I “7 MINUTI” DI ALESSANDRO GASSMAN E OTTAVIA PICCOLO AL FLAVIO / LA RECENSIONE

(di Sabrina Vecchi) GUARDA IL VIDEO DI RIETILIFE TV Cosa si può fare in 7 minuti? Sorseggiare un caffè con un amico, ascoltare un paio di canzoni, forse aspettare davanti alle sbarre di un passaggio a livello il transito di un treno o ricaricare il credito del telefono cellulare. “Solo 7 minuti”, un tempo minimo in cui si riesce a fare ben poco. Oppure no. Ieri sera al Teatro Flavio Vespasiano la valutazione del tempo è stata dilatata, soppesata, idealizzata, moltiplicata e poi valutata di nuovo, fino ad attribuirle un significato non più solo temporale ma simbolicamente così importante da equivalersi alla dignità della persona. IL TESTO “7 Minuti”, recente testo del giovane Stefano Massini, protagonista Ottavia Piccolo per la regia di Alessandro Gassman è arrivato a Rieti in punta di piedi fino ad esplodere con un’energia che ha contagiato ed a tratti commosso il pubblico. Una pièce forte, ispirata ad una storia vera ed amaramente arpionata nell’attualità: un atto unico interamente ambientato in un consiglio di fabbrica composto da 11 operaie divise sulla scelta imposta dai vertici dell’azienda, ovvero mantenere il posto in cambio della rinuncia a 7 minuti di pausa. La combattiva portavoce Bianca, impersonata dalla Piccolo, non tollera quello che considera un bieco ricatto che fa meschinamente leva sui bisogni delle operaie, e si ritrova a cercare strenuamente di convincere le sue 10 colleghe, tutte coese verso la resa pur di non perdere il lavoro. Ne nasce un colorito conflitto tra ideali e bisogni, battaglie per diritti che riescono a malapena a far capolino dietro alle necessità economiche, paure e insicurezze che si trascinano dietro l’eco di situazioni familiari non facili, etnie e storie diverse ma tutte accomunate dall’infernale spettro della disoccupazione. UNO SPETTACOLO RARO Uno spettacolo raro com’è raro riuscire a trasferire uno spaccato del mondo operaio dietro un sipario di velluto rosso bordato d’oro in un momento storico come quello che stiamo vivendo, riuscendo tuttavia ad essere credibili e non stucchevoli. Coraggioso Alessandro Gassman che sceglie la strada più difficile per strappare l’applauso, con una regia ed una scenografia che a parte qualche proiezione non toglie nulla alla freddezza di una sala break in fabbrica, tra tavolini di formica, armadietti con le foto dei figli, la panchina su cui scambiarsi confidenze e sfoghi tra un turno e l’altro, un camice da lavoro azzurro spento come i sogni fatto di un cotone di seconda scelta che non scalda nè il corpo nè il cuore quando scende la notte. Semmai aggiunge Gassman, inserendo come quarta parete un’ulteriore patina grigia al realismo dell’ambientazione, una sorta di filtro che non si alzerà mai se non a spettacolo concluso, come a simboleggiare “quel” mondo, un mondo a parte di cui nessuno si occupa se non per raccogliere consensi, che unisce e divide le persone fino ad annullarne la personalità. Strepitosa ed intensa Ottavia Piccolo che raccoglie il calore del pubblico insieme alle ottime dieci coprotagoniste, alcune molto giovani, che hanno saputo egregiamente tener testa ad un’attrice di così lungo corso.
“7 Minuti” prosegue la tournée nei teatri italiani, con prossime tappe a Spoleto, Foligno, Todi e Fabriano rispettivamente il 23-25-26 e 27 febbraio.

Foto: Renzi ©

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