MALAGÒ DIFENDE HOWE E GLI ALTRI ATLETI: “NESSUNO DI LORO HA BARATO”

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, interviene sul caos che si è generato dopo il deferimento di 26 atleti azzurri da parte della procura antidoping per “elusi controlli” (leggi la notizia). Tra loro anche Andrew Howe, Roberto Donati, Simone Collio e Matteo Galvan.

“L’unica cosa che posso fare è accelerare il più possibile il giudizio del Tna, in modo che questo punto interrogativo si possa chiarire. Bisogna dare delle risposte molto urgenti”. Lo dice il presidente del Coni rispondendo a chi gli chiede se i 26 atleti della nazionale italiana di atletica leggera deferiti dalla Nado Italia per “eluso controllo” rischiano la partecipazione ai Giochi di Rio 2016.

«Onestamente sono molto ottimista – prosegue a margine della sua lectio magistralis, tenuta nel Salone d’Onore, per l’Università degli studi Link Campus University sulla costruzione del dossier della candidatura di Roma ai Giochi del 2024 – mi sembra che la procedura era doverosa, ma la sostanza è un’altra».

In precedenza, Malagò parlando ai microfoni di “Non Stop News” su Rtl 102.5 aveva detto: “C’è molta confusione nel leggere, nell’interpretare e nel capire di cosa si sta parlando. Sono vicende che riguardano sostanzialmente il quadriennio 2009- 2012, in particolare, mi sembra, 2011 e 2012. Il whereabout è praticamente un codice che impegna gli atleti divisi su due categorie, di fascia A e di fascia B, i primi quelli di grande rilievo internazionale che sono sotto l’egida della Wada che è l’agenzia indipendente antidoping e quelli di fascia B che rientrano nei controlli a livello nazionale. Sulla base di quelli che sono stati gli incartamenti arrivati a pioggia e a singhiozzo, dato il volume dei documenti, dalla Procura di Bolzano dopo le note vicende che riguardavano il caso Schwarzer la Procura nazionale antidoping ha disposto questi deferimenti solo e semplicemente in quegli anni, malgrado nessuno avesse segnalato questo tipo di comportamento anomalo, nessuno aveva nemmeno effettuato un warning, un’ammonizione, un cartellino giallo, e quindi ha dovuto necessariamente predisporre un atto dovuto nei confronti di 26 atleti su un blocco di 65″.

NESSUN BARO — Malagò ha poi difeso gli atleti: “Questi ragazzi non sono delle persone che hanno barato, è semplicemente un fatto di procedure di comunicazione della loro presenza. L’attuale Federazione Italiana di atletica leggera non solo è totalmente estranea ma per certi versi è totalmente vittima”.

Foto: web ©

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