A Sergio Pirozzi e Roberto Pietropaoli il Premio Coni Lazio

Torna il Premio Coni Lazio, che annualmente viene assegnato alle eccellenze dello sport della nostra regione. Appuntamento il 28 marzo a Roma. Anche per il 2016 il riconoscimento spazia dal grande campione alla giovane promessa; offre la ribalta alle discipline meno conosciute; premia l’impegno sociale e ricorda chi ha dedicato la vita alla promozione e alla crescita dei giovani. Premiati anche due reatini, Roberto Pietropaoli e Sergio Pirozzi: in commissione, per decidere i premi, anche il direttore di RietiLife Emiliano Grillotti.

Martedì 28 marzo 2017 si terrà la quarta edizione del Premio CONI Lazio, iniziativa nata per dare risalto a realtà ed eccellenze sportive e sociali, che vedrà coinvolti i protagonisti del 2016, tra atleti, tecnici, dirigenti e società sportive.

Nella Sala Tevere della Presidenza della Regione Lazio, partner dell’iniziativa, alla presenza dei massimi esponenti delle istituzioni e dello sport, il Presidente del CONI Lazio, Riccardo Viola, insieme al Presidente della Regione, on. Nicola Zingaretti, consegnerà i premi a coloro che si sono particolarmente distinti nel corso della passata stagione.

Sono diciassette i riconoscimenti decretati da una Commissione di giornalisti di settore e destinati al mondo sportivo del Lazio, due Premi del Ricordo, per le famiglie di Mario Pappagallo e Albino Garbari, un Premio Speciale del Comitato Lazio all’allenatore e sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi ed infine un Premio Speciale Sport & Simpatia all’attore e comico romano, dall’ironia travolgente, Antonio Giuliani.

LA COMMISSIONE

Gianluca Atlante; Ugo Baldi; Fabio Bicchielli; Emiliano Grillotti; Antonio Maggiora Vergano; Massimiliano Morelli; Stefano Orsini; Federico Pasquali; Luca Pelosi; Maurilio Rigo; Carlo Santi; Sergio Torrisi; Francesco Volpe. Presentano la cerimonia: Cristina Chiuso e Stefano Pantano. Collaborazione: Comunicazione Globale Promotion.

ROBERTO PIETROPAOLIDirigente

La passione per lo sport, neanche a dirlo, è il tratto distintivo di Roberto Pietropaoli che da innamorato della pallacanestro – “ma non quella a tabellone” come ama ripetere – non poteva allontanarsi troppo. Così ha scelto sempre cinque giocatori e una palla. Ma senza canestri. Con le porticine e un impianto che rischiava, a Rieti, di morire. Fondato nel 1999, il Real Rieti calcio a 5 ha portato i suoi colori in tutta Italia: prima le piazze meno blasonate, nei campi di periferia e nelle categorie degli amatori, poi sempre più su fino alla Serie A conquistata tramite i playoff di serie A2 nel 2010/2011. Da quel giorno per il Real Rieti e per Pietropaoli è stata sempre massima serie tra lotte amare e gioie enormi, come quella Winter Cup vinta in casa alla prima edizione, la tiratissima finale playoff scudetto con Asti con quasi mille reatini in trasferta a Teramo e la favola della Uefa Futsal Cup, la Champions League del Futsal con il meglio del calcio a 5 continentale. Pietropaoli e la sua creatura sono stati autori anche di un vero e proprio record: la trasferta più lontana di una squadra reatina, quella affrontata per arrivare ad Almaty, in Kazakhstan. Pietropaoli vive di emozioni e non è un mistero il suo essere vulcanico, istintivo ma anche di parola e pronto al confronto, pur duro. Cinquantatre anni il prossimo 29 dicembre, sempre accanto alla sua Antonella, Roberto Pietropaoli è commercialista e consulente del lavoro tra la sua città e Milano. Col Real Rieti nel cuore.

SERGIO PIROZZI – Premio Speciale Comitato Lazio

Personaggio suo malgrado, complice quel maledetto terremoto che ha devastato il centro Italia. Ma unico nel suo percepire il fatto di poter sfruttare la sua immagine di sindaco di Amatrice proprio per tenere desta l’attenzione di politici, istituzioni e chiunque altro sul dramma del sisma. Sergio Pirozzi avrebbe meritato un Seminatore d’oro per la capacità d’essere allenatore vincente, visto che ha ottenuto promozioni storiche alla guida di Amatrice, Sorianese, Ostiamare e Rieti, quest’ultimo riportato nei professionisti dopo 62 anni. Per tacere del Trastevere, ultima squadra allenata, condotta in serie D, mica bazzecole. Poi la terra ha tremato, tanto, troppo, e la carriera da mister si è stoppata. Mera consolazione il fatto che lo abbiano cominciato a conoscere tutti gli italiani, e non solo gli appassionati di calcio. Comunque il Seminatore d’oro lo meriterebbe oggi più che per l’attività da allenatore, per come sta cercando di ricostruire quel pezzo d’Italia dove adesso c’è bisogno di tutto. E dell’aiuto di tutti. Foto: CONI ©

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