“Tantissimi fondi per le aziende del cratere, approfittatene” | Federlazio, un anno di Bianchino

(L’intervista di Chiara Pallocci) Primo giro di boa per Davide Bianchino alla direzione di Federlazio Rieti. Romano, 46 anni, giornalista pubblicista, già “al servizio” della Federlazio regionale, come responsabile dell’Ufficio Stampa e Comunicazione, negli ultimi anni, prima di approdare in città, ha diretto personalmente il rapporto con le imprese del territorio e le relazioni esterne dell’Associazione. Da qui la scelta della Federlazio di affidargli la sede di Rieti, in virtù della esperienza maturata con le aziende, ma anche per i rapporti già consolidati con le sedi provinciali.

“Quella di Rieti è da anni la punta di diamante delle nostre sedi territoriali” dichiarò lo scorso anno, al momento del suo insediamento. A poco più di 365 giorni da quell’affermazione abbiamo voluto fare il punto di questa esperienza.

 

Direttore, ha a disposizione 3 parole per descrivere questo primo anno, quali sono?

Inizierei con “Ripresa”. Sono arrivato nel delicatissimo periodo del post sisma. È stato un anno molto difficile il 2017, tante nostre aziende hanno sofferto ma, seppure dalle nostre indagini è emersa una situazione critica per quanto riguarda i numeri, abbiamo potuto constatarne una molto positiva, invece, per quanto riguarda le aspettative e le prospettive per il futuro. A breve presenteremo una nuova Indagine Congiunturale che, speriamo, confermerà questi buoni sentori anche con i numeri.

La seconda parola è sicuramente “Ricostruzione”. La crisi economica di Rieti non nasce, senz’altro, dal terremoto. Ha origini molto più lontane. Si dice sempre che la ricostruzione può essere un’opportunità, un vantaggio, un’occasione. Spero che questo diventi realtà. Stiamo lavorando tantissimo e a stretto gomito con l’Ufficio Ricostruzione, specialmente con il direttore, Stefano Fermante. Ci siamo messi totalmente a disposizione e questa disponibilità si sta trasformando in qualcosa di concreto perché cercheremo di esserne quasi il “braccio operativo” grazie al contatto diretto che abbiamo con le aziende.

L’ultima parola è “Fedeltà”. Appena arrivato ho avvertito quella fisiologica diffidenza che si crea quando c’è un cambio al vertice di un’associazione. Per me è stato anche un cambio radicale di vita, io non faccio il pendolare. Ho deciso di trasferirmi qui a Rieti con tutta la mia famiglia. Vivo qui da reatino acquisito. Nei fatti, però, le mie imprese, i miei associati mi hanno in realtà facilitato tantissimo, aprendomi le loro porte e aiutandomi ad inserirmi all’interno del tessuto imprenditoriale. Amo tanto andare direttamente nelle aziende e, nella piccola provincia, è una cosa che conta tantissimo. 

Lo scorso ottobre è stata presentata l’Indagine Congiunturale di Federlazio riguardante I semestre 2017. Che quadro ne è emerso? 

Quello che abbiamo registrato è un quadro abbastanza difficile. Mentre in tutto il Lazio, le altre province,  segnalavano un trend in crescita, per quella di Rieti il segno era ancora negativo, in alcuni casi anche fortemente negativo. Questo però contrastava con le prospettive e le aspettative che erano, contrariamente, tutte positive e che sono state poi confermate – tra l’altro – dagli investimenti. Questo ci fa ben sperare e, aldilà dei numeri, posso dire che il tutto mi viene confermato anche e soprattutto dal sentore che ho andando per le aziende. C’è un ottimismo che noi, come Federlazio, stiamo tentando di cavalcare, soprattutto per quanto riguarda le aziende coinvolte nella ricostruzione. Ci sono tantissimi bandi rivolti soltanto alle aziende del cratere, si sta facendo tanto, tanto quanto non è stato mai fatto prima per la provincia di Rieti. Mai come in questa fase stanno arrivando aiuti e contribuiti locali e nazionali. Il messaggio che vogliamo mandare è che si farà di tutto per sollecitare le aziende a sfruttare queste occasioni e per accompagnarle, grazie alle nostre professionalità, lungo questo percorso ricco di problemi burocratici. 

La stessa Indagine Congiunturale ha sottolineato anche molte criticità rispetto al mercato estero. Perché le aziende di questa provincia hanno così difficoltà ad imporsi oltre confine? È un problema di visione? Di know-how? Di professionalità?

C’è un problema di mentalità, una difficoltà ad aprirsi al nuovo abituati come si è ad un tipo di lavoro “vecchio stampo”. Siamo più lenti. La crisi ha cambiato tutto, noi stessi ci stiamo trasformando e con noi devono farlo le imprese. Dobbiamo aprirci alle innovazioni. Molte aziende reatine non lo fanno. Nell’innovazione c’è tutto, c’è soprattutto la formazione del personale. Tantissime aziende ancora, purtroppo, non sfruttano adeguatamente anche quello che si mette loro a disposizione gratuitamente. Un esempio? I Fondi Interprofessionali. Le aziende non li conoscono e di conseguenza non li sfruttano. Federlazio a tal proposito sta realizzando una campagna a tappeto, attivando delle convenzioni che offrano opportunità pratiche e che facciano capire quanto è importante la formazione del personale nella buona riuscita del business. È una grandissima opportunità sfruttata da meno del 10% delle imprese. Per essere competitivi bisogna innovarsi.

In occasione dell’Assemblea dei soci dello scorso novembre, durante la quale sono state ratificate tutte le cariche per il triennio 2018/2020, è stato presentato anche il progetto “Go Business!”

È stato presentato a novembre ed è già attivo con una serie di iniziative. La prima quella legata all’aspetto del credito: i nostri due partner, Banca Popolare del Lazio e Banca Credito Cooperativo, hanno messo a disposizione un plafond di 10 milioni di euro ciascuno e diverse aziende stanno già finanziando i loro progetti grazie a questo contributo. Ci sono poi i “check-up” aziendali, durante i quali, i nostri consulenti, a titolo completamente gratuito, andranno a vedere quali sono le criticità di ogni azienda per capire come efficientare il loro lavoro. Ci sono, infine, i nostri “incontri” tra aziende, una sorta di “speed-date” strutturati tra aziende, un numero ristretto, non più di 15 o 20 ogni volta. Ci si guarda in faccia in maniera confidenziale, ci si conosce e ci si scambiano idee. Via la giacca e la cravatta e si fa business – LEGGI – Ci vuole impegno ma a fine giornata il risultato è sempre fruttuoso.

Inevitabile un passaggio sul Polo della Logistica, del quale Federlazio è uno dei principali fautori.

È un punto fermo della mia agenda, da subito. Il Polo della Logistica non è solo Amazon, è tutto l’indotto. Avevamo già associate molte aziende sul territorio e via via le stiamo aumentando, legate proprio al settore della logistica e dei trasporti. C’è tanto fermento e la nostra idea è quella di unire il Polo al Consorzio di Rieti e tutto quello che c’è in mezzo. Sono due grandi potenzialità intorno alle quali gravitano tantissime eccellenze e piccole realtà molto ben avviate, all’avanguardia e competitive anche all’estero.

In conclusione, su quali binari si muoverà l’azione futura di Federlazio? 

Ho visto, da subito, la direzione qui a Rieti come una bella sfida. La città veniva dalla drammatica situazione del terremoto ed era per me molto stimolante. E lo confermo anche ad un anno di distanza. Le prospettive sono sicuramente quelle di confermare quel sentore di ottimismo che c’è tra le aziende, ho tanta voglia di lavorare insieme a loro perché in questo periodo mi hanno già dato tanto e voglio continuare a dare io qualcosa a loro. I mercati sì sono stati stravolti dalla crisi, ma questo ha portato anche una cosa molto positiva, vale a dire quella costringere le aziende a fare un salto, un cambio di mentalità che senza questa situazione non sarebbe mai avvenuto. È stata fatta anche pulizia ma, probabilmente, verso quelle realtà che non erano pronte a questo salto. Il grande calderone di “Go Business” è proprio questo: il radicale cambiamento del modo di pensare un’azienda senza il timore di unirsi ad altre. Voglio continuare anche sulle strada delle Convenzioni, un’opportunità concreta di fare accordi vantaggiosi per le aziende, beni materiali, gestione dei rapporti con i lavoratori e riduzione dei costi.

Foto: Gianluca VANNICELLI / AGENZIA PRIMO PIANO ©

 

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