo del lavoro per contribuire al sostentamento della propria famiglia, affrontando anche lavori umili con dignità.

Amante del profumo dei libri arricchiva le proprie conoscenze attraverso svariate letture, spaziava dai temi romantici a letture sociali e politiche. Amante della vita, della musica, del ballo.

Cresciuta con sani principi, rispetto per gli altri, senso di responsabilità, amore per i fratelli, socievole e disponibile con i propri amici e sempre pronta a farsi in quattro per aiutare chi avesse bisogno di aiuto.

Ancora ragazza quando inizia la sua esperienza lavorativa in una fabbrica nel territorio “Piana di Spedino” dove a causa un infortunio finì in ospedale per la frattura del naso, ed è lì in quel contesto che inizia la sua crescita come sindacalista rapportandosi con la tenacia che la caratterizzava con i doveri e diritti degli ambienti lavorativi

Iscritta al partito comunista, un’azione a quel tempo vista con pregiudizio specie per una giovane donna, per alcuni il termine comunista voleva dire non essere cristiani.

Ogni festa cristiana era da lei onorata, ogni Natale riuniva sotto le sue ali tutti i tuoi cari, ad ogni defunto era presente per una preghiera e un conforto. Si prodigava per aiutare il prossimo dedicando anche il suo tempo libero alla risoluzione di problemi per restituire diritti perduti a chi chiedeva aiuto. Anche nei momenti tristi della sua vita come la fine del suo matrimonio e due figli piccoli da crescere, non hai mai perso la fede ma ha sempre riposto nell’aiuto del signore per darle la forza di andare avanti. Era cristiana più di quanto si pensasse ma viveva la sua fede senza ostentare con il silenzio e la discrezione che la caratterizzava.

Amante del proprio territorio, che non ha mai abbandonato. Il suo motto era “Il coraggio non si conquista fuggendo ma restando cercando di cambiare le cose”. Ed è quello che ha cercato di fare quando nella fine degli anni 90 fu eletta sindaco del comune di Borgorose. Era impensabile per un piccolo territorio avere un sindaco donna, lei ce l’ha fatta con la sua tenacia e il riconoscimento che la sua gente ha avuto nei confronti delle sue bontà e capacità.

Si è cimentata nel ruolo amministrativo senza mai trascurare i suoi doveri di madre, ha curato e cresciuto amorevolmente i suoi due figli, continuando ad essere un sostegno per il padre e un punto di riferimento per i fratelli avendo perso in quel tempo prematuramente la propria madre.

Successivamente ha iniziato la sua attività professionale come dipendente presso il patronato INCA CGIL di Rieti e responsabile sindacale di Pescorocchiano, Borgorose Corvaro.

Ha contribuito a restituire dignità a coloro che ingiustamente avevano perso il lavoro, o privati degli assegni familiari. Ha aiutato anziani a sbrogliare le pratiche per la loro pensione, ed è andata anche oltre facendo favori che non rientravano nelle sue mansioni professionali.

La gente del posto la vedeva come punto di riferimento, quando arrivavano lettere provenienti da svariati enti si diceva ”Mo vado da Lucia”.

Teneva acceso il cellulare anche nei momenti liberi, mentre si cimentava con le amiche nelle attività sportive si sentiva il suono del suo cellulare e il suo pensiero al termine dell’ora di aerobica era vedere chi avesse avuto bisogno di lei. Veniva chiamata anche di domenica mattina mentre si dedicava ai lavori di casa, mentre accudiva la sua famiglia, verificava chi avesse bisogno di lei.

Questa era Lucia, una donna dall’animo gentile e dal sorriso sempre pronto, una madre amorevole un sostegno per il suo compagno di vita, una spalla per gli amici un aiuto per tutti coloro che ne hanno avuto bisogno.

Ciò che ha seminato le è stato restituito nell’amore che in tanti hanno voluto mostrare nel giorno del suo addio. La chiesa di san Francesco ove era adagiata la sua salma era colma di gente, e altre centinaia di persone fuori, lungo la strada, nella piazza, ascoltando dall’esterno i passaggi della cerimonia religiosa caratterizzata anche dai tanti pensieri che le sono stati dedicati dalle autorità presenti, dai colleghi, dai parenti e dagli amici.

In molti hanno pianto la sua scomparsa. Oggi la sua tomba è ricolma di fiori, anche i bambini che poco l’hanno conosciuta passano in bicicletta davanti al cimitero per vedere chi è la donna per cui un paese intero ha pianto, si soffermano mandano un bacio e vanno via. Anche i familiari e gli amici più intimi trascorrono le ore seduti davanti alla tomba parlando del passato e dei bei momenti trascorsi in sua compagnia cercando di farsi forza superando attraverso il suo ricordo il dolore che li accomuna.

La tragicità dell’evento che ha stroncato la giovane vita di lucia porta ad una doverosa riflessione. La superstrada Salto-Cicolana è molto trafficata in particolare dai mezzi pesanti, essendo una congiunzione tra l’Abruzzo il Lazio e L’Umbria. La strada presenta tratti dissestati, gallerie poco illuminate e limiti di velocità non rispettati.  Ci vorrebbe senso di responsabilità e maggiori controlli dagli organi competenti. Sarebbero opportune pattuglie di vigilanza per sorvegliare la viabilità e assicurare il rispetto del codice stradale. (il ricordo è di Francesca Tempesta).

Foto: TEMPESTA ©

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