Rieti ricorda Monsignor Giovanni Benisio

Il 16 settembre 1998 all’età di 76 anni su un marciapiede della stazione Termini di Roma, mentre era in attesa del treno che lo avrebbe portato nella sua natìa Caronno Varesino, moriva improvvisamente Monsignor Giovanni Benisio, Cappellano Capo dell’Ospedale San Camillo de Lellis di Rieti.

La notizia della sua morte lasciò attonita la città di Rieti, essendo monsignor Benisio un sacerdote molto conosciuto e stimato dall’intera collettività, non solo religiosa.

Era giunto a Rieti chiamato dal Vescovo Benigno Migliorini nel 1946: l’esperienza di Vice parroco ad Antrodoco, poi a San Michele Arcangelo, infine l’arrivo al nosocomio di via Centuroni. Non dimenticando la pluriennale cappellanìa del Gruppo Scout di Rieti.

Nel compimento del suo ufficio di cappellano, monsignor Benisio era in servizio h24, non risparmiandosi mai: mentre gran parte dei nati in Ospedale tra gli anni cinquanta e settanta è stata battezzata da lui, per lo più nella cappella interna del complesso.

Docente per lunghi anni al Liceo Scientifico Jucci, monsignor Giovanni Benisio fu anche un apprezzato giornalista: suo il merito dello spazio per la Diocesi di Rieti nella pagina domenicale di Avvenire che curò fino alla vigilia della sua morte, come instancabile fu la sua attività di saggista ed editorialista per molte riviste e convegni storici, dedicandosi anche all’assistenza spirituale dell’Associazione Convegni Culturali Maria Cristina di Rieti.

Dal 1992 al giugno 1998 condusse sull’emittente locale RTR la seguitissima rubrica IL VANGELO DOMANI, entrando con discrezione nelle case di molti reatini, spiegando e attualizzando con il consueto garbo e altrettanto rigore la pagina evangelica della liturgia domenicale.

Di monsignor Benisio rimane tuttora limpido l’alto senso di servizio alla comunità, senza infingimenti, e l’amore per la Chiesa di Rieti.

Foto: TOMASSONI ©

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