COOPERATIVA AMPLIA-MENTE: “IL NOSTRO PROGETTO CAPITO DA NESSUNO, CITTÀ IN DISFACIMENTO”

La Società cooperativa Amplia-mente, tramite le parole di Francesco Formichetti, Marco Marsili e Daniele Capparella ha scritto a RietiLife. La loro missiva fa riferimento anche a un nostro articolo dedicato al reatino Marco Marchetti (leggi)

“Siamo felici che il Bic  Lazio di Viterbo abbia la lungimiranza di organizzare dei concorsi per i nuovi  makers, aprendo gli orizzonti all’ inevitabile dilagare della frontiera digitale; veniamo poi a saper che un nostro concittadino: il signor Marco Marchetti  ha partecipato al concorso organizzato in quel di Viterbo, e che per realizzare il suo progetto si è dovuto spostare fino a Roma. Ci sarebbe piaciuto molto essere di supporto  visto che e più di anno che a Rieti ci occupiamo di stampa 3D, modellazione e prototipazione rapida. Chiaramente il signor Marchetti non ha nessuna colpa, sicuramente non ci conosce, o meglio non può conoscerci. Questo accade quando una start-up è costretta ad andare avanti esclusivamente con le proprie forze, si è obbligati a concentrarsi sull’acquisto di macchinari e si lascia consapevolmente (per mancanza di denari) da parte il marketing.   Alla fine dello scorso anno abbiamo presentato un progetto proprio presso la regione Lazio che si imperniava esattamente sulle tematiche evidenziate nell’articolo riguardante il Sig. Marchetti. Nei nostri programmi ci sarebbe stata la costituzione di un’azienda che si sarebbe dovuta occupare di prototipazione rapida, reverse engineering, produzione di piccola serie, in pratica, tutti gli aspetti che coinvolgono i nuovi artigiani digitali e tutte le tematiche inerenti ai fablab.  Il progetto è stato presentato in Regione più di un anno fa. Dopo un anno di attesa, dopo aver prodotto non poca documentazione, dopo molte riunioni, ci è stato comunicato che la nostra idea non era adatta ad essere finanziata, perché poco innovativa. Non staremo qui a dire le solite cose sulla nostra piccola realtà provinciale, servirebbe a poco… siamo soltanto rammaricati perché siamo stati protagonisti in prima persona di ciò che a Rieti è ormai un’amara consuetudine: non essere compresi, non riuscire a cogliere l’attimo, essere costretti a ridurci a testimoni del disfacimento della nostra piccola cittadina. Sia chiara una cosa: la nostra azienda non è morta, andiamo avanti con le nostre forze, con l’aiuto delle nostre famiglie, ma ci sarebbe piaciuto che l’attimo fosse stato colto, magari ci sarebbero state maggiori opportunità per tutti”. Foto: RietiLife ©

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