Basket, la Virtus Passo Corese di Roberto Peron comanda in Promozione / FOTO

Nove partite, nove vittorie. Difficile far meglio per la Virtus Passo Corese che ha chiuso il 2016 in bellezza, con il primo posto nel girone D della Promozione di pallacanestro una incredibile dose di fiducia per il prosieguo del campionato. Merito di una squadra che si sta confermando al vertice dopo la grande stagione scorsa, guidata da un leader come Roberto Peron.

Coach qual è il suo bilancio di questa prima parte di stagione?

“Direi più che positivo dal punto di vista dei risultati. Abbiamo raccolto il massimo vincendo sempre ed è stata davvero una bella soddisfazione. Io però sono un perfezionista e dico che dobbiamo ancora migliorare tanto. La rosa è molto ampia, ma in alcuni casi non abbiamo lavorato come volevamo a causa di infortuni e di troppe partite ravvicinate. Nel girone di ritorno dovremmo migliorare in questo”.

La squadra è stata brava a non abbassare mai l’asticella oppure è semplicemente la più forte del girone?

“I ragazzi sono stati bravi a reggere fin qui soprattutto mentalmente, questo mi ha soddisfatto molto. Abbiamo gente che sa lottare, combattenti nati e la loro voglia di vincere è tanta. Nel girone ci sono squadre forti, proveranno tutti a dimostrarlo nel girone di ritorno”.

Il momento migliore di questo girone d’andata e quello in cui la squadra ha sofferto di più…

Abbiamo fatto grandi partite sia in casa di Manzao che contro Scuola Basket Roma, entrambe seconde in classifica. Due belle vittorie che mi hanno fatto capire tante cose. Due partite che invece non mi sono piaciute sono state quella contro la Nuova Lazio Pallacanestro e contro Liceum Roma Otto, ma nel secondo caso si trattava di un campo difficile e ricco di insidie contro una squadra forte che non sta però raccogliendo risultati”.

Quanto è stato importante il lavoro del suo staff per questo primo posto?

“Molto, perché avere più occhi in panchina e in settimana aiutano sempre il lavoro del capo-allenatore. Vivo in simbiosi cestistica con Emanuele Foroni, il mio vice, e con Piero Cusenza, il direttore dell’area tecnica. La possibilità di confrontarmi con uno staff così competente è davvero importante per un allenatore. Persone preparate e sempre pronte ad aiutare, apprezzo tanto quello che stanno facendo per la squadra”.

La stagione però è ancora lunga, va chiusa la prima fase in testa e poi ce n’è una seconda… Quali difficoltà ti aspetti?

“Spero di non averne troppe (ride ndr). So per certo che ci sono squadre molto buone, con talento e che vorranno far bene contro la prima in classifica. Noi dobbiamo trovare sempre motivazioni, allenarci sempre con più caparbietà del giorno precedente. Solo così possiamo primeggiare. Perché l’obiettivo, e non mi nascondo, è quello di rimanere al vertice fino alla fine. Noi vogliamo divertirci vincendo, superando anche quell’ultimo ostacolo che ci ha bloccato lo scorso anno…”.

Ad un passo dalla Serie D, fermati solo da Cerveteri in finale playoff. Quali rimpianti hai e quali aspetti pensi di aver corretto per riprovare ancora l’assalto alla categoria superiore?

“L’anno scorso siamo arrivati in maniera eccellente a gara 1 di finale playoff e lo abbiamo dimostrato vincendo di 24 punti in trasferta. Poi siamo scomparsi dal punto di vista mentale, forse siamo stati un po’ superficiali in gara 2 e lì abbiamo compromesso tutto. Stiamo lavorando soprattutto su questo, sulla testa che dovrà accompagnare il nostro corpo da qui alla fine della stagione. Non dovremmo mai sentirci forti, mai arrivati. Voglio vedere nei miei ragazzi la voglia di migliorarsi senza sosta e loro lo sanno”.

Per quale motivo hai scelto questo progetto tecnico e qual è la motivazione più grande che ti fa credere ogni giorno di essere nel posto giusto?

“C’è un legame molto forte tra me e questa società. Ci sono persone che conosco da molto tempo e con il quale ho un rapporto di amicizia vero, oltre il campo. Da Francesco a Carlo, passando per Gabriele, Luigi e tanti altri ragazzi. La scelta di essere qui però è anche una scelta relativa alla bontà di un progetto, che giudico serio e ambizioso. Io e questa società vogliamo crescere insieme”.

Tre aspetti per descriverti come allenatore…

“Sono un playmaker (ride ndr), perché anche se alleno sto sempre dentro al gioco. In particolare con la difesa, la seguo come fossi io in campo. Sono anche una sorta di fratello maggiore o un padre per i ragazzi che alleno, mi sento uno di loro e sento che facciamo tutti parte di una bella famiglia. Il terzo aspetto è che sono un puntiglioso di natura. Uno che prova a correggere qualsiasi aspetto per portarlo alla perfezione e che ha delle pretese importanti nei confronti dei giocatori: se dai tanto vuoi anche che ti diano tanto. E da questo punto di vista, con questi ragazzi, mi reputo un fortunato”.

Foto: VIRTUS PC ©

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