Terremoto, Posta e Borbona in ginocchio chiedono aiuto per rialzarsi

Aumentano le difficoltà per i Comuni del cratere sismico, Posta e Borbona chiedono aiuto per poter migliorare il processo di ricostruzione. LEGGI

“I comuni non possono essere lasciati soli a fronteggiare rischi per i quali sono necessarie risorse umane, economiche e tecniche non facilmente reperibili. In un momento di complessità inaudita, con rischi di varia natura innestati uno sull’altro non si possono chiedere risposte burocratiche nè fornire soluzioni teoriche a distanza. L’aiuto delle strutture centrali deve essere operativo e sul territorio, da presidiare in maniera diffusa muovendosi al suo interno e conoscendolo. Altrimenti i sindaci e gli abitanti saranno sempre soli di fronte alle emergenze” fanno sapere dai sue paesi a pochissimi chilometri da Amatrice.

“Noi abbiamo un piano di protezione civile, approvato due volte per via delle modifiche intervenute. Abbiamo istituito un gruppo di protezione civile con contatti iniziati in tempo non sospetti e che ora speriamo di riuscire a portare avanti nel tempo. Proprio adesso abbiamo istituito un servizio di intrattenimento extrascolastico per i bambini che vogliono rimanere nelle scuole sicure, oltre agli orari di normale attività didattica, dalle 8 alle 20 di ogni giorno della settimana” dichiara il sindaco di Posta, Serenella Clarice.

“Ma le nostre risorse economiche e umane e le nostre iniziative sono necessariamente limitate, mentre il territorio e i rischi non solo sismici ma anche e soprattutto idrogeologici, sono elevati e diffusi” aggiungono da Posta e Borbona.

Il Sindaco di Borbona, Maria Antonietta Di Gaspare, ribadisce l’importanza di una metodologia di ricostruzione differente per quanto riguarda questi Comuni in seconda fascia di emergenza: “Il nostro è un territorio che merita di non avere più paura del terremoto, deve essere il primo ad essere rigenerato. Con scelte nuove rispettose della storia, con scelte diverse che ne scriveranno quella nuova. Abbiamo bisogno di rilanciare l’economia con investimenti mirati, decidendo da noi quelli che sono i punti di forza di questi territori su cui investire, che nessuno conosce ed ama più di noi, che abbiamo scelto di vivere con coraggio e già da ieri era tardi per tutto questo. Lo stesso coraggio che oggi è amplificato dalla paura che qualcosa distrugga i nostri territori ce lì farà difendere fino all’ ultimo sasso, filo d’erba, albero”. Foto: RietiLife ©

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