CONCORSO FOTOGRAFICO SUI PLUS, PREMIATI I VINCITORI

Dopo ben oltre tre mesi di “svolgimento”, il concorso fotografico “La mia PlusValenza”, legato ai lavori dei P.L.U.S. di Rieti, ha avuto il suo epilogo lo scorso 12 dicembre con la proclamazione dei vincitori, la consegna dei premi ed il riconoscimento ufficiale del sindaco Petrangeli a tutti i partecipanti per il loro impegno e la loro capacità artistica e all’organizzazione per aver varato e condotto in porto una iniziativa tanto interessante quanto preziosa per la Città.

Non sono stati molti coloro che hanno voluto contribuire a fissare in foto questo momento epocale di passaggio da un volto ad un altro del nostro centro storico ma, a quanto dichiarato dai giurati chiamati in causa per scegliere i migliori elaborati, almeno la qualità delle opere è risultata più che soddisfacente.

Più che altro, è stato un voler spronare tutti coloro amanti della fotografia amatoriale a spingersi fin dentro i cantieri, a guardare l’evolversi dei lavori da un punto diverso dal solito, a “sentire” il cambiamento della veste architettonica della propria città ed a cogliere l’attimo di alcuni suggestivi frames di ciò che la pellicola di questi ultimi mesi offriva, nel cuore della Rieti più antica ed affascinante. Un po’ come riuscire a testimoniare con i propri scatti un passaggio di consegne tra il “vecchio” ed il “nuovo” look di piazze, scorci ed umori. Sul tavolo della giuria, sono giunte oltre 60 opere per un concorso che non prevedeva alcun quota di iscrizione ma limitava gli elaborati ad un massimo di 4 stampe a colori ed altrettante in bianco/nero. Con la scelta di 8 giurati, tra cui alcuni apparentemente poco avvezzi all’ambiente purista della fotografia, si è cercato di creare una visione critica dei giudizi la più variegata ed eterogenea possibile, specialmente per fornire una chiave di lettura insolita per un concorso fotografico “classico”. C’era l’attore/regista Paolo Fosso, l’insegnante di Storia delle Belle Arti Manuela Marinelli, il grafico/designer Cesare De Angelis, il fotografo professionista Enrico Ferri, il veterano dei fotografi reatini (presidente di giuria) Paolo Capucci, il fotoreporter di RetiLife Emiliano Grillotti, l’architetto Stefano Scarani e solo all’ultimo momento non ha potuto presiedere i lavori Roberto Lorenzetti, stimatissimo direttore dell’Archivio di Stato reatino, nonché validissimo fotoamatore. Un potpourri di modi d’intendere e valutare uno scatto talmente diversi tra essi che, in definitiva, ha premiato gli elaborati senza utilizzare solamente i consueti crismi di giudizi in questi casi, del resto era questo lo scopo originario dell’organizzazione al momento della scelta di ogni singolo giurato.

La classifica definitiva ha visto assegnare il primo premio colore a Riccardo Di Genova (“C’è posto per tutti”), il secondo a Marcello Pennese (“Plus 02”) ed il terzo a Dario Mariantoni (“Largo Vittori – Posa in opera”); per la sezione bianco/nero il primo premio è stato assegnato ancora a Dario Mariantoni (“Piazza E. Vittorio II – Lavori di pavimentazione”), il secondo a Francesco Anniballi (“Una notte al cantiere”) ed al terzo si è di nuovo affacciato Riccardo Di Genova (“Il pavè tramonta”). Migliori opere segnalate: “Il ritrovamento” di Roberto Cipolloni, “Nuova pavimentazione – Posa in opera in piazza V. Emanuele II” di Dario Mariantoni e “Plus 01” di Marcello Pennese, mentre la giuria ha voluto attribuire una menzione particolare, per la tecnica nel suo complesso di opere, al lavoro presentato da Fabrizio Naspi. Non è stato invece assegnato il premio per il miglior lavoro documentaristico.

Il sindaco Petrangeli ha voluto sottolineare l’importanza di questi scatti (che rimarranno di proprietà del Comune di Rieti come prezioso archivio di quanto accaduto nel corso del periodo interessato dai P.L.U.S.), auspicando addirittura una sorta di “mostra permanente” delle opere più significative, all’interno del “suo” palazzo, a testimonianza di quanto accaduto nel passaggio di consegne tra il sampietrino di un tempo ed i lastroni attuali.

La mostra rimarrà aperta fino a domenica 20 dicembre: perdersela potrebbe significare aver saltato qualche “pagina” del libro della storia della nostra città. (di Maurizio Festuccia da Format) Foto: FORMAT ©

 

Print Friendly, PDF & Email