La cartella clinica umanizzata da settembre a Radioterapia e Oncologia / Presentato il reportage di Rosalba Panzieri

Presentato stamattina il reportage sull’umanizzazione della medicina  girato a Rieti dalla scrittrice Rosalba Panzieri. Il reportage, dal titolo “Passi Scalzi” è stato  realizzato con la collaborazione dell’Azienda Sanitaria Locale, del Comune di Rieti e della Sabina Universitas. Un lavoro che apre a Rieti e al de’ Lellis il discorso della cartella clinica umanizzata, che sarà al via a settembre.

Rieti, la sua gente, i suoi medici, il suo Ospedale, le sue piazze cittadine, sono protagoniste di “Passi Scalzi”, il reportage sull’umanizzazione della medicina che racconta le storie dei popoli delle corsie, pazienti e medici, osservati nella loro dimensione imprescindibile di esseri umani, uniti da sentimenti identici e alleati nella lotta contro la malattia.

Alla presentazione, oltre alla ideatrice del Progetto Rosalba Panzieri,  c’erano il Direttore Generale della Asl di Rieti Laura Figorilli, l’assessore alla Cultura del Comune di Rieti Anna Maria Massimi, il primario della Radioterapia Mario Santarelli e il Direttore della Sabina Universitas Daniele Mitolo.

Il reportage racconta la malattia e come il paziente la approccia. Un progetto di ricerca e, soprattutto, di incontro, di conoscenza dell’altro, quale presupposto indispensabile alla relazione e all’alleanza tra personale sanitario e persona ricoverata. È questo il substrato d’intenti in cui si colloca la partenza, a settembre, della cartella clinica umanizzata. Il paziente, di suo pugno, scriverà la sua storia personale, da inserire nella cartella clinica insieme a esami e terapie. La sprimentazione inizierà nelle Unità Operative Complesse di Oncologia Medica e Radioterapia.

Così motiva l’ideatrice Rosalba Panzieri: “Noi siamo la nostra storia. Scrivere di noi rinvigorisce le radici e l’identità, raddrizza lo stelo e la spina dorsale, porta nutrimento a tutti i petali che sono sogni, progetti, talenti, strumenti interiori che abbiamo costruito vivendo e che mai come nell’esperienza della malattia, occorrono interi per attraversarla senza esserne vinti”.

LA NOTA DELLA ASL

E’ stato presentato ieri presso la sala conferenze di palazzo Dosi “Passi Scalzi”, il reportage sull’umanizzazione della medicina che racconta le storie dei popoli delle corsie, pazienti e medici, osservati nella loro dimensione imprescindibile di esseri umani, uniti da sentimenti identici e alleati nella lotta contro la malattia. Un reportage realizzato con la collaborazione dell’Azienda Sanitaria Locale, il Comune di Rieti e la Sabina Universitas, per valorizzare e inserire Rieti all’interno del Progetto nazionale di umanizzazione della medicina: “Cartella clinica umanizzata”.

Ad illustrare l’iniziativa l’ideatrice del Progetto, la scrittrice e attrice Rosalba Panzieri: Presenti, il Direttore Generale della Asl di Rieti Laura Figorilli, l’assessore alla cultura Anna Maria Massimi in rappresentanza del Sindaco di Rieti Simone Petrangeli,  il Direttore della Sabina Universitas Daniele Mitolo.

Per il direttore generale della Asl di Rieti Figorilli: “La cartella clinica umanizzata è un progetto importante che abbiamo accolto subito con entusiasmo: Un ulteriore tassello grazie al quale consolidare il percorso di accoglienza e sostegno al paziente, che già da anni ci vede impegnati. Inizieremo dai reparti di Radioterapia e Oncologia, nella speranza di poterlo diffondere, progressivamente, anche in altri reparti.”

Secondo l’assessore alla cultura del Comune di Rieti Massimi: “Fare cultura vuol dire ‘generare incontro’ tra i diversi punti di vista. L’incontro e la narrazione sono presupposti alla conoscenza. Reputo il progetto un’idea geniale che idealmente dovrebbe essere applicata in tutti gli ambiti dell’esistenza. Il compito della cultura è far fiorire talenti e intelligenze. Con questo progetto, che è una commistione di arti, si va verso una società fondata sull’intelligenza emotiva, ossia sulla capacità di comprendere gli altri e utilizzare le differenze come valore.”

Per il direttore della Sabina Universitas Mitolo: “Il percorso formativo del personale sanitario non può prescindere dalla comprensione degli stati d’animo che una persona malata vive. Come Università abbiamo subito sostenuto e condiviso il progetto della Panzieri, perché risponde ad istanze umane che poggiano su dati scientifici solidi. L’alleanza terapeutica è uno dei parametri fondamentali del percorso di cura. Alla formazione il compito di creare figure altamente qualificate anche sul piano umano-relazionale. E questo progetto ci consente di farlo”.

“Un ringraziamento va alle Associazioni di volontariato della provincia –commenta Panzieri – perché hanno aderito al Progetto con grande entusiasmo. Un ringraziamento particolare a Santina Proietti dell’Alcli ‘Giorgio e Silvia’, per il sostegno e la sensibilità dimostrata”.

Il progetto,  a partire dal 2016 interesserà oltre 50 strutture ospedaliere, con il coinvolgimento del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, dell’Associazione Nazionale Medici di Direzioni Ospedaliere, dell’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani, dell’Associazione Salute Attiva Onlus, con l’adesione della Presidenza della Repubblica. Si tratta di un Progetto unico nel panorama sanitario e culturale internazionale perché, per la prima volta nella storia della moderna medicina, la storia personale del paziente, scritta di suo pugno, sarà inserita in Cartella clinica e trattata con la stessa dignità morale e scientifica di qualsiasi altro dato di anamnesi, per affiancare alla Scienza medica la conoscenza dell’Uomo. La ricerca durerà un triennio per osservare gli esiti della Cartella clinica umanizzata,  una procedura straordinaria che da settembre verrà sperimentata anche presso l’Ospedale de’ Lellis nelle Unità Operative Complesse di Oncologia Medica e Radioterapia.  Attraverso il “modello narrativo alfa”, ideato dalla scrittrice, i pazienti possono raccontare, scrivendo di loro pugno, chi sono, in qualsiasi declinazione si percepiscano. Un progetto di ricerca e, soprattutto, di incontro, di conoscenza dell’altro, quale presupposto indispensabile alla relazione e all’alleanza tra personale sanitario e persona ricoverata.

Foto (archivio) RietiLife ©

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