Viaggi studio all’estero: iscrizioni fino al 10 novembre | L’indagine di Intercultura

117 giovani studenti della Provincia di Rieti dal 2005 al 2016 grazie al prezioso contributo della Fondazione Varrone, hanno avuto l’opportunità di trascorrere un anno all’estero, partecipando al progetto formativo ed educativo di Intercultura. I 10 mesi  trascorsi all’estero a 16-17 anni non sono stati  solo un anno di scuola all’estero ma il primo passo significativo per la propria crescita culturale ed esistenziale che li ha visti diventare cittadini attivi e fieri ambasciatori della terra reatina.

Intercultura, onlus che dal 1955 promuove programmi di studio in 65 paesi di tutto il mondo, ha sottoposto un questionario ai ragazzi partiti grazie a una borsa di Studio della Fondazione Varrone, con l’obiettivo di comprendere i risultati nel breve, medio e lungo periodo di un’esperienza di studio e di vita all’estero in età adolescenziale e di valutare quanto questa abbia influito sull’evoluzione della propria vita in termini formativi e lavorativi, ma anche attitudinali e comportamentali  e sulla propria visione del mondo.

I risultati sono stati presentati la mattina del 20 settembre davanti a una rappresentanza di 200 studenti delle scuole superiori reatine  ( IIS Varrone – Jucci – Costaggini- Calcagnadoro- Luigi di Savoia – Geometri – Rosatelli)  presso l’Auditorium della Fondazione Varrone, alla presenza dei rappresentanti  della Fondazione Varrone e di Susie Eibenstein, responsabile Borse di Studio e Liberalità  di Intercultura.
Ha aperto i lavori la consigliera della Fondazione Varrone, Emanuela Varano che ha lanciato un appello ai giovani presenti quello di diventare ambasciatori del proprio territorio nel mondo, raccontando i tesori preziosi che racchiude Rieti. Ha concluso l’intervento parlando di una conquista importante che si raggiunge con il soggiorno annuale all’estero, l’autonomia e la consapevolezza di sé e dei propri mezzi.

Nel corso della mattinata Monica Mantovani dell’istituto di ricerca IPSOS ha esposto i risultati della ricerca “L’esperienza che mi ha cambiato la vita” svolta lo scorso anno per la Fondazione Intercultura attraverso le interviste a 900 ex partecipanti partiti da tutta Italia tra il 1977 e il 2012.

Roberto Carmignani, Presidente del Centro locale di Intercultura di Rieti e alcuni “returnee” da Cina e Usa rientrati da un anno di studio trascorso all’estero grazie a una borsa di studio della Fondazione Varrone, hanno illustrato, attraverso i loro racconti personali, lo spaccato del focus realizzato sugli ex partecipanti reatini (hanno risposto ragazzi di età compresa tra i 18 e i 27 anni che sono stati negli USA, in Cina, in India e  in Russia).

Infine, Antonio Venece, anche lui ex partecipante a un programma all’estero negli USA ed oggi  direttore della società di  formazione i Geeks Academy ha spiegato agli studenti le opportunità e i lavori del futuro a cui potranno ambire per il proprio futuro, partendo dal know how sviluppato nell’esperienza all’estero.

FOCUS  RIETI
Sono stati evidenziati i risultati più importanti del focus realizzato sugli ex partecipanti reatini:
sono giovani che  stanno facendo o hanno concluso un percorso di studi brillante: hanno tutti proseguito gli studi (ottenendo tra 90 e 100 come valutazione dell’esame di stato), iscrivendosi a una facoltà universitaria. Chi si è laureato ha conseguito ottimi risultati: in 5 hanno ottenuto una votazione pari a 100 o 100 e lode.

Hanno avuto facilità nel trovare un impiego: tra i laureati, tutti stanno già lavorando con un contratto o part time mentre studia  o a tempo determinato o  indeterminato. Altri  stanno svolgendo uno stage. Ma soprattutto, questi giovani che hanno trascorso un periodo di studio e di vita all’estero, a contatto con un’altra cultura, sono una risorsa per il territorio reatino. Con l’esclusione del 30% di ex partecipanti che attualmente si trovano  in altre regioni d’Italia o all’estero gli altri  vivono, studiano e in parte lavorano nella propria zona natale (Rieti o Lazio). Certo, sono ancora molto giovani e chissà dove li porteranno le loro scelte future, ma il dato che emerge per ora è che questi ragazzi hanno deciso di proseguire la propria formazione o di trovare un impiego nel loro territorio, auspicabilmente fornendo il proprio contributo umano e di conoscenze accresciuti durante la permanenza all’estero.

Gli  ex borsisti che attualmente stanno lavorando, hanno risposto che l’esperienza trascorsa all’estero con Intercultura grazie al sostegno della Fondazione Varrone ha sicuramente inciso sul loro percorso professionale. Trascorrere un anno di scuola all’estero per questi ragazzi non ha solo significato imparare una nuova lingua o seguire delle lezioni diverse rispetto a quelle del proprio programma in Italia, ma ha soprattutto permesso loro di sviluppare quelle competenze che li stanno accompagnando nel proprio percorso. Riflettendo sui benefici dell’esperienza, quasi tutti hanno indicato che l’aspetto più importante riscontrato è la maggiore “capacità di relazionarsi ed integrarsi con altre persone, anche se hanno modi di pensare e vivere diversi dal proprio”, seguito da una più spiccata “capacità di adattamento e flessibilità”. Tra gli altri benefici indicati vi sono anche: senso di responsabilità e maturità, sviluppo della propria coscienza sociale, sapendo di avere diritti da far valere e doveri da rispettare, ragionamento ed elaborazione critica, autonomia di pensiero e di azione.

Il beneficio più importante però, è la consapevolezza del ruolo attivo che queste generazioni di ex partecipanti ai programmi all’estero possono avere nella società. Essendo stati a confronto con una cultura diversa per un lungo periodo, sono consci di vivere in un mondo che non si ferma tra i confini della propria nazione e che sempre di più sta diventando cosmopolita. E’ una generazione di globetrotter che somma l’identità comunitaria a quella nazionale”: in 25 hanno rispostoMi sento un vero cittadino del mondo: non importa il Paese in cui abito, mi sento a casa ovunque”.  E a questa idea di cittadinanza globale spesso corrisponde anche il concetto di cittadinanza attiva che sorge spontanea dall’incontro con altre culture e dalla consapevolezza delle conseguenze che nascono dalle nostre azioni che, se a prima vista, sembrano sconnesse, invece sono concatenate da un rapporto di causa-effetto. Non è una sorpresa, dunque, che la maggior parte di chi ha risposto  nell’ultimo anno sia stata impegnata nel volontariato o politicamente: tra i ragazzi che hanno risposto al questionario molti affermano di riservare parte del proprio tempo libero per Associazioni no profit (spesso per la stessa Intercultura) e altri sono impegnati in attività ed eventi organizzati da associazioni culturali, ecologiche, per i diritti civili; altri si dedicano alla politica.

A  fronte di una generazione improntata sulla chiusura di porte o per protezione o per difesa all’interno della nostra zona di sicurezza, ne corrisponde un’altra  più inclusiva, composta da queste ultime generazioni di studenti che hanno deciso invece di spalancare le  porte della propria vita personale e sociale. Sono intere generazioni di studenti, ora adulti, che credono in un mondo senza confini e nel dialogo tra i popoli, che hanno una visione globale anziché locale. E’ una generazione, nella sua globalità, internazionale, inclusiva, aperta e curiosa, cosciente delle proprie capacità e dei propri limiti, che sceglie il proprio percorso di vita e di lavoro in modo consapevole.

APERTE FINO AL 10 NOVEMBRE LE ISCRIZIONI AL CONCORSO INTERCULTURA

Per tutti gli studenti interessati a vivere questa stessa esperienza, sono aperte al 10 novembre 2017 le iscrizioni per partecipare a un programma all’estero con Intercultura. Accedendo al sito www.intercultura.it, è possibile iscriversi al nuovo bando di concorso 2018-19 per trascorrere un intero anno scolastico, un semestre, un trimestre, un bimestre o 4 settimane estive in uno dei 65 Paesi di tutto il mondo dove la Onlus promuove i suoi programmi. Più di 2.100 i posti disponibili e 1.500 le borse di studio, tra quelle sponsorizzate e quelle messe a disposizione da Intercultura.

Il bando è rivolto a tutti gli studenti delle scuole superiori nati tra il 1 luglio 2000 e il 31 agosto 2003Le 1.500 borse di studio parziali o totali consentono la partecipazione ai programmi da parte degli studenti più meritevoli e bisognosi di sostegno economico. Nel 2017 il controvalore totale dei fondi erogati ha raggiunto la cifra di 8 milioni di euro.

Foto: RietiLife ©

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