LA SEDUZIONE DELLE “DISSOLUTE” AL TEATRO DEI CONDOMINI / LE FOTO

Lo stesso spettacolo, due punti di vista: uno maschile e uno femminile. Il racconto di Matteo Carrozzoni e Sabrina Vecchi de “Le dissolute assolte”, andato in scena venerdì e ieri sera al teatro dei Condomini.

VISTO DA LUI (di Matteo Carrozzoni)

Tutto esaurito al Piccolo Teatro dei Condomini di via di Mezzo per lo spettacolo teatrale di Luca Gaeta “Le dissolute assolte”. Ambientata in una casa chiusa dall’atmosfera surreale, la vicenda si snoda attraverso monologhi amari, rabbiosi fin quasi alla follia, di donne in abiti discinti, sedotte, abbandonate e relegate in un “catalogo”, dal conquistatore seriale Don Giovanni.
L’odio, la frustrazione, legati all’amore non corrisposto, alla repentina fuga del libertino e alla sensazione di essere state usate, ha condotto le fanciulle alla perdizione di un bordello, dove il servo zoppo Leporello (Marco Giustini) conduce, con grande ironia il pubblico attraverso gli sfoghi al sapore di alcol e tabacco di queste donne dissolute, assolte però dalla colpa in quanto vittime dell’amore.
In poco meno di un’ora e mezza, la rappresentazione scivola via piacevolmente grazie alle brillanti interpretazioni delle attrici Priscilla Micol Marino (Donna Isabella), Nela  Lucic (Donna Francesca), Glenda Canino (Zerlina), Valentina Ghetti, Alexandra Mogos (Donna Anna), Annamaria Zuccaro (Mamàn), Adele Perna, che fanno bella mostra della loro capacità recitativa e dei loro corpi provocanti, fino calar del sipario, quando il servo Leporello si accommiata dal pubblico con un interrogativo su cui meditare: “è lecito soddisfare il proprio desiderio a discapito della moralità, e della felicità altrui?”

VISTO DA LEI (di Sabrina Vecchi)

Atmosfere hot ieri sera al Piccolo Teatro dei Condomini, con lo spettacolo “Le dissolute assolte”. Tra letti disfatti, musiche languide, vino e nuvole di fumo si raccontano in una casa chiusa le donne del Don Giovanni, quelle del celebre catalogo. Ad introdurre i loro monologhi, Leporello, servo zoppo dell’ormai scomparso conquistatore di gonnelle. Sedotte ed abbandonate le fanciulle, disperate perché travolte da un piacere trasformatosi in amore mai corrisposto: ad interpretarle, otto brave e belle attrici disinvolte nei succinti costumi di scena. Spettacolo nel complesso carino e con interpreti di valore, i cui monologhi sono però rimasti troppo slegati dal resto della pièce con il rischio di annoiare senza coinvolgere. E poi, noi femminucce, il concetto trito e ritrito che la donna se fa sesso quasi sempre s’innamora, mentre l’uomo spesso deve solo aggiungere una nuova tacca al repertorio, dovevamo andare a teatro per sentirlo di nuovo? Fatto sta che andando via di bollente nel mio pensiero c’era solo il latte coi biscotti che mi sarei preparata di lì a poco, oltre alla curiosità di quanto potesse esser figo questo Don Giovanni ed una sana invidia per un reggicalze ben portato su un paio di cosce senza cellulite.

Foto: M.Carr. ©

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