Petizione online alla Regione: “la battaglia” per salvare il fiume Farfa raggiunge tremila firme

(di Paolo Giomi) Hanno raggiunto quota 3mila firme in appena 3 giorni. E contano di incrementare il dato nelle prossime ore, convinti della validità di una battaglia che coinvolge un territorio vastissimo, esteso su molti Comuni della Bassa Sabina. La “battaglia”, lanciata sul portale online change.com (http://chn.ge/2zXdXcE), e rivolta direttamente alla Regione Lazio, è quella del gruppo FarfaSorGente per tutelare il fiume Farfa e il suo corso.

“Segno di un forte attaccamento alla Sabina da parte di chi la vive – spiegano gli organizzatori dell’iniziativa – ma anche di un sentimento che accomuna tutti coloro che si battono ogni giorno sui propri territori per difendere l’acqua e le risorse naturali. Risorse sempre più limitate, a causa dei cambiamenti climatici e degli usi impropri, causati dalla mancanza di pianificazione e, nel caso del Farfa-Le Capore, anche da ripetute violazioni delle norme ambientali. Siamo di fronte, infatti, ad un altro disastro ambientale annunciato, iniziato nel 1980 ma, a differenza di quello del Lago di Bracciano, tenuto nascosto persino in questa torrida estate”.

Perché secondo la tesi sostenuta dal gruppo FarfaSorGente, il fiume avrebbe visto drasticamente ridotta la sua portata a causa della captazione d’acqua che Acea opera sulle sorgenti Peschiera-Capore, che alimentano direttamente il Farfa, contribuendo alla sua naturale sopravvivenza.

“Quanto sta accadendo non viene raccontato dai telegiornali semplicemente perché pochi sanno, e molti fanno finta di non sapere, che questo fiume era il maggiore affluente del Tevere, dopo il Nera-Velino-Peschiera e l’Aniene – spiegano ancora i responsabili del gruppo – per molti, invece, è più comodo pensare che il Farfa sia sempre stato un torrente, come viene indicato persino nel Piano di Tutela delle Acque Regionale, e, quindi, una portata estiva di 200 l/s sia già un miracolo in assenza di precipitazioni. Invece il Farfa è alimentato dalle sorgenti Le Capore, quasi interamente captate da Acea in assenza di concessione. Niente concessione, niente disciplinare, quindi nessuna ordinanza della Regione Lazio in soccorso del Farfa. E se serve salvare il Lago di Bracciano dove prendiamo l’acqua in attesa che vengano ridotte le perdite? Dal Peschiera-Le Capore, naturalmente”.

“La Regione – continua – non ha mai pensato di sanare questa situazione – scrivono ancora quelli di FarfaSorGente – pur essendo dal 1998 Autorità competente al rilascio delle concessioni. Si preferisce illudere continuamente i cittadini della provincia di Rieti che qualcuno gli sta per pagare l’acqua, mentre si sceglie di commissariare i Comuni che non cedono il servizio ad Acea Ato2 Spa, invece di commissariare l’Ato2 per aver scelto di non investire nella riduzione delle perdite, come sembra si stia finalmente cominciando a fare. Il nostro obiettivo è giungere ad un Contratto di fiume Farfa-Le Capore, cominciando a restituire acqua al fiume, unica possibilità per costruire un’economia locale sostenibile centrata su un progetto di sistema, creando occupazione e contribuendo localmente all’azione di contrasto al cambiamento climatico”.

Foto: RietiLife ©

 

Print Friendly, PDF & Email