Terremoto Amatrice, crollo di una casa a Corso Umberto, sei indagati | Tra le macerie morirono sette persone

(da comunicato dei Carabinieri) Nella mattinata di oggi, 14 aprile, a conclusione degli accertamenti relativi al crollo dello stabile di Amatrice, a Corso Umberto I° numero 83, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Rieti hanno notificato a sei persone fra progettisti, tecnici comunali di Amatrice e funzionari del Genio Civile di Rieti, un provvedimento di “avviso di conclusione delle indagini preliminari e informazione di garanzia sul diritto di difesa” emesso a loro carico dalla Procura della Repubblica di Rieti, dovendo rispondere dei reati di omicidio colposo e disastro colposo.

Le indagini, coordinate dai Sostituti Procuratori della Repubblica Luana Bennetti e Rocco Gustavo Maruotti sono state avviate all’indomani della scossa di terremoto del 24 agosto 2016 che causò il crollo dell’interno stabile di Amatrice a Corso Umberto I° numero 83, con la conseguente morte di sette persone e sono state eseguite effettuando sull’area sottoposta a sequestro, numerosissimi sopralluoghi in presenza anche del Consulente Tecnico nominato dalla Procura, acquisendo e sequestrando presso il Genio Civile di Rieti, il Comune di Amatrice, la Sovrintendenza per i Beni Culturali di Roma e le ditte esecutrici dei lavori, tutta la documentazione ritenuta di interesse e infine escutendo a sommarie informazioni persone informate sui fatti che, a loro volta, hanno prodotto ulteriore documentazione di interesse investigativo poi consegnata al Consulente Tecnico per le analisi di sua competenza.

Al termine di tale attività, durata quasi due anni, è stato accertato che il crollo dell’edificio di Amatrice a Corso Umberto I° numero 83 è stato cagionato dalla realizzazione sul vecchio immobile di una sopraelevazione eseguita a fini speculativi da una società di Roma la quale aveva acquistato l’intero stabile all’asta per realizzare all’ultimo piano ulteriori 9 unità abitative poi rivendute a prezzo di mercato.

I due progettisti e direttori dei lavori risultati poi essere anche soci della predetta società, avevano realizzato infatti un progetto non conforme alla normativa anti sismica vigente all’epoca, contenuta nel decreto ministeriale 16.01.1996 “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche” e caratterizzato in particolare:

  • da gravissime carenze inerenti la definizione dei materiali che costituivano le pareti dell’immobile, mancando totalmente l’esecuzione in loco di sopralluoghi finalizzati ad accertare la natura e la composizione delle stesse e il loro stato di conservazione;
  • da un grossolano errore nella qualificazione della zona sismica del Comune di Amatrice, effettuando tutti i calcoli di verifica come se tale territorio fosse ancora inserito in zona sismica nr. 2 quando viceversa esso era stato qualificato in zona sismica nr. 1 dall’Ordinanza della presidenza del Consiglio dei Ministri nr. 3274/2003, adottando quindi un modello di calcolo completamente errato;
  • dalla previsione ed esecuzione di una copertura “di tipo spingente” della sopraelevazione che rendeva l’intero complesso ancora più vulnerabile anche perché non era stato previsto alcun intervento di adeguamento sismico e quindi di rinforzo delle murature sottostanti.

Tali macroscopiche violazioni non erano state poi rilevate, né dal R.U.P. che viceversa, in qualità di Capo Settore dell’Ufficio Tecnico di Amatrice, aveva dapprima rilasciato il permesso a costruire e poi concesso il certificato di agibilità dell’intero immobile, né dai dirigenti e tecnico istruttore del Genio Civile di Rieti, che infatti avevano concesso tutte le autorizzazioni previste.

Foto: RietiLife ©

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