L’EDITORIALE DI FORMAT – “CONFLITTO D’INTERESSE”

L’editoriale di Format di questo mese è firmato da Stefania Santoprete. 

Io non so da cosa dipenda, se dalla inattendibilità delle notizie che circolano, dalla necessità di fare il boom di visualizzazioni sparandola grossa o dall’arte tutta italiana del ritrattare il giorno dopo, fatto è che non c’è più chiarezza.

Chi ha detto cosa? Le parole enunciate si confondono nel mare grosso dei media, dei blog, dei social nell’interpretazione tutta personale che ognuno ne dà. E’ come il gioco del telefono senza fili che facevamo da piccoli: la parola iniziale, passando di orecchio in orecchio, si trasforma assumendo tutt’altro significato.

Paradosso della società in cui viviamo: con un sovraccarico di informazione non si ha più l’esatta percezione della notizia.

Il giorno prima è allarmante, strillata dalla prima pagina, il secondo si ridimensiona e assume i connotati di una mezza, il terzo si sgonfia e diventa trafiletto…

Una delle più visualizzate e seguite degli ultimi giorni è quella relativa ai tagli in ambito sanitario che impedirebbero al medico di famiglia che sarebbe colpito da pena pecuniaria nel caso prescrivesse determinati esami in assenza di anomalia pregressa. Ovviamente ne è scaturito un giusto dibattito relativo alla compromissione dell’attività di prevenzione e diagnosi tempestiva. Gino Strada ha attaccato duramente il ministro Lorenzin chiedendole ‘Chi decide se un esame è inutile?’ I medici di famiglia sono in assetto di guerra (a loro andranno i nostri strali nei prossimi giorni) e la Lorenzin tenta di far passare come attenzione all’appropriatezza il provvedimento smorzando le reazioni sui tagli.

Cosa accadrà nei prossimi giorni? Verranno riviste le sanzioni a carico dei medici di base? Si allargherà la possibilità di prescrivere determinati esami? Il governo tornerà sui propri passi? Le Regioni, chiamate in causa direttamente, faranno presente di non aver mai condiviso la scelta?

E’ una sorta di ‘Al lupo al lupo!’ quello che si gioca alle nostre spalle. Si getta lì la possibilità di un determinato comportamento e si attende la risposta popolare. Se tutto tace si procede, altrimenti si fa dietrofront. Non è propriamente questo il modo giusto di agire per il Bene Comune, guidando la nave verso una possibile ripresa.

Si continua a potare dal basso lasciando intatti i rami più alti.

Il Ministero della Salute, con un imminente decreto, stilerà la lista delle situazioni e patologie dove analisi e approfondimenti sono necessari, per tutti gli altri ogni cittadino pagherà di tasca propria.

La Lorenzin oggi afferma che “C’è stata disinformazione su questo punto e mi dispiace moltissimo perché sulla pelle, sulla salute dei cittadini non si scherza. Questo decreto combatte gli abusi che, sommati fra loro, vanno a costituire la cifra di 13 miliardi di euro, una cifra talmente elevata che certo non basterà un anno per riportarla sotto controllo. A non essere più eseguiti saranno soltanto gli esami che non servono al paziente e costituiscono fonte di sprechi e abusi.”

Ora, sappiamo come possa essere vero che ci sia chi abbia abusato di analisi ed esami. Crediamo però non faccia piacere a nessuno sottoporsi a controlli che richiedono lunghe file e attese comportando stress e perdita di tempo. Probabilmente queste persone risultavano sensibili alle campagne per la prevenzione che ovunque ci bombardano e che necessariamente richiedono siano indagati quegli organi solitamente non presi in considerazione, o no? Ti faccio spendere oggi ma ti evito un investimento futuro su patologie assai più gravi o eventuali ricoveri.

E questo, è altrettanto onesto ammetterlo, è una responsabilità che grava in buona parte sulle spalle del paziente: è difficile che il tuo medico prescriva esami o analisi, se non sollecitato, solo per fare prevenzione. Il dottore interviene quando c’è da curare, il paziente vorrebbe non ammalarsi, lo Stato chiede risparmi. Conflitto d’interesse?

Foto: RietiLife ©

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