L’INTERVISTA – Ricky Memphis al Terminillo Film Festival tra calcio, amici e quel legame con Posta…

(di Sabrina Vecchi) “Mannaggia, me sò messo il giaccone sopra la giacca elegante e mò nun me lo riesco più a leva‘”: lui è così, esattamente come appare sullo schermo. Simpatico ma schivo, affabile ma al tempo stesso timido, Ricky Memphis è arrivato al Terminillo Film Festival quasi in punta di piedi, con la sua inesauribile carica di empatia tutta romanesca, e per dirle tutta si vedeva lontano un miglio che sarebbe stato più a suo agio in una trattoria che sul red carpet. (l’articolo continua sotto le foto)

L’attore capitolino ha partecipato all’anteprima di “Ovunque tu sarai“, opera prima di Roberto Capucci, bella storia di vita e di amicizie sviluppata a partire dalla passione calcistica comune. Prima della proiezione, Memphis ha scambiato quattro chiacchiere con RietiLife.

Un film che parla di amici, e di calcio…

Sì, un film che parla di belle emozioni, con il pretesto del calcio. È stata un’esperienza meravigliosa girarlo, si lavorava in un’atmosfera serena e allegra… lo so che lo dicono tutti alle interviste, ma t’assicuro che è davvero così!

Hai conosciuto il grande successo grazie all’ispettore Mauro Belli interpretato nella serie televisiva “Distretto di Polizia” ed ancora oggi il pubblico ti ricorda soprattutto per quella parte. Professionalmente è positivo o negativo rimanere impresso nella memoria grazie ad uno specifico personaggio?

C’è anche qualcosa di negativo perché hai maggiori difficoltà a farti conoscere per altre cose, ma senza dubbio il resto è tutto positivo. Mauro mi ha regalato la grande popolarità ed ha dato una svolta alla mia carriera, lo rifarei cento volte!

Hai mai pensato al teatro?

“Me l’hanno proposto più di una volta, ma c’ho paura del contatto diretto col pubblico… insomma io sò abituato col cinema…a teatro invece la gente sta proprio lì…”.

La tua marcata inflessione romanesca è un punto di forza o una limitazione sul lavoro?

“Forse mi sono impegnato poco per eliminarla e parlare un italiano corretto, ma io vado orgoglioso delle mie origini, per me il romanesco è un vanto e va bene così…”.

Conoscevi le nostre zone?

“Sì, sono venuto per molti anni, un mio amico era originario di Posta e sono molto affezionato a quei posti, conosco un po’ anche le zone colpite dal terremoto quindi… ma ora conosco anche il Terminillo e Rieti, e sicuramente ci tornerò con la famiglia!”.

Progetti in cantiere?

“Di proposte lavorative per fortuna ne ricevo molte, ma ora devo assolutamente fermarmi, me devo dimagrì, sò grasso, io quanno vado in giro magno”.

E dato che il film che presenti parla anche di calcio…

“Lì nun se discute, c’è solo la Roma!”.

Foto: Francesco PATACCHIOLA © Terminillo

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