A Rieti 55 nuove imprese nel primo trimestre 2017

Tasso di crescita positivo per le imprese reatine nel primo trimestre 2017, con un saldo tra nuove iscrizioni al Registro Imprese della Camera di Commercio (392) e cessazioni (337) pari a +0,37% (55 nuove imprese in valore assoluto). E’ quanto emerge dalla lettura dei dati ufficiali di Movimprese sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre 2017, diffusi da Unioncamere – InfoCamere.  Tutti i dati sono disponibili online all’indirizzo www.infocamere.it.

Un dato che contrasta con la media nazionale di un trimestre che si chiude in “rosso”, con un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni di quasi 16mila aziende (-0,26%) e che vede nella classifica delle province italiane quella reatina posizionarsi al terzo posto per tasso di crescita insieme a Vibo Valentia e dopo Nuoro e Oristano.

Un dato tuttavia da analizzare settore per settore, con un saldo positivo rilevato soprattutto per il settore agricolo, ed uno negativo per quelli del commercio, delle costruzioni e dell’artigianato.

“I dati di Movimprese ci offrono uno spaccato da un lato preoccupante ma dall’altro anche in grado di farci dire che esiste un substrato di imprese su cui è possibile immaginare un rilancio attraverso il giusto mix tra un privato che resiste e che vuole investire ed un pubblico che ha messo in campo una serie di misure governative, come la no tax area, e regionali, come i bandi del Psr e quelli in uscita in questi giorni. – ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini – Su questo si gioca la partita della sburocratizzazione nell’ambito della quale la Camera di Commercio di Rieti è impegnata in prima linea per garantire con le proprie tecnologie un utilizzo ottimale degli Sportelli unici per le attività produttive e degli Sportelli unici per l’edilizia per garantire una ricostruzione rapida e garante della trasparenza, elementi fondamentali anche per far ripartire con il piede giusto settori in profondo rosso come l’edilizia”.

Allargando l’orizzonte a livello nazionale, da gennaio a marzo 2017 è cresciuto il numero delle nuove imprese che, nel complesso, sfiorano quota 116mila, il valore più alto in assoluto dei primi trimestri degli ultimi quattro anni. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso è tornato però a salire anche il numero delle imprese cessate che, quest’anno, ha toccato le 131.345 unità. Conseguentemente il saldo fra iscrizioni e cessazioni è risultato negativo per 15.606 unità, in peggioramento rispetto al I trimestre del 2016 e in controtendenza dopo un triennio in cui il bilancio trimestrale delle imprese – pur mantenendosi sempre in campo negativo – aveva mostrato segnali di progressivo recupero. Il primo trimestre si conferma in rosso anche per le imprese artigiane (-10.942 unità il saldo), ma la riduzione della base imprenditoriale è la più contenuta dell’ultimo decennio, conseguenza diretta di un numero di cessazioni sceso sotto la soglia delle 40mila unità, anch’esso il valore più basso fatto registrare negli ultimi dieci anni nell’universo artigiano. Complessivamente il totale delle imprese presenti nei registri camerali alla fine di marzo risulta pari a 6.038.746 unità, di cui 1.327.006 artigiane.

L’analisi per natura giuridica evidenzia un andamento controcorrente delle società di capitali: 13.613 in più in tre mesi (pari ad un tasso di crescita dello 0,9%). La loro vitalità riesce solo in parte a controbilanciare il saldo negativo delle ditte individuali, diminuite nello stesso periodo di 22.247 unità (pari allo 0,69% in meno rispetto alla fine dello scorso anno), risultato peggiore di quello del 2016, quando il saldo si attestò a -21mila unità.

Tra le regioni, saldi con segno positivo – seppur contenuti – si registrano nel Lazio (+902), in Sardegna (+568), Sicilia (223) e Calabria (+133), ma nessuna delle quattro ripartizioni geografiche, nel trimestre da poco concluso, si colloca in terreno positivo: il Sud e Isole fa registrare il migliore risultato del periodo (solo -1.670 imprese), mentre è al Nord-Ovest la contrazione più sensibile (-6.099 unità). Nel complesso, in 11 regioni su 19 il saldo del trimestre peggiora rispetto al corrispondente periodo del 2016. Tra gli artigiani, nessuna regione chiude in positivo e in due casi (Toscana e Sardegna) si registra un’ ulteriore contrazione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.

Guardando ai settori, gli unici che vedono aumentare in modo apprezzabile la propria base imprenditoriale sono quelli del Noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.300 imprese, di cui 473 artigiane), le Attività professionali scientifiche e tecniche (+459, -95 tra le imprese artigiane) e il settore della Sanità e assistenza sociale (+335). Il Commercio è il settore che, in termini assoluti, arretra maggiormente (oltre la metà dell’intero saldo negativo: 8.701 imprese in meno, -0,57% in termini relativi). Seguono le Costruzioni con una flessione di 5.582 unità (-0,67%) e l’Agricoltura (-4.997 unità, per una flessione in termini relativi dello 0,66%).

Tradizionalmente, il saldo del primo trimestre risente dell’effetto delle cessazioni decise dalle imprese sul finire dell’anno precedente ma che, potendo essere comunicate alle Camere di commercio entro trenta giorni, vengono di frequente contabilizzate nel mese di gennaio. Questo fa sì che il bilancio del I trimestre chiuda spesso con valori contenuti, quando non addirittura con il segno meno. Foto (archivio) RietiLife ©

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