ALMIRANTE, EVENTO A RIETI A METÀ TRA CONVEGNO, RICORDO E RIFLESSIONE POLITICA

Si è svolto nella giornata di mercoledì 17 giugno il convegno organizzato dalla Fondazione Giorgio Almirante con il patrocinio della Fondazione Alleanza Nazionale, su “Almirante e l’identità nazionale”. A metà tra convegno studi, ricordo e riflessione politica ha visto la partecipazione di Stefano Ciaramelletti e Roberto D’Angeli, in qualità di ricercatori, di Massimo Magliaro, già capo ufficio stampa di Almirante, di Marcello Veneziani, giornalista, saggista ed opinionista di area e di Antonio Cicchetti come coordinatore in rappresentanza della Fondazione.
Il convegno iniziato alle ore 17,30 in una giornata di metà settimana, con tempo inclemente e partenze mare, ha visto un notevole riscontro di pubblico con la presenza di circa 300 persone, a dimostrazione del fatto che mentre i partiti tradizionali faticano a coinvolgere ed attirare i cittadini, una fondazione riesce a radunare tanta gente interessata a tematiche anche complesse sul piano storico. Antonio Cicchetti ha aperto i lavori ricordando l’Almirante innovatore che propose agli Italiani la bozza di una nuova Costituzione, l’Uomo di Stato che parlava di “adorabile Italia” anche quando gli avversari sparavano fisicamente sui militanti del MSI, il responsabile politico che indirizzava i propri aderenti ad usare un linguaggio nuovo e non mutuato da quello della sinistra. Presentando i relatori ha specificato le motivazioni del convegno che non voleva essere la semplice celebrazione di una figura del passato ma un punto di partenza per riannodare i fili di una destra attualmente polverizzata; a seguire Stefano Ciaramelletti che ha ripercorso la cifra politica di Almirante citando i discorsi parlamentari ed analizzando la sua figura politica e la coerenza del suo agire sulla base di quattro tematiche a sintesi di 40 anni di vita politica: la lotta per i confini orientali, l’atlantismo, la battaglia contro il regionalismo e la sfida dell’Eurodestra.
Roberto D’Angeli ha affrontato il percorso di Almirante che da una fase antisemita, condivisa da studiosi, scienziati e politici d’anteguerra poi transitati disinvoltamente nell’antifascismo dei cosiddetti “redenti” nella speranza di far dimenticare il loro passato, indirizzò il Movimento Sociale verso un radicale rigetto di ogni forma di razzismo, facendo apertamente i conti con la propria storia personale; D’Angeli ha, inoltre, demolito, documentando l’avvenuta mistificazione, le accuse rivolte ad Almirante, all’inizio degli anni 70, di essere stato responsabile di massacri durante la RSI. Massimo Magliaro ha sottolineato, tra l’altro, come non si dovesse fare una mera celebrazione ma ragionare sulla figura di Almirante non come “santino” ma come uomo politico pienamente proiettato verso la pacificazione nazionale e animato da quella “nostalgia dell’avvenire” che lo portava a sostenere il superamento della guerra civile, nel riconoscimento dell’avversario come interlocutore della dialettica politica e non come nemico.
Marcello Veneziani ha parlato del merito fondamentale di Almirante di aver “ricordato l’Italia agli italiani” in un periodo in cui il tricolore era considerato retaggio di un passato da condannare e nascondere; dopo averne ricordato le doti oratorie ha concluso con un’analisi della situazione della destra attuale, rimarcando l’assenza di una figura paragonabile e riconoscendo le mancanze di coloro che ne avrebbero dovuto continuare l’opera. Agli interventi dei relatori é seguito un dibattito che ha dimostrato la necessità da parte del popolo della destra di tornare a incontrarsi favorendo ulteriori iniziative capaci anche di forte senso autocritico e di analisi fuori dal comune. Foto: Renzi © 

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